GENTE D'EUROPA DENTRO L'OBIETTIVO

GENTE D'EUROPA DENTRO L'OBIETTIVO TESTIMONE OCULARE DI UN SECOLO GENTE D'EUROPA DENTRO L'OBIETTIVO La Fondazione Italiana per la Fotografia propone un lungo viaggio tra le emozioni ALLA fine degli Anni Venti aveva iniziato con la pittura, invece è diventato vino dei grandi padri della fotografia. In occasione delle celebrazioni per il novantesimo compleanno, la Fondazione Italiana per la Fotografia ospita una mostra antologica dedicata a Henri CartierBresson, realizzata dalla Maison Européenne de la Photngraphie di Parigi e curata da Jean Lue Monterosso e Maurice Coriat. Un'occasione unica per il pubblico italiano di ripercorrere parte della ricerca di uno dei più noti fotografi di questo secolo, ebe fu anche uno dei fondatori, nel 1947, dell'Agenzia Magnum. Sono 187 irnmagini selezionate e ordinate dallo stesso CartierBresson, che ha curato anche i testi in catalogo. «Des Européens» è il risultato di cinque anni di lavoro nell'Europa deU'immediato dopoguerra, un lungo viaggio per testimoniare la storia, il tempo, la vita quotidiana di una parte di mondo che andava cambiando. Immagini che vennero pubblicate nel 1955 in un unico volume con la copertina disegnata da un amico, Joan Mirò. Per la mostra di Torino, alle fo¬ tografie di quegli anni sono stati aggiunti altri vent'anni di storia per arrivare fino agli Anni Settanta, quando Cartier-Bresson abbandona la sua macchina fotografica per dedicarsi alla pittura e al disegno. «Gli europei» è dunque il titolo con il quale viene presentato il nuovo lavoro. «Abbiamo selezionato - spiega l'autore - senza altro punto di vista che non fosse quello del rigore visuale». Il percorso s'inizia dalla Francia e poi, «in modo più o meno casuale», tocca gli altri Paesi dell'Europa. Fra le immagini si susseguono l'ultima raffica di mitra in Rue Saint Honoré, nel 1944, prima della liberazione della capitale francese; nel 1962, in Germania, un gruppo di bambini che si arrampica sul «nuovo» muro di Berlino; due ragazze, nel '65, a Sarajevo si stringono fraternamente; il 1968: l'assalto alle barricate in Boulevard Saint Michel. Tutte immagini che raccontano la complessità e le contraddizioni di un mondo in modo forse non troppo differente da come Ferdinando Scianna ricorda l'incontro con il loro autore: «Intervistare Cartier-Bresson è impossibile: parla a raffica, accumula i detta¬ gli, torna indietro, affina un pensiero, una definizione, si muove senza tregua, si inginocchia, poi si alza di scatto, prende un libro, cita un verso di Char, una frase di Ponge, una definizione di Victor Hugo, insegue il suo pensiero come eseguissse un'elegante danza intellettuale». Con la sua Leica, Cartier-Bresson ha lavorato sul movimento, il tempo, «l'instant décisif» come lui stesso lo ha definito, un equilibrio tra forma, ritmo e narrazione. . Nelle fotografie: a fianco «Londra, Ballo della Regina Carlotta»; in basso «Piloti di rimorchiatori, il Reno vicino a Bringen» e «Svizzera 1991». Lisa Parola Henri Cartier-Bresson Fondaz. Italiana per la Fotografia via Avogadro 4, tel. 546.594 Dal 4 settembre al 4 ottobre Martedì/venerdì 15/19 sabato/domenica 10/19 Lunedì giorno di chiusura Visite guidate: a gruppi (minimo 10 persone) prenotando a Itinerari 1/437.81.30) Laboratorio didattico: aperto alle classi della scuola elementare e media. Per informazioni Giocare con l'arte 011 /533.771 Biglietti: intero lire 8000 ridotto 5000; gruppi 4000 Catalogo: «Gli Europei», lire 120.000 Al Centre Culturel Frangais (via Pomba23), tel. 011/5623313 rassegna cinematografica: 11 10 e 17 ore 16,30 «Contacts Henri Cartier-Bresson di Robert Depire e alle 17 «Victoire de la vie». Il 14 «Midlands and Play and at Work» e «Le retour». 1116 «Henri Cartier-Bresson, Point d'interrogation» di Sarah Moon.