L'OPERA AL FEMMINILE

L'OPERA AL FEMMINILE L'OPERA AL FEMMINILE Tre donne per la letteratura IL DOPPIO ITINERARIO DELLA SCRITTURA Marina Zancan Einaudi pp. 234 L. 32.000 ATERINA da Siena, Gaspara Stampa, Sibilla Aleramo. Tre donne, tre visioni del mondo e soprattutto differenti modi di accedere alla parola e alla scrittura. Sono queste voci che Marina Zancan privilegia per un suo originale e moderno disegno della scrittura femminile italiana, alla ricerca delle sue ragioni profonde e delle interrelazioni con il corso della storia letteraria. Il progetto che l'autrice si propone, e che si rivela originale rispetto alla consuetudine degli studi sulle donne, è infatti di scoprire quelle che per le donne (e anche per altre figure rimaste marginali) sono state e sono le difficoltà a prendere posto legittimo in una genealogia letteraria. Ed è proprio il ripercorrere tale genealogia che le permette di dimostrare come la donna, a partire dagli stilnovisti e seguitando con gli intellettuali rinascimentali per giungere agli illuministi e agli storici dell'Italia unitaria, sia stata «oggetto» di poetiche. Ancora: nei casi in cui questo ordine è entrato in crisi e le donne sono salite alla ribalta e hanno preteso di parlare quali «soggetti», e in più momenti, han saputo «fare gruppo» come è avvenuto sia a fine '500 sia tra '800 e '900, l'istituzione letteraria ha quasi voluto allontanare questa reale pressione, conferendole, ed è il caso del pur attento Croce, una posizione subordinata, caratterizzata da «impudicizia» per l'espressione impressione dei sentimenti e ancora da «incompiutezza» e «mancanza» di stile. Marina Zancan riconoscendo assenze e frammenti, e ancora rivalutando dissonanze, confessioni di vite turbate e nomadismi, ambisce a colmare questa secolare lacuna, e per farlo propone un metodo: «Svelare l'uso formale che, di volta in volta, la cultura letteraria'fa"dèlia figura femminile; e insieme interpretare le modalità e le tendenze con cui la donna, in quanto soggetto di scrittura, interagisce con il sistema letterario stesso». In questo continuum, gli esempi scelti riescono quanto mai illuminanti e capaci di rendere il sottile gioco, di affermazione trasgressione e verità, che le donne hanno nelle varie epoche saputo inventare e condurre secondo un'ottica specifica. Caterina affascina con le sue lettere, scritte tra il 1370 e il 1380, e divulgate in varie edizioni dal '500 all'800. La sua voce sa infrangere quel silenzio che si imponeva ad una religiosa; e lo fa attraverso la dettatura, come se avesse timore che il filo perentorio della voce possa attardarsi negli ostacoli della scrittura, o impigliarsi nella rete dei rimandi dotti e delle citazioni teologiche. Così queste lettere, pur nel sussiego di una cornice ufficiale e diplomatica, sanno toccare tutti i registri, lucide in politica, ispirate in religione, e poi ricche di una gamma inesauribile di emozioni, del calore della vita nonché dell'accensione dell'esperienza mistica e unitiva. Soprattutto coinvolge la testimonianza di Caterina, una presenza che il testo, pur affievolito dalle trascrizioni, trasmette in tutta la forza espressiva e fisica. Impressiona quanto Caterina prenda contorni vivi, corporei, rispetto all'ideale stilnovista e quanto sappia rivolgere, pur nella parallela ascesa al perfetto amore, il suo sguardo al dramma di un'epoca, «per darsi una voce umana carica di autorevolezza divina». Un'invenzione che Caterina ritrova in una tradizione di donne: «Chi è in cammino ha bisogno di lume, acciocché non erri il cammino. E io ho trovata di nuovo una luce bellissima, ed è quella dolce vergine Lucia romana, che ci dà lume...»! Gaspara Stampa appare sulla scena di una Venezia rinascimentale e raffinata, aperta a una fitta circolazione di stimoli culturali. Il suo canzoniere amoroso è, come il corpus delle lettere di Caterina, egualmente ricomposto ed edito dopo la morte, 1554. Ancora si de- Caterina Gasparae Sibilla modern da Siena, Stampa Aleramo: e visioni linea una distanza tra espressione e testo, anche se la parola poetica è ben stabilita, con negli occhi la lezione del Petrarca filtrata attraverso il Bembo. Ma in Gaspara, più che per altre poetesse dell' ambiente veneziano già studiate dalla Zancan, colpisce l'inquietudine d'amore e come ella sappia, rispetto ad un modello limpido ed elaborato con eleganza, inventare immagini di intensità inedita e comunicarci un conflitto d'identità, una condizione emotiva tipicamente femminflen<VTve'reàrdendo e non sentire il male!», ma anche un orgoglio sofferto. «Io so che in me non son più viva, / e veggo ormai ch'ancor in voi son morta, / e l'alma, ch'io vi diedi, non sopporta / che stia più meco vostra voglia schiva». Passano secoli e con Sibilla Aleramo questa difficoltà ritorna puntuale, come in un ricorso vicinano, e si pone alla radice di una poetica che, nelle linee essenziali, ancora ci appartiene. «Una vita» è infatti un romanzo che traccia i temi di consapevolezza che le donne continueranno a maturare nel '900. E la storia di questo testo, le vicende delle sue stesure, le revisioni che Sibilla non si stanca di apportare, in un fuoco incrociato di consigli e critiche, traducono l'iter di una progressiva definizione di nodi esistenziali ed estetici al femminile. Questo è il suo messaggio, bruciato «qualsiasi elemento amoroso e romantico», s'afferma «mia nuda spietata coscienza di donna di fronte a se stessa, al dovere verso se stessa». La novità di Marina Zancan non sta solo nella sensibilità con la quale analizza queste figure di scrittrici e le loro opere così importanti per la coscienza femminile. La sua analisi va oltre l'approfondimento delle emozioni e dei pensieri, e si fonda sulla ricostruzione della storia dei testi. E' quindi la filologia a garantire una corretta esegesi. Il risultato, mirabile, è quello di provare come gh esempi scelti risultino ineliminabili in un disegno della tradizione letteraria che tenga conto non solo della linea normalmente accettata come maestra bensì di quelle aree che divengono polarità necessarie di uno sviluppo finalmente colto nella sua concreta dialettica: «disordinare l'ordine del pensiero per vedere l'ordine della vita; scomporre i quadri storiografici per aprire varchi agli immaginari delle donne; rimettere in gioco gh immaginari delle donne per conoscere e raccontare ima storia fatta di storie di uomini e di donne». Giuliana Morandini Caterina da Siena, Gaspara Stampa e Sibilla Aleramo: moderne visioni IL DOPPIO ITINERARIO DELLA SCRITTURA Marina Zancan Einaudi pp. 234 L. 32.000

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