Storie di Città

Storie di Città Storie di Città TANTI cari saluti da Torre Pellice. C'è una svolta nella vita in cui uno pensa che niente potrà più sorprenderlo. Invece no. Quando meno te l'aspetti sbuca fuori qualcosa a farti cucii. A Torre Pellice, in questa piccola Ginevra alle porte di Torino, ci sono ben due biblioteche a disposizione del pubblico, quella valdese ricca di 70 mila volumi e la civica, intitolata a Carlo Levi, con una dote di 5600 libri e in collegamento bisettimanale con quella di Pinerolo. Essendo gli abitanti 4500, abbiamo l'altissima media di 16 libri a disposizione per abitante. Fatte le proporzioni, per rimanere a questa densità la città di Torino dovrebbe mettere a disposizione dei cittadini per il prestito qualcosa come 16 milioni di libri. Bene, con questi dati a disposizione uno pensa che se di qualcosa si sente la mancanza a Torre Pellice non sono certo i libri. Invece no, qui non ne hanno mai abbastanza; c'è anche un bar con allegata biblioteca circolante. In una qualunque altra località l'insegna «Bar sport» fa venire in mente accese discussioni fra opposte tifoserie, con i quotidiani sportivi spalancati sui tavolini, il televisore al massimo volume che trasmette da qualche stadio. A Torre Pellice il Bar Sport di via Arnaud 23 mette a disposizione di tutti, non solo dei suoi clienti, 2500 romanzi e 3000 opere di saggistica, in prestito gratuito. Gli opuscoli, le riviste e i libri rari o introvabili altrove si devono consultare sul posto. Titolare del bar e promotore di questa singolare iniziativa che fa salire la media a 18 libri per abi¬ tante è Sergio Benecchio, Benech prima che il fascismo italianizzasse il suo cognome. Si trova qui dal 1981, dopo svariate esperienze lavorative nel campo della ristorazione; la sua passione per i libri e la lettura ha trovato un grande incoraggiamento nei dodici anni in cui ha lavorato in un albergo di Prali alle dipendenze di Roberto Malan che Benecchio considera il suo vero maestro e che è stato durante la guerra di Liberazione comandante della V divisione alpina G.L. che operava in queste valli. Grazie all'influenza esercitata da Malan, la parte saggistica della biblioteca del Bar Sport è specializzata nella storia dei Valdesi, nell'antifascismo, nella Resistenza e nella storia del secondo dopoguerra. Come i veri collezionisti, Sergio Benecchio conserva tutto: preziose raccolte di documenti, cartoline, tessere, il Diploma di benemerenza per il buon allevamento della prole conferito dall'Opera Nazionale Maternità e Infanzia alla mamma Soulier Margherita ved. Revel che aveva messo al mondo ben dodici figli. Molto interessanti sono anche le inedite raccolte di fotografie di guerra. Alla domanda su come si procura i libri, Sergio Benecchio, che è di poche parole, risponde: «Nel macero delle chiese». Ovvero nelle raccolte di carta da macero organizzate dalle parrocchie come una delle fonti per il finanziamento di attività benefiche. In questo ricorda il protagonista di «Una solitudine troppo rumorosa», il poema di Bohumil Hrabal: addetto a disfare la balle di carta da macero, salva dalla distruzione quanti più libri può, li sistema nella sua misera abitazione fino a restarne letteralmente sommerso. Fra queste carte destinate al macero Sergio Benecchio ha trovato cose preziose come La storia dei Valdesi di Alexis Muston, un libro raro del 1879. Benecchio commenta: «Nel '500 i nostri antenati rischiavano la pelle per il possesso di un libro e noi adesso li buttiamo via». C'è stato un tempo, non troppo lontano, in cui i libri venivano sterilizzati. Benecchio mi mette tra le mani un manuale per le scuole; l'autore è un certo L. Steiner, D titolo Nozioni di storia, geografia e cultura fascista, l'editore G.B. Paravia & C. Il libro è avvolto da una fascetta che recita: ((Avvertenza importante. Questo volume è stato bonificato in ottemperanza alle disposizioni razziali. Torino maggio 1939 XVII». Così come c'è un destino delle persone c'è un destino dei luoghi. Nel cortile dell'edificio dove si trova il Bar Sport ha sede la tipografia Subalpina nella quale, durante la Resistenza, venivano stampati clandestinamente e con grandissimo rischio i «Nuovi quaderni di G.L.». A questo scopo i partigiani avevano portato qui una macchina da stampa sottraendola allo stabilimento. Burgo di Verzuolo. Quando, dal bancone del suo bar, Sergio Benecchio si è accorto che stavano smontando la macchina da stampa per portarla alla rottamazione, è riuscito a bloccare l'operazione e, con l'aiuto delle autorità comunali, a salvarla e ora giace in un capannone in attesa di un'adeguata sistemazione in un museo. Chiedo a Benecchio quali criteri adotta per decidere quali libri introdurre nella sua biblioteca e quali scartare e lui risponde, da vero bibliofilo: «Fin che posso tengo tutto». In una corrispondenza sulla Stampa del 6 agosto Mario Baudino, scrivendo da Montolieu, tracciava una mappa dettagliata dei piccoli centri che in Europa sono diventati dei santuari del libro di seconda mano, meta di pellegrinaggi da parte dei turisti bibliofili. In Italia nessuna località si è ancora candidata a questo ruolo. A nome di Sergio Benecchio, barista e bibliofilo, di tutti quelli come lui, dei 19 libri per abitante, mi permetto di candidare Torre Pellice al ruolo di «paese del libro di seconda mano».