IL TEMPO E LO SPAZIO CI REGALANO INTERSTIZI

IL TEMPO E LO SPAZIO CI REGALANO INTERSTIZI IL TEMPO E LO SPAZIO CI REGALANO INTERSTIZI SOCIOLOGIA DEGLI INTERSTIZI Giovanni Gasparini B. Mondadori, pp. 192, L 17.000. GIOVANNI Gasparini, professore di Sociologia alla Cattolica di Milano, lavora da molti anni su ciò che si I chiama la «dimensione sociale del tempo», ha scoperto che i rapporti sociali, non solo quelli temporali, non sono uniformi ma anzi sono fatti di incastri, frammentazioni, adeguamenti. La frenesia temporale è bordata dall'interstizio delle attese; i flussi comunicativi sono interrotti dalle pause del silenzio; lo scambio economico e utilitaristico viene meno nell'atto del dono; il viaggio è l'esperienza interstiziale di passare da un punto all'altro dello spazio; il prevedibile concatenamento di cause ed effetti è reso discontinuo dalla sorpresa. Individuati questi temi, Gasparini li ha trattati nei 5 capitoli della sua concisa Sociologia degli interstizi. Il libro è programmaticamente prehminare: per esempio, non nasconde il carattere puramente esemplificativo delle scelte e la necessità di trattazioni future di altri soggetti. Gasparini ne individua uno, che è la stoltezza come margine della razionalità sociale (secondo il recente volume Lo stolto di Diego Lanza). Un'altra possibilità a cui Gasparini accenna solo in qualche pagina è quella del gioco. I giochi informatici convivono, negh uffici, fianco a fianco alle cartelle con i documenti di lavoro, basta una cliccata per entrare e uscire. Le nuove lotterie sono presenti ai margini del luogo degli scambi commerciali minuti: il piattino del resto del tabaccaio, le mensole superiori delle edicole da cui pendono i biglietti, gli espositori degli autogrill. Interstiziale il gioco lo è sempre stato, ma ora è come se cercasse di forzare i suoi confini tradizionali, e uscirne: con l'onnipresenza delle possibilità di gioco nel proprio tempo di lavoro; ma anche con la dilatazione abnorme dell'interstizio nelle città del gioco (i parchigioco che interrompono il flusso «adulto» del tempo e dello spazio; le città in cui si gioca a flusso continuo, come Las Vegas). Questo succede poiché l'interstizio rappresenta la dimensione standard e ormai definitivamente franta del tempo: è l'equivalente concettuale di ciò che sul piano del folclore verbale è l'attimino. Nell'organizzazione temporale individuale abbiamo poi 10 «stacco» (il rito del caffè, la telefonata privata, appunto il giochino al computer) e l'invenzione della «pausapranzo». Ormai conviene scriverla come la si pronuncia, tutt'attaccato, anche perché nella pausapranzo si fa tutto tranne che mangiare («vado in palestra nella pausapranzo», nessuno va a pranzo nella pausapalestra). I nuovi giochi sono i giochi che si inseriscono negh stacchi, o anzi invitano a prendersene uno. Quindi il gioco, la fitness, le nuove bevande, i nuovi cibi, probabilmente anche l'ergonomia e il design si adeguano a un tempo non omogeneo e inconsutile ma fatto di una successione più o meno organizzata di fenditure. Resta parlare dell'ultimo interstizio: la lettura. Una stilistica della scrittimi interstiziale deve essere accompagnata dalla nascita di un'editoria dell'interstizio, secondo la logica dei Millelire e dei Miti. Per 11 formato della collana di Bruno Mondadori in cui è stato pubblicato, il libro di Gasparini si presta a entrare effettivamente nelle tasche (le tasche sono l'equivalente tessile di ciò che le attese sono sul piano temporale: buchi che possono contenere qualcosa). E' meravigliosamente omeopatico leggere dell'attesa mentre si attende, del viaggio mentre si viaggia, del silenzio mentre attorno c'è molto rumore. Il libro di Gasparini ha dunque alcuni limiti e alcuni meriti: questi sono abbastanza da renderlo raccomandabile, ma un approfondimento dei temi sarà necessario e anzi urgente. Stefano Bartezzaghf

Persone citate: Bruno Mondadori, Diego Lanza, Gasparini, Giovanni Gasparini

Luoghi citati: Las Vegas, Milano