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Truffavano e rapinavano anziani: due in manette Le indagini hanno preso il via dalla lettera a «La Stampa» di una donna raggirata che invitava il sindaco a fare qualcosa Truffavano e rapinavano anziani: due in manette Convincevano le pensionate a fare prelievi in banca, poi le derubavano Erano diventati degli esperti. Bastava addocchiare la pensionata giusta, quella con l'aria più mite e riservata, mentre usciva da un ospedale o dal cancello del cimitero. Bastava avvicinarla con le parole giuste: «Mi perdoni se la disturbo, devo chiederle un'informazione...». Bastava non spaventarla e il gioco era fatto. Le raccontavano una storia incredibile, le facevano vedere finte mazzette di denaro. Le imploravano: «Ci aiuti, la prego...». Convincerla ad andare in banca a ritirare i suoi risparmi era la parte più facile. Era sufficiente garantirle un guadagno mimino: «Se è disposta a collaborare con noi». In pochi mesi, a Torino, hanno messo a segno decine di colpi, molti dei quali non sono nem- meno stati denunciati. Ma la carriera dei due truffatori di anziani è finita ieri mattina. Erano le sette: due agenti della squadra di Pg del commissariato Borgo Po li hanno aspettati all'uscita di casa e li hanno ammanettati. L'accusa: truffa e rapina. E per Michele Grande, 43 anni, e Simone Stojanovic, 60, si sono aperte le porte del carcere. Le indagini sui due truffatori sono durate un paio di mesi. Tutto ha preso il via dalla storia di una pensionata raggirata, che aveva scritto al sindaco una lunga lettera nella quale raccomandava al primo cittadino di prendersi cura degli anziani. La sua vicenda (derubata di 12 milioni) era stata raccontata da La Stampa. Un vigile di Moncalieri, leggendola, si era ricordato di due uomini con fare sospetto che, qualche giorno prima, avevano avvicinato una pensionata. Parlavano fitto fitto con lei, cercavano di convincerla a fare qualcosa. Appena lo avevano notato, però, si erano allontanati. Il vigile ha segnalato la cosa alla polizia. Risalire ai due non è stato difficile. Per settimane Michele Grande e Simone Stojanovic sono stati pedinati dai poliziotti. Sono stati visti mentre contattavano decine di pensionate. Mentre raccontavano la solita storia. Grande, fingendosi un professionista milanese, le avvicina¬ va dicendo che cercava un notaio, che doveva fare una grossa donazione. Stojanovic, che fingeva di passare da lì per caso, e di aver sentito ogni cosa, si faceva avanti, dicendo di poterlo aiutare. Il primo, poi, mostrava alcune mazzette di denaro: «Questi sono i soldi da donare. Se mi da una mano una percentuale è per lei. L'importante è che mi diate qualcosa per garanzia». Il complice accettava subito. Da una borsa tirava fuori una mazzetta di denaro. Soldi finti: di vero c'era solo al prima banconota. Sotto c'era carta straccia: fogli della stessa larghezza delle banconote, ritagliati dalle pagine dei fumetti di Tex Willer. Poi convincevano la pensionata a fare un prelievo in banca: «Mi aiuti anche lei, almeno guadagna qualcosa anche lei. Non si offenda, ma è anziana, e con le pensioni da fame che danno oggi le farà certamente comodo qualche milione in più». Se lei accettava non c'era scampo. Con la loro auto l'accompagnavano in banca per il prelievo. Quando tornava le rubavano i soldi, la spingevano fuori dalla loro auto e se ne andavano. Truffe vigliacche che hanno ridotto sull'orlo della disperazione decine e decine di pensionate. «Molte spiega Anna Galdieri, dirigente del commissariato Borgo Po non hanno nemmeno avuto il coraggio di presentarsi a fare denuncia alla Polizia. Hanno provato vergogna, o hanno avuto paura di essere sgridate dai parenti». Ora i due sono in carcere. Alla polizia hanno raccontato che da qualche giorno si erano spostati nel Milanese. A Torino, ormai, avevano già colpito troppe volte. Quante? Non hanno voluto dirlo: «Non lo sappiamo neanche noi. Questa è un'attività nella quale non si tiene una contabilità precisa...». [1. poi.] Michele Grande Simone Stojanovic preso con il complice