IL FIORE AZZURRO DI PENELOPE di Mario Baudino

IL FIORE AZZURRO DI PENELOPE IL FIORE AZZURRO DI PENELOPE La Fitzgerald debutta in Italia a 81 anni E' una pagina straordinaria, fatta di reticenza, understatement, ironia e quant'altro, che fa capire come abbia colto nel segno un critico americano quando, parlando di Penelope Fitzgerald, la definì uno di quegli scrittori in grado non solo di creare un «mondo» ma, come pochissimi altri, ad esempio Calvino e Kundera, di creare contestualmente una metafisica. La troviamo nel primo romanzo finalmente tradotto (da Masolino d'Amico) in italiano, per Sellerio: Il fiore azzurro, dove protagonista è Friedrich von Hardenberg, ovvero Novalis, il grande poeta romantico. Innamorato della dodicenne Sophie, quella che il fratello ritiene assolutamente stupida, anzi una «patata», commissiona una miniatura a un giovane artista. Il quale ci mette tutto l'impegno possibile, e infine rinuncia perché, spiega a Novalis, in ogni cosa creata «c'è una do¬ i h gmanda che viene posta» anche se «in maniera quasi impercettibile». In Sophie questa domanda, che certamente Novalis «deve essere stato in ascolto per cogliere», forse non c'era. O almeno «io non sono riuscito a sentire... e così non sono riuscita a dipingerla», conclude il pittore. Un modo splendido di dire due cose, una bassa e una altissima: il poeta si è innamorato di una patata, oppure il poeta è l'unico che può ascoltare l'inudibile. Mondo e metafisica, ironia e sublime. Un gioco d'equilibrio e di sapienza che Penelope Fitzgerald sa esercitare da grande scrittrice. Solo che in Italia, dóve si traduce veramente di tutto, fino a ieri il suo nome non diceva nulla. Pare ci fosse sui suoi libri un'opzione dell'Adelphi, che tuttavia non veniva esercitata. Alla fine, convinta da Masolino d'Amico, Elvira Sellerio ha acquistato i titoli più importanti, cominciando da questo Fiore Azzurro scritto, fra l'altro, alla ragguardevole età di 81 anni. La Fitzgerald, nata nel 1916, ha una biografia di scrittrice almeno particolare. Figlia di E. V. Knox, che fu per molto tempo direttore del settimanale satirico Punch, è stata una rivelazione tardiva: ha esordito nella narrativa a 61 anni dopo aver lavorato al ministero britannico per l'Alimentazione, alla Bbc, aver fatto la libraia e l'insegnante d'inglese, essere infine diventata la vicedirettrice d'una rivista letteraria, la World Review, per occuparsi soprattutto, anche come studiosa, di storia dell'arte. Il suo primo romanzo, The Golden Child, venne concepito più che altro, ha raccontato, per intrattenere il marito gravemente ammalato. Il secondo, The Bookshop, uscì nel '78 e subito andò nella finale del prestigioso Booker Prize. Il terzo Offshore, vinse il premio un anno dopo. Penelope Fitzgerald è stata apprezzata subito, dagli altri scrittori prima che dal più vasto pubblico; e considerata l'autrice inglese più cosmopolita, con un'incredibile duttilità nel «creare mondi» anche molto lontani tra di loro. Tre dei suoi romanzi più noti (sono tutti piuttosto brevi, scanditi da capitoli assai svelti e di poche pagine), Innocence, The Beginning ofSpring e Tìie gate ofAngels, sono ambientati rispettivamente in Italia, nella Russia pre-rivoluzionaria e a Cambridge. The Bookshop invece è situato nella provincia britannica, e narra la storia esilarante d'un tentativo d'aprire una libreria contro la volontà dell'elite di paese; Offsìiore ha luogo in una colorita comunità che vive su chiatte attraccate nel Tamigi, dove la Fitzgerald lavorò. Non ci sono due romanzi che si somiglino, se non per lo stile, d'una trasparenza che può ricordare Calvino, e per il gioco molto sottile della loro struttura. In apparenza, la scrittrice è, per così dire, svagata. Le trame, sempre accennate con piccoli tocchi incisivi, quasi soltanto «segnalate», sembrano perdersi in derive laterali, fino al punto in cui pare esaurita la possibilità che «succeda» ancora qualcosa, fin quasi all'azzeramento. Ma proprio lì, sorprendendo il lettore, ricompone tutto, a sorpresa, con pochissimi tratti, grazie a un virtuosismo ironico e sognatore che sa nascondere ogni artificio, e far apparire ogni cosa assolutamente «naturale» e necessaria. Il fiore blu, che la Sellerio manda in libreria in questi giorni, è certamente uno dei libri che la rappresentano meglio (acclamatissimo negli Stati Uniti, dove ha vinto il prestigioso National Critics Award), con una capacità eccezionale di farci persino sentire gli odori: l'incipit, una scena apocalittica di bucato nella scalcagnata casa degli Hardenberg, nobili spiantati, è memorabile. E le lezioni di Fichte a Jena («parlava della filosofia di Kant, che per fortuna era riuscito a migliorare assai») non sono da meno: tanto per citare due pagine su 236, dove è davvero difficile scegliere. Intanto, la Sellerio annuncia le prossime traduzioni, tra cui ci sarà sicuramente lo splendido The Gate ofAngels. Potrebbe essere davvero, anche in Italia, l'inizio di una penelopemania. Mario Baudino La narratrice ; inglese, ironica e sublime, racconta l'amore del poeta romantico Novalis per la dodicenne Sophie IL FIORE AZZURRO Penelope Fitzgerald Sellerio pp. 242 L 15.000 Penelope Fitzgerald ha esordito tardi nella narrativa Suo padre diresse a lungo il settimanale satirico «Punch»

Luoghi citati: Cambridge, Italia, Russia, Stati Uniti