AL QUIRINALE NON BASTA UNA DONNA di Gian Enrico Rusconi

AL QUIRINALE NON BASTA UNA DONNA ILDOPOSCALFARO AL QUIRINALE NON BASTA UNA DONNA L y EDIFICANTE coro di consensi a favore di una donna Presidente della Repubblica è una manovra dilatoria. Lo sanno benissimo i signori politici maschi che hanno applaudito il suggerimento un po' provocatorio di Giuliano Amato. Lo sanno benissimo le poche donne in carriera politica nel nostro Paese. Loro, meglio di qualunque altro, conoscono l'immaturità della nostra classe politica su questo tema. L'idea di un ruolo innovativo, addirittura rivoluzionario di una «donna» come tale al vertice dello Stato, manifestata da alcuni esponenti politici, è una maldestra variante della vecchia galanteria maschile. Il problema della scarsa incidenza delle donne nella politica italiana e in generale nella società civile italiana è un problema troppo serio e impegnativo perché venga bruciato nella ricerca di una qualche candidata presidenziale. Dopodiché, se c'è un candidato che si ritiene adeguato a svolgere il ruolo di Presidente della Repubblica ed è di sesso femminile, tanto meglio. Ma il modo con cui è stata lanciata la proposta e le reazioni sollevate mettono in luce un diverso problema di fondo: l'incertezza circa il ruolo e l'immagine del Presidente della Repubblica. I sostenitori di un Presidente-donna si aspettano automaticamente una posizione presidenziale con altissima carica espressiva, inevitabilmente accompagnata da un forte interventismo. Ma con quali strumenti e competenze? E' questa la strada giusta, a prescindere dai contenuti e dalle buone intenzioni? Come si vede, ritorna a galla la questione istituzionale del presidenzialismo rimossa mesi or sono. Ma più concretamente e urgentemente diventa opportuna una riflessione su Scalfaro, che ha spinto Gian Enrico Rusconi CONTINUA A PAG. 6 QUARTA COLONNA

Persone citate: Giuliano Amato, Scalfaro