A Scarmagno toma la speranza
A Scarmagno toma la speranza Dal vertice con il ministro Bersani un segnale di rilancio per OP Computers A Scarmagno toma la speranza «Ma non cantiamo vittoria» Nessuno canta vittoria, anzi. Ma è un primo passo sicuramente positivo, quello compiuto ieri alla ripresa del confronto sulla crisi della OP Computers di Scarmagno, la fabbrica di personal computer che nel '97 {'Olivetti aveva ceduto all'americano Edward Gottesmann. Gli azionisti, davanti al ministro dell'Industria Pierluigi Bersani e ai vertici nazionali di Firn, Fiora e Uilm, hanno infatti comunicato la decisione di procedere alla ricapitalizzazione, al rifinanziamento e all'apertura di nuove linee di credito. In pratica, si sono impegnati a mantenere l'insediamento canavesano. E questo senza l'appoggio di Itainvest, il cui intervento era stato a lungo invocato e giudicato decisivo per risollevare le sorti dell'azienda. Inoltre avrebbe gaiantito maggior coinvolgimento l'Olivetti, azionista di minoranza con il 19 per cento. Il gruppo di Ivrea potrebbe contribuire al sostegno commerciale, attraverso le sue linee distributive; senza escludere che possa trasformare i suoi attuali crediti in finanziamenti a medio e lungo termine. Il percorso intrapreso ieri, pur sostanzialmente positivo (soprattutto se raffrontato agli scenari che si ipotizzavano fino a pochi giorni fa), non significa certo che i problemi di Scarmagno sono terminati. Azienda e sindacati torneranno a Roma lunedì prossimo, questa volta per discutere il piano industriale. «Sicuramente - commenta Gianni Marchetti, segretario della Uilm di Ivrea - ora c'è un quadro di maggior solidità finanziaria, non più un castello di sabbia. Sono emerse novità positive, ma ci sono ancora molte valutazioni e verifiche da fare». Cautela alla Fiom. «Abbiamo qualche elemento in più - dice Laura Spezia -, lunedì prossimo entreremo nel merito». Il segretario nazionale Giampiero Castano è pronto a dare il proprio consenso, ma soltanto a determinate condizioni. «Ci atten¬ diamo scelte di qualificazione, di sviluppo del prodotto e dell'attività di assistenza dei clienti. Ma soprattutto sarà importante l'aspetto occupazionale: impossibile prendere in considerazione un piano che prevede tagli dei lavoratori». Nessuno, quindi, se la sente di abbassare la guardia. Restano in sospeso, ora, le iniziative di lotta preventivate alla vigilia dell'incontro di ieri. A partire dallo sciopero generale del Canavese, ipotizzato per il 18 settembre. Sarà decisivo, a questo punto, il confronto di lunedì prossimo sul piano industriale: se la situazione dovesse nuovamente precipitare, lavoratori e cassintegrati (e con loro i sindaci e i politici canavesani) scenderanno a Roma, per manifestare di fronte al ministero dell'Industria. Intanto, a Scarmagno, domani si celebrano i 100 giorni di presidio davanti ai cancelli dell'azienda. Giugno era appena agli inizi, infatti, quando i 449 cassintegrati avevano dato vita ad un picchetto permanente, che ha avuto soltanto una pausa di pochi giorni ad agosto. Più di 3 mesi passati sotto una tenda, con tavolini e sedie di fortuna, fra striscioni e cartelli, facendo turni giorno e notte soprattutto per tenere sotto controllo (e, se possibile, impedire) il passaggio dei camion merci in entrata e uscita dallo stabilimento. Al gruppo - a volte numeroso, altre più sparuto - dei cassintegrati, sovente si sono uniti sindacalisti e lavoratori, più raramente politici. «Non è certo con il presidio che si era pensato di risolvere i problemi - è il pensiero dei promotori di questa protesta -. Voleva e vuole essere, invece, un'iniziativa per essere sempre visibili di fronte alla gente, per ricordare che lottiamo per salvare il nostro posto di lavoro e il futuro della OP Computers». Mauro Revello Cautela nel sindacato «Attendiamo il nuovo piano industriale» Lo stabilimento di Scarmagno è stato il cuore della produzione dei Pc Olivetti; a fianco il ministro Pier Luigi Bersani e Gianni Marchetti
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