UNA STRANA «FRAU»

UNA STRANA «FRAU» MARIA PIA FARNETI UNA STRANA «FRAU» Ricordo, avventura e favola sullo sfondo della guerra FRAU Schreck» di Maria Pia Farneti è stato pubblicato nel 1997: non se ne è parlato troppo e merita, invece, qualche non distratta attenzione. L'operetta (si tratta di un racconto alquanto breve) è di quelle che appartengono alla letteratura autobiografica che fa riferimento al periodo della seconda guerra mondiale e ne racconta, per scorci,-il dramma. Si tratta di ricostruire un episodio curioso, con un'aura di mistero insondato che diventa avventura e favola: la tragicità della guerra e della persecuzione contro gli ebrei, davanti alla figura di Frau Schreck, sembra acquistare una dimensione sopportabile, se non addirittura romanzesca. Lo sfondo è quello di un albergo nel quale la famiglia dell'autrice ha trovato rifugio: e lei e la sorella non cessano di interrogarsi per giorni e giorni su chi sia questa signora che conduce una vita di assenze notturne e di presenze, durante il giorno, contraddistinte da ininterrotte espressioni di sgomento e di paura. Il racconto ha una sua indubbia originalità, che gli deriva proprio dall'innesto che la Farneti ha fatto dell'elemento romanzesco (quale appariva allora ai suoi occhi di bambina) all'interno di una situazione che romanzesca certo non era. La rievocazione dell'esilio della famiglia ebrea è accurata, arricchita da sapide notazioni psicologiche soprattutto sulla figura del padre e raramente tocca la tragedia. Anche questa capacità di rievocare un grande dramma senza il suo orrore è un tratto particolare del libro: nell'operetta della Farneti non c'è angoscia, tutt'al più un'ansia di futuro che è un'immagine di speranza. Frau Schreck attraversa la vita di due ragazze, che, esorcizzando paure e sgomento con una permanente ironia, portando in essa un elemento enigmatico che arricchisce la loro età di un'emozione insospettata. Pubblicato da «il Segnalibro» nella collana «Coccodrilli» il libriccino si fa leggere con gusto. Forse, sul piano narrativo, soffre di qualche scompenso, il materiale a volte si accavalla e si vorrebbe che la narrazione si facesse più sciolta: ma sono debolezze che vengono compensate dall'immediatezza con la quale l'autrice rievoca quegli strani giorni di un'adolescenza che, in mezzo al marasma, non riusciva a non nutrirsi di fantasie e ne era vivificata. Un libro, dunque, sul quale sarebbe bene che i lettori che lo hanno trascurato tornassero con attenzione e curiosità. Piero Ferrerò

Persone citate: Farneti, Frau Schreck, Maria Pia, Piero Ferrerò, Ricordo, Schreck