Il viaggio di Yehoshua a fine millennio

Il viaggio di Yehoshua a fine millennio DALLA PRIMA PAGINA Il viaggio di Yehoshua a fine millennio oggigiorno dai giovani nei confronti di tutto quello che è legato alla religione e la profonda alienazione che provano verso argomenti religiosi non permettono loro, quasi a priori, di interessarsi del passato. Credono che più ci si volge indietro nel tempo più gli ebrei religiosi erano chiusi nei propri dogmi e nelle proprie concezioni ristrette. Questa visione è tuttavia completamente sbagliata e non rimane che rammaricarsi per il disinteresse che i giovani ebrei dimostrano verso il proprio passato poiché, così facendo, rinunciano alla possibilità di approfondire situazioni complesse dall'intenso significato spirituale e dalle chiare conseguenze sui nostri giorni. Una delle sorprese più piacevoli din-ante la stesura di questo romanzo è stata, per Lesempio, la scoperta di una sinagoga per le donne esistente a Wer- maizah mille anni fa. D'un tratto mi è parso di ricevere una sorta di dono dalle profondità della storia ebraica, un dono che mi sono affrettato a girare ai lettori del romanzo, Devo inoltre sottolineare che più mi inoltravo in quella storia più capivo che proprio a causa del numero esiguo degli ebrei, della loro dispersione e del loro isolamento, anche le loro norme religiose erano più elastiche, più tolleranti, più indipendenti dalle altre comunità, meno sottomesse a regole rigide e imposte dall'alto. Ancora non esisteva alcun testo di diritto canonico ebraico al quale attenersi e naturalmente non vi era alcun bisogno di difendersi dalla minaccia di un ebreo laico, rappresentante un diverso tipo di identità. Nel romanzo si possono trovare alcune tematiche, tuttavia la Lprincipale è rappresentata dallo scontro tra principi e valori culturali e etici in situazioni storiche diverse. Nella storia ebraica questo scontro ha assunto aspetti affascinanti in quanto si è svolto senza le imposizioni di un potere centrale, bensì tramite un dialogo volontario e Ubero tra comunità di ebrei che non potevano dominarsi a vicenda ma solo cercare di convincere. Una peculiarità che persino oggi è possibile ritrovare in una certa misura in dibattiti culturali quali, per esempio, quello concernente la questione di chi debba essere considerato ebreo, un dibattito che coinvolge anche gli ebrei della diaspora. Il libro tratta anche della condizione della donna da un punto di vista culturale ed etico per mezzo della questione della bigamia e del ripudio di una moglie contlo la sua volontà. La condizione e il ruolo della donna rappresentano uno dei parametri di valutazione più importanti di una società. E malgrado Ben-Atar e i suoi arrivino dal meridione ricco e progredito, dove vivevano in relativa armonia con il mondo musulmano che li circondava, sono loro, alla fine, a modificare le loro norme sociali per adeguarle alla perentoria monogamia del piccolo centro ebraico, molto più povero del loro da un punto di vista materiale e culturale, ma caratterizzato da un fervore etico più intenso. Come si svolge questo dibattito? In forza di cosa viene condotto? Chi è il vincitore, chi il vinto e perché? Qual è il significato della vittoria e cosa rimane dei valori antichi e sconfitti, ma ancora vivi e presenti nella coscienza? In che modo troveranno di nuovo Lespressione? Ecco alcune domande per le quali cercavo un approfondimento, non tanto riguardo al passato di mille anni fa, ma riguardo al presente in cui assistiamo allo scontro tra valori culturali ed etici di gruppi diversi: religiosi e laici, sefarditi e ashkenaziti, arabi ed ebrei. Dialogo - questa è la parola chiave di oggigiorno. Sarà la realtà israeliana capace di affrontare i nuovi dialoghi culturali ed etici all'arrivo della pace o, al contrario, le diverse fazioni che la compongono (religiosi, arabi, sefarditi, yuppies ecc.) si chiuderanno sempre di più in se stesse ampliando le differenze? Io sento che proprio il gruppo a cui appartengo - laico, liberale, social democratico e di tendenza occidentale - corre il pericolo di ritrovarsi ancora più isolato, più distante dalla realtà israeliana sfaccettata, frammentata e divisa in valori culturali e sociali diversi. Occorre sforzarsi di mantenere ad ogni costo un dialogo con chi ci circonda se voghamo non solo sopravvivere ma anche dire la nostra e, forse, chissà, anche averla vinta. Abraham B. Yehoshua trad. di Alessandra Shomroni Abraham B. Yehoshua: il nuovo romanzo dello scrittore israeliano «Viaggio di fine millennio» è in uscita da Einaudi

Persone citate: Einaudi, Yehoshua