UN MIX TRA REALTÀ E ILLUSIONE CON L'OPERA DI PECHINO di Sergio Trombetta
UN MIX TRA REALTÀ E ILLUSIONE CON L'OPERA DI PECHINO UN MIX TRA REALTÀ E ILLUSIONE CON L'OPERA DI PECHINO «Quello che ho amato era una meravigliosa illusione», confessa Jeremy Irons ai giudici francesi alla fine di «M. Butterfly» il film di Cronenberg: «Sono un uomo che ha amato una donna creata da un uomo. Il resto è niente». La storia dell'attrice dell'Opera di Pechino, che è in realtà un uomo specializzato in ruoli femminili e riesce per anni a «illudere» il diplomatico francese Bernard Boursicot, facendogli- credere addirittura di avergli dato un figlio, ma lo tradisce «veramente» solo quando gli ruba segreti politici e militari, spiega molte cose sul rapporto fra realtà e finzione, identità e automistificazione. Ma soprattutto è un esempio di come il mondo di sublimi convenzioni, la vertiginosa architettura di finzioni, simboli, acrobazie dell'Opera di Pechino affascini gli occidentali. Il voler credere, l'abbandonarsi alle illusioni, l'incamminarsi in un labirinto esotico e lontano è un piacere da cui ci si lascia incantare poco per volta sino ad esserne soggiogati. L'Opera di Pechino, con i suoi costumi colorati, le sue scene sgargianti, i suoi personaggi posseduti da travolgenti passioni, i suoi clown dalle inarrivabili capacità acrobatiche, il suo totale antinaturalismo non cessa di stupirci e affascinarci. Aveva lo splendore e il lusso di uno spettacolo dell'Opera di Pechino la «Turandot» di Puccini messa in scena la stagione scorsa al Teatro Regio da Zhang Yimou. Ed è a una compagnia dell'Opera di Pechino che si è affidato quattro anni fa lo Stabile di Roma per allestire la «Turandot» di Gozzi, vista anche a Torino. Una tradizione millenaria che si apprende entrando da piccoli nelle scuole di teatro cinesi, sottopenendosi a un training duro e crudele. Come ci ricordavano le sequenze iniziali di ((Addio mia concubina» film di Chen Kaige sull'amore che non conosceva confini fra finzione e reità tra due attori dell'Opera di Pechino. Sergio Trombetta
Persone citate: Chen Kaige, Cronenberg, Gozzi, Jeremy Irons, Puccini, Zhang Yimou
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