Le imprese alla sfida d'autunno di Enzo Bacarani
Le imprese alla sfida d'autunno Il presidente dell'Unione Industriale sulle conseguenze della globalizzazione Le imprese alla sfida d'autunno «Contenere il costo del lavoro» La ripresa dell'attività produttiva si presenta meno difficile di quanto non sembri e dunque occorre reagire e non lasciarsi prendere dall'emotività, perché l'area industriale torinese ha le carte in regola per rispondere alle sfide del mercato. E' quanto sostiene il presidente dell'Unione Industriale, Francesco Devalle, che sottolinea la vivacità imprenditoriale del Nord-Ovest. Presidente Devalle, i sindacalisti e alcuni imprenditori prevedono una ripresa produttiva appesantita da una situazione mondiale non positiva. Anche lei è pessimista? «No. Ho fiducia, penso che il sistema economico internazionale sia in grado di fronteggiare anche questa nuova fase. Non mancano elementi negativi. Ma bisogna evitare reazioni che ritengo emotive». Le Borse reagiscono male. «Bisogna distinguere gli aspetti finanziari da quelli dell'economia reale. I mercati finanziari, per le loro caratteristiche, sono molto reattivi e nervosi. Tendono ad amplificare la portata dei fenomeni, com'è accaduto per le crisi di alcuni importanti mercati emergenti: dai Paesi del Sud-Est asiatico alla Russia. L'economia reale è più solida, più stabile e risente meno di queste fluttuazioni. Mi spiego. L'economia americana - pur con qualche segnale di rallentamento - continua ad andare bene e quella europea sta a ruota. Anche in diversi Paesi emergenti la crescita prosegue e in Italia la ripresa c'è, seppure a ritmi più contenuti. Però i dati fondamentali della nostra economia sono rassicuranti: l'inflazione è sotto controllo e rimane inferiore al 2% e i conti pubblici rispettano i parametri europei». E la produzione industriale? «La produzione italiana ha un andamento positivo anche se altalenante. Gli investimenti sono in ripresa, l'export è migliore rispetto all'anno scorso». Gli imprenditori torinesi avvertono i contraccolpi delle vicende internazionali? «Stiamo attendendo i risultati della nostra indagine congiunturale tra le imprese associate. C'è preoccupazione, ma voglia di reagire». Ma quello che succede sul piano internazionale non po- trebbe rallentare i processi di globalizzazione? «No, perché il mercato globale non è una scelta, bensì una strada obbligata. E l'industria torinese intende andare avanti in questo carnmino nella convinzione che a medio e lungo termine i risultati saranno positivi. Questo non significa che la nostra economia sia del tutto al riparo dagli eventi: potrebbero verificarsi effetti indiretti della crisi, a causa soprattutto della forte esposizione creditizia di alcuni Paesi come la Germania. Piuttosto sono preoccupato per i problemi interni al nostro Paese. Ho il timore che la revisione dell'accordo del 1993 e gli imminenti rinnovi contrattuali riproducano una situazione di insufficiente controllo della dinamica del costo del lavoro. E mettere sotto controllo il costo del lavoro è determinante per la competitività della nostra industria, per creare occupazione». Enzo Bacarani Francesco Devalle presidente dell'Unione Industriale di Torino
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