Inzaghi; «Mi manca l'Italia, ma furò tris con lu Juve» di Fabio Vergnano

Inzaghi; «Mi manca l'Italia, ma furò tris con lu Juve» LA SFIDA DEL CANNONIERE ||§ Il bomber di Lippi ringrazia Vieri per gli elogi, loda Del Piero e promette un'altra stagione esaltante Inzaghi; «Mi manca l'Italia, ma furò tris con lu Juve» «Pazienza se neppure Zoff mi fa giocare, rivincerò in bianconero, la "mia" Nazionale» TORINO. Porte chiuse per Filippo Inzaghi. Dopo Maldini, anche Zoff ha detto no al centravanti dal gol facile. Difficili le scelte del nuovo et, ma difficile pure pensare che l'attaccante si adatti a decisioni che continuano a penalizzarlo. Dopo il Mondiale la sua posizione di precario del gol è rimasta immutata. Così, dopo il Galles, gli restano dubbi e domande senza risposta. E' normale che Inzaghi si chieda perché non pensino mai a lui. E in effetti capire il motivo di questo ostracismo nei suoi confronti non è facile. Da una parte c'è l'abbondanza di attaccanti che certo non lo favorisce, dall'altra il fatto che da un et all'altro si privilegia il concetto che un attaccante di peso e uno agile sia sempre la soluzione ideale e più sicura. Ma è impresa ardua convincere un attaccante che segna gol a grappoli di essere soltanto un rincalzo. Inzaghi continua a cercare una spiegazione: «Zoff non mi ha chiarito il motivo dell'esclusione. In attacco siamo in tanti, tuttavia mi spiace non giocare perché credo di aver fatto il massimo per meritare quella maglia. Io sono tranquillo, per me parlano i 27 gol della scorsa stagione e il buon avvio di quella appena iniziata. Spero soltanto che non ci sia prevenzione». Si consoli, se può. Dirotterà sulla Juve le proprie attenzioni. Inzaghi, seconda stagione bianconera, garantisce che sarà così: «La Juve è sempre stata la mia Nazionale privata. E' questa la maglia cui sono più legato e non vedo l'ora che arrivino le partite che contano per dimostrare chi sono». SuperPippo non ha bisogno di qualcuno che lo sponsorizzi ma i migliori complimenti arrivano dagli avversari. Vieri l'ha già eletto capocannoniere del prossimo campionato: «Fa piacere essere stimato, vuol dire che negli ultimi anni ho seminato bene. Mi rende orgoglioso essere uno dei rappresentanti di una generazione di giovani attaccanti made in Italy. Vieri, Totti e Montella: nomi importanti che tutto il mondo invidia». Domenica il campionato. Lo scudetto sul petto, una concorren¬ za sempre più agguerrita. Inzaghi mette l'elmetto e si prepara alla battaglia. «Non sarà facile ripetere le cifre della passata stagione. Ho una grande squadra che mi aiuta, tuttavia anno dopo anno le difficoltà aumentano, lo credo di essere quello di sempre e ricomincerò subito la caccia al gol. Anche se alla Juve mi hanno insegnato che i fatti personali sono sempre secondari rispetto al gruppo. A me basta vincere qualcosa». Lippi sostiene che, passata la fame, ci vorrà una Juve intelligente per restare ai vertici. Inzaghi ha qualcosa da obiettare: «Forse questo vale per altri compagni. Io sento ancora un certo languorino, non sono sazio di vittorie anche perché è da poco che sono nel calcio dei grandi. Se ho scelto di restare alla Juve è proprio perché so che da nessuna parte si vince quanto qui». Sarà ancora decisiva la sua intesa con Del Piero. Alex è partito a rilento, ma Inzaghi lo vede più leader che mai: «Un inizio in sordi¬ na significa poco. I suoi meriti sono grandi, la sua classe immutata. Deve soltanto stare tranquillo e tornerà quello di prima. Non esiste Juve senza Del Piero». E neppure senza Ferrara. Il difensore è fermo dal 1° febbraio, ma il suo rientro si avvicina. Inzaghi fa il tifo per Ciro: «Sarà la sorpresa del prossimo campionato. Tornerà importante come prima in campo e fuori. Per Lippi e per Zoff». Ma Inzaghi scommetterebbe qualche milione sulla riconquista dello scudetto? «Perché no? Abbiamo tutto per fare il tris». Lippi, intanto, mette le mani avanti: «Ripetersi sarà dura perché spira un vento contrario contro la Juve e anche contro Del Piero. Lui fino a due mesi fa era un idolo, un salvatore della patria: poi gli hanno detto contro tante cattiverie che però ha saputo gestire con maturità. Comunque, sono cose che fanno male». Fabio Vergnano ||§ Pippo Inzaghi (25 anni) qui con il Trofeo Berlusconi; è partito bene, dopo aver segnato l'anno scorso 27 gol: «Di più non posso fare»

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