La comunità vicino a Ivrea accoglie chi cerca la pace
La comunità vicino a Ivrea accoglie chi cerca la pace A BOSE OSPITI DEI MONACI La comunità vicino a Ivrea accoglie chi cerca la pace SUONATE, entrate, qualcuno vi accoglie» è scritto all'ingresso del Monastero di Bose, nel cuore della Serra d'Ivrea. Chi c'è già stato sa però che non occorre suonare, la porta è sempre aperta. Lo è stata fin dalla nascita della comunità, fin da quando, l'8 dicembre del 1965, giorno in cui si chiuse il Concilio Vaticano II, Enzo Bianchi, ora priore del monastero, decise di iniziare a vivere, da solo, in una cascina affittata presso Bose. I primi fratelli lo raggiunsero tre anni dopo, e fra essi vi erano una donna ed un pastore evangelico. Da allora la comunità, che conta adesso circa sessanta monaci, uomini e donne, cristiani di diverse confessioni, celebra al mattino, a mezzogiorno e alla sera, la liturgia delle ore cantata, pratica l'accoglienza, studia la Scrittura e la tradizione monastica, vive una faticosa ma feconda avventura comunitaria alla luce dell'evangelo. Tutti i monaci pregano e lavorano, chi nell'orto, chi nell'atelier di ceramica e di icone, chi nella falegnameria o nella casa editrice Qiqajon (dal nome dell'alberello che Dio fece crescere sopra la testa di Giona per conceder¬ gli un po' d'ombra), chi nella ricerca biblica e catechistica sull'antica tradizione ebraica e cristiana. Ma Bose è, certo, per alcuni, molto di più dell'insieme delle attività che pratica e ben lo sanno gli ospiti, meglio sarebbe dire gli amici o gli affezionati «compagni di viaggio», che nel corso degli anni la piccola comunità ha legato a sé da ogni parte d'Italia, offrendo a chiunque, credente e non credente, - con una grazia ed una semplicità che è difficile anche solo cercare di suggerire tranquillità e quiete, silenzio e tempo per riflettere, dialogo e confronto, aiuto, confidenza e rispetto. Senza steccati né antagonismi né arroganza alcuna, ma con rigore e pazienza, Bose offre al visitatore qualsiasi che deponga all'ingresso le vesti da turista per ridiventare semplice persona, un «qiqajon», appunto, un alberello, un'oasi di pacata freschezza in cui sostare per pensare, magari, se si può e se si vuole, a ciò che più sta a cuore. La preghiera comune, di domenica e nei giorni di festa, è al mattino alle 7,30, l'eucarestia alle 12, la sera alle 17 (ore 16,30 da ottobre a marzo); compieta (preghiera della sera) alle 19,45. La comunità cura, inoltre, un foglio informativo delle attività, dei corsi e degli eventuali incontri, disponibile, per posta, su richiesta. Per rivolgersi alla comunità Monastica di Bose in vista di eventuali visite telefonare ai numeri 015/679185-015/679115 o scrivere direttamente alla Comunità Monastica di Bose - 13887 Magnano (Biella). [i. a.] il simbolo
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