L'Europa unita nello spazio

L'Europa unita nello spazio PROGETTI CON LA NASA L'Europa unita nello spazio Sei nuovi astronauti per la stazione orbitale CON l'arrivo di sei nuovi astronauti, il corpo spaziale europeo raddoppia i suoi effettivi. Tre reclute hanno al proprio attivo missioni spaziali con gli americani e con i russi. Sono Hans Schlegel, della agenzia tedesca (Dir), che ha partecipato a una missione sulla navetta «Columbia» nel '93, e Gerhard Thiele, l'altro tedesco del gruppo, che è stato la sua riserva per quella missione. Dall'agenzia francese (Cnes) proviene Leopold Eyhaerts, che ha volato a bordo della stazione Mir durante la missione «Altair», conclusasi pochi mesi fa. Infine, c'è il sottoscritto che, per conto dell'Agenzia Italiana (Asi), ha partecipato, nel '96, alla missione per sperimentare il «satellite al guinzaglio». Dall'Italia vengono anche i due aspiranti astronauti: il pilota Roberto Vittori e l'ingegnere Paolo Nespoli, che hanno appena superato la selezione nazionale bandita dall'Asi. La crescita del nucleo di astronauti europei va vista nella prospettiva dell'inizio delle operazioni della stazione spaziale internazionale (Iss) che verrà assemblata in orbita a partire dalla fine di quest'anno. Si tratta di un'opera ciclopica che vede gli sforzi congiunti di ben 19 nazioni. Di essi, 14 Paesi fanno parte dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) che ha un ruolo di primo piano nella fase di realizzazione e in quella di utilizzazione. E' proprio in vista di questo rinnovato impegno nello spazio che i Paesi deìl'Esa hanno deciso di mettere insieme le esperienze maturate nel campo delle missioni spaziali con uomini a bordo, per dar vita a un unico corpo di astronauti europei. Con questo accordo, Francia, Germania e Italia, i tre Paesi che hanno una tradizione di voli abitati, hanno di fatto rinunciato alle loro organizzazioni nazionali per convogliare gli astronauti in servizio attivo in un unico organismo internazionale, che sarà localizzato presso il Centro degli Astronauti Europei (Eac) deìl'Esa, già in funzione da diversi anni nei dintorni di Colonia. Dei sei nuovi arrivati nell'organizzazione deìl'Esa, quattro partecipano, insieme ai candidati della Nasa, al nuovo corso per astronauti che è appena iniziato presso il Johnson Space Center di Houston. Questo corso - il 17° da quello che vide la partecipazione dei magnifici sette del programma Mercury è un punto di passaggio obbligato per diventare astronauti di professione e per poter partecipare alle future missioni a bordo della stazione spaziale. Per gli altri due - Gerhard Thiele e il sottoscritto - si è aperta una nuova fase di lavoro più squisitamente tecnico, per la messa a punto di alcuni dei molteplici aspetti ingegneristici legati al modo di vivere e di lavorare a bordo della stazione spaziale Internazionale. Questa attività si affianca a quella preparatoria alla selezione dei membri dell'equipaggio di uno dei prossimi voli dello shuttle. La mia aspettativa è di poter partecipare alla fase di assemblaggio della Stazione spaziale internazionale (Iss), che inizierà con la messa in orbita del modulo russo Fgb, il modulo che provvederà alla generazione di energia elettrica almeno nella prima fase della vita della stazione. Proprio nella fase di costruzione della Stazione spaziale internazionale sarà importante il ruolo di un altro modulo, quello italiano ribattezzato «Leonardo», che è appena stato consegnato alla base di lancio del Ksc "-" in Florida - per i test finali in vista del volo inaugurale, previsto per la fine dell'anno prossimo. Devo ammettere che un pensierino su quel volo o su uno dei successivi del modulo italiano l'ho già fatto. Ma per tornare all'allargamento del corpo astronauti europeo vale la pena di approfondire il significato della partecipazione del vecchio continente alla realizzazione della stazione spaziale internazionale. L'Esa sta costruendo uno dei laboratori scientifici - il Columbus Orbitai Facility - dove si faranno ricerche in micro¬ gravità. Inoltre, anche due dei tre «nodi» che tengono insieme gli elementi della stazione, sono di fabbricazione europea, con le industrie italiane in primissimo piano. Un altro aspetto, non secondario, è la partecipazione europea alla fase successiva: quella che vedrà equipaggi interna-i zionali avvicendarsi in orbita per almeno dieci anni. Tutto o quasi deve arrivare dalla Terra ed elementi indispensabili per la vita degli equipaggi come cibo, aria ed acqua saranno portati a bordo utilizzando voli di veicoli automatici che periodicamente visiteranno la stazione. Un veicolo di trasporto tutto europeo è in corso di realizzazione e dovrebbe affiancare i razzi russi «Progress» per portare a bordo della stazione generi di prima necessità ma anche elementi logistici di vario genere. Denominato Atv - Automated Transfer Vehicle - sarà un sistema di trasporto automatico in grado di portare i rifornimenti dalla Terra alla stazione spaziale. Lanciato con il razzo «Ariane 5» dalla base di Kourou (Guiana francese) l'Atv sarà in grado di effettuare autonomamente il trasferimento orbitale e arrivare alla stazione spaziale in circa due giorni, attraccando in modo automatico al «Service Module», il secondo modulo di fabbricazione russa. L'Atv avrà una funzione importante anche per il mantenimento in orbita della stazione spaziale. Alla quota cui orbita la Iss c'è un vuoto ultraspinto almeno per gli standard terrestri - ma c'è ancora una densità di materia sufficiente per rallentare impercettibilmente la stazione che, se lasciata a se stessa, si troverebbe ad orbitare a quote sempre più basse e finirebbe per ricadere sulla Terra. Quando sarà attraccato alla Iss, il veicolo europeo sarà in grado di contrastare questo «attrito» fornendo una spinta supplementare o «reboost» che riporterà la stazione sull'orbita prevista. Infine, l'Atv potrà smaltire in modo ecologico i rifiuti e il materiale non utilizzabile (ad esempio gli abiti smessi dall'e.quipaggio, viste che non c'è una lavanderia sulla stazione) che verranno «bruciati» quando l'intero veicolo andrà distrutto negli strati densi dell'atmosfera. Questo ambizioso programma richiederà entro il 2000 circa 15 astronauti europei addestrati per compiere prolungate missioni in orbita. Con essi l'Europa si appresta a raccogliere la sfida del prossimo decennio e a diventare unita anche nello spazio. Umberto Guidoni Astronauta PRE-UOMO HELLO SPAZIO k (Cumulative, fino al 1992) ,.«00 250.000 200.000 150.000 3 • ìoo.ooo 50.000

Persone citate: Gerhard Thiele, Hans Schlegel, Johnson, Leopold Eyhaerts, Paolo Nespoli, Roberto Vittori, Space, Umberto Guidoni

Luoghi citati: Columbia, Europa, Florida, Francia, Germania, Houston, Italia