La fluorescenza X per salvare l'arte

La fluorescenza X per salvare l'arte NUOVA TECNICA La fluorescenza X per salvare l'arte HA solo pochi mesi di vita, per indicarla, nel laboratorio dell'Università di Lecce dove è stata inventata, la chiamano apparecchiatura per analisi in fluorescenza X. Racchiusa in una valigetta del peso di 15 chilogrammi, sfrutta come rivelatore un tubo che emette raggi X a bassissima energia, facendoli penetrare per millesimi di millimetro in materiali lapidei e metallici. Trova applicazione nella tutela del patrimonio architettonico e artistico, aggredito da varie forme d'inquinamento. Centri storici e musei sono i suoi campi d'azione privilegiati. Rispetto ad altre tecnologie, questa analisi in fluorescenza ha il vantaggio di non essere distruttiva: opera infatti solo in superficie, non asportando alcun campione di materiale; l'esecuzione è rapidissima: dopo cento secondi è in grado di fornire i risultati. L'ideatore è Alfredo Castellano, docente di Fisica dell'ambiente e di archeometria (scienza che si occupa delle misure di reperti archeologici). La parte più innovativa dell'apparecchiatura consiste nel compiere rilievi in elementi leggeri, cioè con basso numero atomico, compresi fra il calcio e il silicio. I principali elementi indagabili con questa tecnica sono lo zolfo e il cloro, ai quali si addebita particolarmente l'inquinamento ambientale. Nel¬ l'applicazione sul campo, l'operatore addetto al restauro possiede quindi tutte le informazioni necessarie per intervenire con efficacia su un determinato materiale in stato di degrado. L'apparecchiatura è già utilizzata dal 1997. Primo ambito di intervento è stato il patrimonio monumentale barocco del centro storico di Lecce. L'indagine ha riguardato il materiale lapideo che compone gli altari della basilica di Santa Croce (massima espressione del barocco leccese) e le mura del castello cinquecentesco attaccate da cloro (cloruro di sodio). I sali contenuti nella pietra, sciolti dagli agenti atmosferici, provocano una reazione chimica che sgretola la compattezza lapidea. Si viene così a formare la superficie bucherellata tipica degli edifici antichi. In stretto contatto con l'Istituto centrale del restauro, a Roma, sono state condotte analisi sugli affreschi della basilica di Santo Stefano Rotondo al Cebo, per quantificare il grado d'inquinamento causato da solfato di calcio. Qualche mese fa a Milano, nella basilica di Sant'Ambrogio, si è misurata la composizione esatta dell'«Altare d'oro» per procedere al restauro. A Firenze verrà indagato il deterioramento della statua in bronzo del Perseo di Benvenuto Cellini. Federico Cartelli

Persone citate: Alfredo Castellano, Benvenuto Cellini, Federico Cartelli, Perseo

Luoghi citati: Firenze, Lecce, Milano, Roma