VI NARRO PROUST E MUSIL ALLA RADIO

VI NARRO PROUST E MUSIL ALLA RADIO VI NARRO PROUST E MUSIL ALLA RADIO Quattro conversazioni della Bachmann tempo di radio. Ha programmi intriganti, curiosi. Sviscera il mondo con mille voci. Tiene desta l'intelligenza e non ipnotizza come il video. Da noi Ronconi ha curato ultimamente un ottimo ciclo di prosa e altri hanno riproposto divertenti interviste immaginarie, per non parlare di interi pomeriggi di alto intrattenimento (per esempio con i vari «Lampi» invernali e estivi). Vien da pensare a tanti anni fa, quando anche in Italia grandi scrittori lavoravano perla radio conciliando raffinatamente passatempo e cultura. Una formula che la scrittrice austriaca. Ingeborg Bachmann, morta a Roma nel 1973 a 47 anni, ha fatto sua fin dagli esordi. Nel 1952 fu redattrice a Vienna dell'emittente radiofonica Rot-Wei-Rot, che mandò in onda il suo primo radiodramma, Un negozio di sogni. Seguirono Le cicale e II buon Dio di Manhattan (Adelphi, 1991). Piccoli classici di un genere allora molto in voga. La Bachmann restò a lungo fedele alla radio come testimo- ; nia un piccolo libretto. Il dicibile e l'indicibile, con quattro saggi trasmessi tra il 1952 e il 1958 dalla radio bavarese, e pubblicati ora da Adelphi nella traduzione di Barbara Agnese. Qualcuno forse chiese alla scrittrice di spiegare a un uditorio di non specialisti opere immense come L'uomo senza qualità di Musil e Alla ricerca del tempo perduto di Proust. Con parole semplici e in poco tempo. Aggiungendo magari qualche divagazione filosofica: per esempio, un ritratto di Simone Weil e la presentazione del Tractatus di Wittgenstein. Ce n'era abbastanza da far tremare le vene ai polsi a chiunque. Ma lei sa che è un problema di sensibilità e prospettiva: vuole raccontare, non indottrinare. Scioglie la materia in un fluido copione a più voci: ci sono gh speaker, gli autori e i loro personaggi come nel caso di Ulrich, protagonista dell'USQ. E poi figure che commentano, come Th. Eliot, o compagni di strada - un operaio, il filosofo e teologo Gustave Thibon - nel caso della Weil. L'autrice rimane un po' in disparte, tranne che nel saggio su Proust, dove intreccia un serrato dialogo con lo speaker. Verrebbe da pensare che si parli molto e si concluda poco. Ma è vero il contrario: in questi saggi la concisione concettuale fluisce in una precisa drammaturgia, in ruoli che il lettore ripercorre con l'ansia di giungere presto alla fine per cogliere il disegno complessivo. C'è suspense perfino nell'analisi della filosofia del primo Wittgenstein con.la riflessione fra linguaggio e mondo e l'elaborazione finale del silenzio così prossima a un racconto della Bachmann: «Certo allora non resta più domanda alcuna; e appunto questa è la risposta». Che si muova con tanta disinvoltura fra le pagine dei filosofi non stupisce: nel 1950 si era laureata su Heidegger, iniziando subito a scrivere racconti e poesie. Di qui il suo modo di vivisezionare l'USQ: il rapporto fra realtà e possibilità, la mistica musiliana e l'utopia dell'amore (la vivrà direttamente o l'addosserà ai personaggi dei suoi romanzi). Così anche leggendo Proust il nesso autobiografico si fa strada: l'amore appare come illusione e autoinganno. E nella Recherche ella scopre un'opera di pure relazioni nella quale ogni frase e ogni passo sono un «apriti sesamo che dischiude una porta dentro di noi». E' chiaro che ogni lettore, quando legge, è il lettore di se stesso. Tra Musil e Proust, tra il neopositivismo e la dolente, ma tenace lotta della Weil contro l'ingiustizia e l'orrore, la Bachmann delinea i propri temi e le proprie ansie, scopre destino e vocazione. E lo fa con tocco lieve e la magia che scaturisce dal dialogo fra intelligenze creative. E' un esempio di sublime didattica, un documento per docenti e discenti, una proposta per ogni seria programmazione radiofonica. Perché è tempo di radio, di etere, di voci che possono animare i nostri sperduti silenzi. Luigi Forte «Ildicibile e l'indicibile»: i fluidi saggi della scrittrice austrìaca trasmessi dall'emittente bavaiese negli Anni Cinquanta, IL DICIBILE E L'INDICIBILE Ingeborg Bachmann trad. di Barbara Agnese Adelphi pp. 154, L 18.000 A destra: Ingeborg Bachmann Sotto, da sinistra: Proust e Musil

Luoghi citati: Italia, Manhattan, Roma, Vienna