DI CHE PROFUMO SEI?

DI CHE PROFUMO SEI? DI CHE PROFUMO SEI? AL gusto e all'olfatto, i nostri sensi chimici, l'evoluzione culturale ha riservato destini opposti: il gusto coltivato ed esibito con la complicità di gastronomi ed enologi, l'olfatto rimosso; il gusto vissuto come elegante strumento di piacere, l'olfatto come residuato animalesco, eredità quasi imbarazzante per un Homo sapiens. In effetti, gusto e olfatto, proprio perché hanno in comune un meccanismo chimico (in entrambi la sensazione è dovuta a molecole provenienti dall'ambiente che vanno a legarsi con appositi recettori del nostro organismo), sono parenti così stretti da essere inseparabili, sicché il destino divergente ad essi imposto dal costume va contro la loro stessa natura. Il gusto, anzi, preso a sé è un senso ben grossolano, visto che sulla lingua troviamo recettori soltanto per quattro sapori fondamentali: dolce, amaro, acido e salato. La raffinata delizia di un sorso di buon Barolo o anche semplicemente di una plebea frittata di cipolle la dobbiamo proprio al contributo del bistrattato olfatto, salvo poi dolerci se in casa si diffonde un odore di soffritto. Già, gli odori, nel nostro tempo, esistono tutt'al più per essere cancellati. Basti ricordare che il filosofo Kant considerava l'olfatto «il più superfluo e ingrato di tutti i sensi». Ma forse ora si profila un'inversione di tendenza. Un libro a più mani, «Fragranze», di George H. Dodd, l'ideatore del «naso elettronico», e Steve Van Toller (edizioni Aporie) analizza le mille sfaccettature della psicologia e della biologia degli odori e dei profumi, rivelando la centralità di un organo di senso troppo sbrigativamente negato. A parte il contributo che dà al piacere della tavola, scopriremo che l'olfatto è un fondamentale strumento di comunicazione, più efficace della vista e dell'udito nel trasmettere emozioni e sentimenti in quanto ha dirette connessioni con il sistema limbico e l'ipotalamo, le zone del cervello da cui dipende la nostra vita emotiva. Proust nella «Recherche» e Primo Levi in una delle sue «Storie naturali» avevano ben afferrato la potenza evocativa di un odore, anche a distanza di decenni dalla prima esperienza. Ciò è ben comprensibile in quanto è nei mammiferi - in noi mammiferi - che la comunicazione olfattiva raggiunge la massima sofisticazione, al punto che l'odore del singolo individuo è strettamente collegato al suo sistema immunitario. Questioni decisive per la sopravvivenza come i rapporti madre-figlio, i legami familiari e di gruppo, l'attrattiva sessuale e le scelte alimentari sono pilotati dall'olfatto. Addirittura Le Gros Clark è giunto a parafrasare il «Cogito ergo sum» di Cartesio in «Olfacio ergo cogito» e il neurologo Adrian ha osservato che alla fin fine il cervello è in sostanza un organo chemiorecettore, per cui il miglior modo per studiarlo consiste forse proprio nel partire dall'odorato. La raffinatezza del nostro senso dell'olfatto rispetto al gusto si coglie anche in semplici dati: mentre occorrono almeno 3 milligrammi di zucchero per ottenere una sensazione di dolce, al nostro naso bastano 0,00005 milligrammi di rosmarino in un litro di aria per avvertirne l'aroma, e nel caso del tartufo addirittura 0,00000001 milligrammi. Due parti di vanilina su mille miliardi sono già in grado di stimolare le nostre cellule olfattive. Queste cellule occupano una superficie di 5 centimetri quadiati e sono circa 10 milioni, una cifra paragonabile a quella delle cellule a forma di cono della retina che ci consentono di avere una visione a colori (7 milioni). Anche se non ce ne rendiamo conto, sono molte migliaia le sfumature odorose che possiamo percepire e distinguere. Possiamo tuttavia invidiare i cani, che hanno 10 volte più cellule olfattive di noi... I produttori di profumi, una categoria che lavora al confine tra chimica, biologia, psicologia e un raffinatissimo artigianato, sono oggi tra i pochi ad essere pienamente consapevoli dell'importanza dell'olfatto nella nostra vita. Molta strada si è fatta da quando, nel 1921, Ernest Beaux creava Chanel n. 5 usando aldeidi alifatiche (che, peraltro, se in alta concentrazione, hanno un odore sgradevole: come sempre, è questione di senso della misura). Oggi ogni molecola viene studiata atomo per atomo nella sua struttura tridimensionale, cromatografia e spettrometria di massa sono al servizio dell'industria profumiera e non c'è aroma naturale che non possa essere riprodotto alla perfezione in un laboratorio chimico.Un aspetto curioso è la classificazione dei profumi. I tecnici hanno un loro complicato vocabolario: floreale, cipriato, ambrato, aldeidico, verde, colonia, speziato, fruttato, legnoso e così via. Come con le 22 lettere dell'alfabeto si possono ottenere quasi infinite combinazioni che vanno dalla «Divina Commedia» fino a un racconto della Tamaro o di Culicchia, così, anche partendo da pochi aromi fondamentali è possibile combinare una incredibile varietà di profumi, dai più sofisticati ai più stucchevoli, che di volta in volta riflettono i nostri stati d'animo, i nostri umori e persino le nostre percezioni subliminali. Qui accanto, tratta dal libro di George Dodd e Steve Van Toller, riproduciamo una versione semplificata della «Mappa delle fragranze». Come si vede, si va da un estremo floreale/femminile a un altro estremo non-floreale/maschile. In questa transizione si passa da un lato per le percezioni di naturale, fresco e sportivo, e dall'altro lato per inebriante, caldo, sontuoso. Entro queste coordinate si collocano le centinaia di profumi offerti dal mercato. Vale la pena di notare che i profumi classici si pongono in una zona centrale, lontana da ogni eccesso: è lì che sta il già citato Chanel n. 5, noto anche perché poche gocce della sua essenza costituivano l'unico abbigliamen¬ to notturno di Marilyn Monroe. Ma se per i produttori e i chimici che li assistono i profumi non hanno misteri, le cose vanno ben diversamente per il consumatore. Anche le donne e gli uomini più consapevoli, quando entrano in una profumeria diventano incerti: provano una essenza dopo l'altra, oscillano tra giudizi opposti, faticano a individuare il giusto cocktail tra l'odore naturale della loro pelle e la molecola da aggiungervi. In questo dissolversi anche delle personalità più spiccate di fronte alla scelta di un profumo si misurano due fattori in contrasto tra di loro: quanto, istintivamente, sentiamo ancora l'importanza dei messaggi odorosi, e quanto, tuttavia, ci siamo allontanati dal linguaggio di questi messaggi. Considerando l'intreccio profondo e sottile tra percezioni olfattive e psicologia, Mensing e Beck hanno elaborato un test basato su «rose di colori» tra le quali il cliente è invitato a scegliere. Le trovate in questa pagina. «Guardare le combinazioni di colori - spiegano Mensing e Beck - suscita un certo tipo di sensazioni e lo stato emotivo individuale è decisivo ai fini della scelta di un profumo. Ne consegue la possibilità di determinare questa scelta avvalendosi del test dei colori, che aiuta a individuare sia i bisogni emozionali sia quelli razionali e indica anche le marche associate a ogni colore o alla categoria cui appartiene la personalità». Pare che con questo sistema sia possibile prevedere con una probabilità dell'80 per cento le fragranze preferite, mentre la probabilità di individuare in anticipo le fragranze da scartare sarebbe addirittura del 90 per cento. Il test, comunque, non conduce ancora direttamente alla marca: Mensing e Beck consigliano di offrire al cliente uno spettro di almeno tre profumi affini, in modo che ognuno possa sintonizzare ancora meglio la fragranza scelta con i propri «dati sociobiografici» e le variabili del clima. Dubitate? Non vi resta che sperimentare su voi stessi l'efficacia della associazione colori-profumi-personalità. Piero Bianucci scoperta dell'olfatto, il più ignorato dei nostri sensi ma anche quello più efficace nel suscitare emozioni e ricordi In questa «mappa delle fragranze» i più diffusi profumi in commercio sono disposti a partire dai più femminili (a sinistra) ai più maschili (a destra) e dai più naturali e freschi (in alto) ai più caldi e sofisticati (in basso). I profumi «classici» si collocano in una zona intermedia, lontana da tutti gli estremi. In questa «mappa delle fragrdiffusi profumi in commercio soa partire dai più femminili ai più maschili (a destra) e dai pe freschi (in alto) ai più caldi e di (in basso). I profumi «classici» si colloin una zona intermlontana da tutti gli estr ca di stimoli, socievolezza s or bisogno di uale/alternativo vatore. sare i profum1 . Cinnabar sione mente ovane ersione. radizionali: e. Fattore A Tendenza all'estroversione caratterizzato da ricerca di stimoli, Colori preferiti: arancione e giallo. Punteggio alto alle voci disponibilità al rischio e socievolezza Note fresche: 0 de Lancòme. Eau de Courrèges Fattore B Tendenza all'introversione caratterizzata da minor bisogno di stimoli. Punteggio alto alle voci stile di vita individuale/alternativo e narcisista. Punteggio basso alla voce conservatore. Colori preferiti: blu scuro e viola: tendenza a usare i profum1 precocemente. Note orientali: Shalimar. Opium. Cinnabar Fattore C Tendenza all'ambivalenza emozionale. Punteggio alto alle voci romanticismo e interesse alla moda. Colori preferiti: nero e bianco. Note floreali-cipriate: Rive Gauche. Nahema. Fattore D Ambivalenza emozionale con tendenza all'estroversione. Punteggio alto alla voce flessibile, contento e soddisfatto della vita: idealista e allegro. Preferenza per i colori brillanti: fascia di età: i più giovani e i più vecchi. Note floreali-fruttate: Valentino, Anais Anaìs Fattore E Ambivalenza emozionale con tendenza all'introversione. Punteggio alto alla voce bisogno di sicurezza e stile di vita ordinato, valori materialistici. Colori preferiti: colori caldi come verde scuro e viola. Note orientali-fiorite: Must de Cartier, Jicky. Fattore F Emozionalmente stabili con tendenza all'estroversione Punteggio alto alle voci conservatore e socialmente attivo e dedito alla famiglia. Fascia di età meno giovane Colori preferiti: rosso scuro, verde, arancione. Note cipriate: Parure, Miss Dior Fattore G Emozionalmente stabili con tendenza all'introversione. Punteggio alto alle voci bene educato e valori tradizionali: colori preferiti: blu, giallo e grigio argento. Note aldeidiche-floreali: Chanel N-' 5, Chamade.

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