Milano, rimbalzo a metà di Zeni

Milano, rimbalzo a metà Milano, rimbalzo a metà Ondata di vendite su Comit-Bancaroma MILANO. Festeggia (il Labour day) Wall Street e piazza Affari va su del 2,41 per cento. Qualcuno la butta sul ridere e commenta: «Chiusa Wall Street è un po' come quando a scuola manca il maestro, i ragazzi si scatenano». Anche questa è Borsa: in attesa di capire qualcosa di più sulle evoluzioni delle crisi in corso, assente la grande bussola newyorkese, bastano e avanzano le parole (ottimistiche) di Alan Greenspan a spingere al rialzo i mercati. Tutti i mercati, dall'Est all'Ovest, piazza Affari compresa. Parole dolci (per le orecchie degli gnomi della Borsa) quelle del presidente della Federai Reserve, uomo che non ha mai nascosto le sue perplessità sui continui rialzi di Wall Street e dintorni. Se la crisi mondiale dovesse allargarsi anziché sgonfiarsi gli Stati Uniti manovrerebbero sulla leva dei tassi per evitare d'importare recessione: così ha detto due giorni fa davanti a una platea soddisfatta un uomo (cauto) come Greenspan. In soldoni, la Fed è pronta a far scendere il costo del denaro. Era quanto si aspettavano un po' tutti i guru di Wall Street che da tempo auspicano un taglio ulteriore dei tassi, un taglio che favorirebbe le imprese, l'economia, i consumi e la Borsa americane ma che darebbe anche una spinta (per analoghe riduzioni) ad altri mercati. Così, grazie a Greenspan, il lunedi più temuto dai mercati si è trasformato nel lunedì del recupero. Tanto che nemmeno le preoccupazioni di metà pomeriggio in arrivo dalla Russia, la seconda bocciatura da parte della Duma del candidato pre¬ mier Cernomyrdin, la defenestrazione del governatore della banca centrale, pur azzerando una parte dei guadagni, non sono riuscite a fermare il rialzo. Non che sia stata una giornata trionfale, in Piazza Affari. Questo no. I tempi sono tempi di cautela e incertezza ed è praticamente scontato che questo andamento lento proseguirà almeno fino alla riunione (la prossima settimana) del G7 convocata da Tony Blair a Londra: solo allora, forse, si potrà cominciare a capire cosa i mercati si dovranno aspettare e quali saranno, se ci saranno, le misure adottate dalle grandi economie per evitare una crisi che secondo il presidente della London School Anthony Giddens potrebbe essere «più grave di quella del Ventinove». Gli investitori trattengono il fiato, mentre i big invitano alla calma: domenica a Cernobbio, lo hanno fatto sia il presidente della Fiat Paolo Fresco, che il numero uno della Rcs, Cesare Romiti, concordi nel suggerire di tenere duro. Chiusa Wall Street, a far da traino (e poi da freno) a Piazza Affari sono state prima le Borse asiatiche, tutte su alla grande, e poi Francoforte, la Borsa europea più sensibile all'andamento della crisi russa. E proprio il calo di Francoforte, nel pomeriggio, sull'eco delle notizie politiche da Mosca, ha pian pianino svuotato il gran rialzo della mattina quando il Mibtel era schizzato su del 3 per cento. Scambi non tantissimi, meno di 2400 miliardi, segno evidente della cautela dominante. E occhi puntati su alcuni titoli, sull'Eni in particolare che da un paio di giorni è tornato a far da traino (non succedeva da mesi) a Piazza Affari. Ieri il prezzo dell'Eni è salito del 6,37 per cento e non tanto (o non solo) grazie al rimbalzo del prezzo del petrolio di cui stanno godendo un po' tutte le «oil companies» (in Italia la Erg ha guadagnato il 3,93 per cento) ma soprattutto grazie alle parole del presidente Bernabò che, a Cernobbio, tre giorni fa ha presentato il suo Eni come un gruppo «di grande solidità con grandi prospettive di sviluppo». Quanto basta perché i fondi e soprattutto quelli esteri che da tempo avevano trascurato l'Eni si siano precipitati a ricomprare. Più o meno il contrario di quanto è successo ai titoli bancari, apparentemente mollati dagli investitori stranieri (che ne avevano fatto grande incetta nei mesi scorsi) e dalla speculazione: così anche ieri titoli come la Comit e Banca di Roma guidata di Cesare Geronzi (ultimo prezzo di Comit +1,38 per cento con prezzo ufficiale a -4,52 per cento, ultimo prezzo di Bancaroma + 2,40 per cento con prezzo ufficiale giù del 2,39 per cento) hanno fatto su e giù sulle voci - rieccole - di possibili accordi. Armando Zeni Cesare Geronzi, numero uno della Banca di Roma