«Ma io non sono un vìgile Rombo»

«Ma io non sono un vìgile Rombo» Il sottufficiale è indagato per eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi «Ma io non sono un vìgile Rombo» Decisiva la perizia sulla pistola estratto la pistola e ho tolto la sicurezza; Tanna, però, aveva la canna puntata verso terra. Quando ti vedi arrivare contro una macchina che non rallenta devi prendere delle precauzioni; sopra possono esserci quattro ragazzini o quattro delinquenti che hanno appena commesso una rapina». Poi cos'ha fatto? «Visto che la macchina era ormai vicinissima ho fatto un balzo indietro, per evitare di essere investito. E lì che ho perso l'equilibrio e sono caduto. La Renault mi è arrivata vicino, mi ha scartato e ha subito curvato verso via Cavagnolo...». Quand'è che ha sparato? «Cadendo. Quel colpo è partito per caso. Tant'è che nessuno di noi si è messo ad inseguire la macchina: non avevamo nessuna intenzione di fermarla. Pensi, non abbiamo neanche avuto il tempo di leggere la targa...». Ma ha capito di aver colpito la Renault 5 in fuga? «Niente affatto. I miei colleghi mi hanno chiesto se mi ero fatto male, si preccupavano per la caduta. Non ci abbiamo più pensato fino a quando è arrivata quella volante della polizia ad avvertirci di quanto era successo...». Ma perché non l'avete inseguita? «Gli inseguimenti li facciamo solo in casi estremi. Pensi: dieci minuti prima che passasse quella Renault, un'altra auto non si era fermata al segnale di alt. Era una Golf scura; non abbiamo inseguito neppure quella. E non abbiamo sparato...». Quel colpo esploso contro l'auto dei quattro ragazzi diretti a Viverone quindi sarebbe partito per caso? «Ma certo: non sono mica Rambo. Che cade e spara contro le auto in fuga. Non scherziamo: io sono un vigile urbano, non un giustiziere. E poi sono anche un istruttore...». Cosa vuol dire? «Che io addestro i colleghi più giovani. E proprio parlando del- la pistola dico sempre di scordarsi di averla al fianco. Che è meglio usare la penna piuttosto che un'arma da fuoco...». Quando tornerà in servizio? «Sùbito. Non voglio stare a casa. Ho fatto quello che avrebbe fatto qualunque collega nelle mie condizioni, Ho avuto la sfortuna di cadere, sparare e ferire un ragazzino. Mi dispiace. Ma non per questo devo starmene a casa». Sono stati adottati provvedimenti disciplinari nei suoi confronti? «Nessuno. E in 12 anni di servizio non ne ho mai ricevuti». Lodovico Poletto «Voglio andare a parlare subito con il magistrato. Voglio spiegargli cos'è capitato quella notte. Io non sono mica un pistolero, uno che l'arma la tira fuori ogni volta che una macchina non si ferma all'alt...». Parla piano Francesco Nostro, il sottuficiale dei vigili urbani torinesi, che nella notte tra sabato e domenica, ad un posto di controllo con autovelox, ha esploso un colpo di pistola contro una macchina in fuga, e ferito uno degli occupanti, Vincenzo Loi, 17 anni. A 48 ore dal ferimento, Nostro è un uomo provato: «Ieri avrò bevuto 20 caffè, e fumato decine di sigarette. Sono disperato: qualcuno ha detto che sono un Rambo. Non è vero: quella notte è stato solo un incidente...». In attesa che il pm Nicoletta Quaglino, convochi il vigile in Procura per interrogarlo, proseguono gli accertamenti. Ieri subito dopo la consegna degli atti al procuratore aggiunto Piero Miletto, il magistrato incaricato delle indagini ha disposto due perizie. La prima, balistica, servirà ad accertare la traiettoria del proiettile, stabilire da che distanza è stato esploso e verificare se la pistola era già stata armata. L'altra, medico legale, sarà eseguita sul giovane rimasto ferito e dovrà accertare la natura delle lesioni. E sempre ieri la Squadra mobile ha interrogato l'ultimo dei sei agenti della polizia municipale in servizio sabato notte in corso Vercelli. Negli uffici del comando, in corso XI febbraio, invece, sono stati sequestrati i vestiti indossati da Francesco Nostro durante quel servizio, la sua pistola (una Beretta calibro 9) e il multavelox. Per il momento, invece, non è stata mossa alcuna accusa al giovane autista della Renault 5. Francesco Nostro, già accusato di eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi (reato perseguibile solo con una querela), dice di essere disposto a spiegare in qualunque sede cos'è accaduto sabato notte. «Non ho niente da nascondere ripete -, ho agito come prescrive il regolamento». Attraverso il suo avvocato, Loredana Gemelli, ha fatto sapere al magistrato di voler al più presto essere interrogato. Le va di ricordare adesso cos'è capitato quella sera? «E' semplicissimo. Noi stavamo controllando la velocità: un servizio abituale il sabato sera. A poca distanza da me c'era un collega con il rilevatore laser e, quando quell'auto è uscita dalla curva, ha attivato l'apparecchio. Se si supera il limite, l'autovelox laser s'innesta istantaneamente e fa scattare un cicalino. Quando ho sentito quel suono mi sono messo in mezzo alla strada: in mano in quel momento avevo solo la paletta». E poi cos'è successo? Perché ha estratto la pistola? «Perché l'auto non rallentava. Anzi, ha scalato marcia, come chi cerca di far prendere velocità alla macchina. Allora ho Vincenzo Loi, 17 anni, è ricoverato in ospedale: la prognosi non è ancora stata sciolta L'avvocato Loredana Gemelli difende il sottufficiale dei vigili urbani

Luoghi citati: Viverone