Fugge dai carceriere e cade dal terzo piano

Fugge dai carceriere e cade dal terzo piano La ragazza era nuda e ha cercato di calarsi con lenzuola annodate che hanno ceduto Fugge dai carceriere e cade dal terzo piano Giovane cinese come una schiava: è grave Via San Paolo, il traffico di mezzogiorno, decine di persone con il naso all'insù. Tutti gli occhi rivolti ad un balcone, al terzo piano del numero 12: una ragazza dai tratti orientali ha appena gettato lungo la facciata della casa una sorta di corda, fatta con lenzuola colorate. Quando comincia a calarsi qualcuno urla «Ferma, non lo fare. E' pericoloso». Ma la ragazza, che è completamente nuda, non ascolta nessuno. Scende di un metro, di due. Poi un lenzuolo si strappa, la ragazza con un urlo cade. Rimbalza sulla tenda tesa sul balcone del primo piano: una circostanza che probabilmente le salva la vita. Quando i passanti la soccorrono, sul marciapiede, ha ancora la forza di piangere e di lamentarsi. Arriva un'ambulanza, arrivano i carabinieri: è la prima pagina di un giallo, difficile da capire. Quella ragazza è cinese. Lo racconta lei stessa, a fatica, in ospedale, ad una connazionale. Dice di chiamarsi Lj, di essere da poco in Italia, e di avere cercato di fuggire. Spiega, confusamente, di avere approfittato del fatto che il suo guardiano (che però non si trova) si era addormentato. Aggiunge anche che era costretta a stare nuda, in quella casa, perché non potesse fuggire. Una storia di immigrazione clandestina, forse di sfruttamento. Ma la ragazza è in condizioni critiche, ha molte fratture, si esprime male e soltanto nella sua lingua. Dovrà essere risentita con più calma, nei prossimi giorni. I carabinieri della compagnia Mirafiori avviano indagini in un mondo difficile. Mentre la ragazza è sotto l'effetto dei tranquillanti si cerca di delineare qualcosa del suo passato. Oltre al nome, forse al soprannome, Lj, la ragazza aggiunge anche un confuso cognome. Vero o falso? Non si sa, certo non ha alcun riscontro né sui terminali del ministero dell'Interno, né all'ufficio stranieri della Questura. Si cerca, allora, l'affittuario della casa: si chiama Jiang Wenzhong, 28 anni, originario dello Zhejiang. E' un regolare, un operaio addetto alla posa del porfido, un lavoratore. E' lui l'uomo che teneva prigioniera Lj? I militari lo bloccano alle 16, mentre sta rientrando a casa. Lo portano in caserma, dove si trovava ancora in serata inoltrata. Ufficialmente sotto interrogatorio soltanto come teste. Giovanni Bono, 75 anni, tipografo, è il padrone di casa: «Wenzhong è un ragazzo a posto. E' arrivato qui dieci mesi fa ed ha sempre pagato regolarmente la pigione: 400 mila lire per 4 stanze. Per quanto ne so è più affidabile di tanti ita¬ liani. Non so se ospitasse altra gente, ma si vedevano spesso suoi connazionali, il più delle volte donne. Non hanno mai dato fastidio: mai un grido, mai una radio tenuta troppo alta, mai un litigio. Non mi so spiegare cosa ci facesse lì una ragazza nuda. Il loro è un mondo chiuso, per noi è difficile capire i loro comportamenti». Al secondo piano, nello stesso stabile, abita la famiglia Shuang Mei: gestisce il ristorante Zhao Yang in via Monginevro 9. Raccontano: «Conosciamo poco Wenzhong, sappiamo che ha un buon lavoro e che è una persona tranquilla. Non sappiamo spiegarci nemmeno noi quel che è accaduto». E quella ragazza? «Sì, abbiamo incontrato qualche volta delle ragazze, di solito appena arrivate dalla Cina. Ci siamo però sempre limitati a frasi di circostanza, ai saluti. Non abbiamo mai approfondito la conoscenza: noi cinesi rispettiamo molto la privacy altrui». E' tutta la verità? I carabinieri del capitano Salsano sono al lavoro, soprattutto per cercare di capire. Un tassello dopo l'altro si cerca di ricostruire un mosaico difficile. Si parte dal reato commesso ai danni di Lj: sequestro di persona. E dalla sensazione di trovarsi di fronte alla punta di un iceberg, al confuso segnale di un traffico di clandestini coperto dalla blindata omertà della mafia del Sol Levante. Angelo Conti Drammatica storia di immigrazione clandestina e sfruttamento L'affittuario di casa sentito in caserma Qui sopra, il palazzo dove ieri è avvenuta la disgrazia e a fianco un ingrandimento del balcone al terzo piano con appeso il lenzuolo strappato Il proprietario della casa di via San Paolo, Giovanni Bono. Sopra il campanello dell'alloggio abitato dai cinesi

Persone citate: Angelo Conti, Giovanni Bono, Jiang Wenzhong, Salsano, Shuang Mei, Zhao Yang

Luoghi citati: Cina, Italia