«Voto nel Kosovo entro tre mesi»

«Voto nel Kosovo entro tre mesi» Un Parlamento locale: proposta di Milosevic «Voto nel Kosovo entro tre mesi» ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Entro tre mesi nel Kosovo potrebbero tenersi le elezioni per il nuovo Parlamento locale. E' l'ultima proposta del presidente jugoslavo Milosevic, che pochi giorni fa ha annunciato la disponibilità di Belgrado a un accordo provvisorio con gli albanesi che prevede un «certo grado» di autoamministrazione della regione. Citando fonti vicine alla Lega Democratica del Kosovo capeggiata dal leader moderato Ibrahim Rugova, il giornale «Glas Javnosti» spiega che al voto, che si svolgerebbe sotto il controllo di osservatori stranieri, parteciperebbero sia i serbi sia gli albanesi. Una volta costituito il Parlamento, gli eventuali contenziosi tra i rappresentanti dei due popoli verrebbero risolti da un mediatore internazionale. Anche l'applicazione dell'accordo provvisorio, della durata dai tre ai cinque anni, verrebbe garantita da 700 osservatori stranieri. Ma sul terreno la tensione continua. Secondo l'agenzia Vip di Belgrado, nel Kosovo agisce un nuovo gruppo di guerriglieri, le «Forze armate della Repubblica del Kosovo» (Fark). Vicini al premier in esilio Bujar Bukoshi, i miliziani del Fark, presente nella regione da circa tre mesi, sarebbero rivali dell'Esercito di liberazione del Kosovo. Secondo la radio indipendente B92 di Belgrado, tra i due gruppi rischia di esplodere un vero conllitto. Per il momento, però, gli scontri continuano tra le forze jugoslave e l'Uck. Il Comitato kosovaro per la difesa dei diritti dell'uomo e delle libertà ha riferito ieri di nuove vittime nella zona di Orahovac, dove sono stati uccisi sedici albanesi e una cinquantina sono rimasti feriti. Nei bombardamenti dei villaggi intorno a Pri- In vigoreUe il baaerei j nei Paesi ndo degli ugoslavi zren sono morti 25 albanesi, tra cui sette guerriglieri dell'Uck. Le fonti serbe, che non hanno fornito alcun dettaglio sugli scontri di Orahovac, hanno confermato invece i combattimenti nelle vicinanze di Prizren, dove sarebbero stati uccisi quaranta miliziani dell'Uck. Dopo tre giorni trascorsi nel Kosovo, l'assistente del segretario di Stato americano per i diritti dell'uomo John Shattuck ha incontrato ieri a Belgrado il presidente Milosevic, accusandolo di «terribili» violazioni dei diritti umani nel Kosovo. «Milosevic sa quali saranno le conseguenze della sua politica», ha ammonito l'inviato di Clinton, che hanno sollevato tra l'altro la questione dei civili albanesi, tutti maschi tra i 16 e i 70 anni di età, separati dalle loro famiglie e portati via dalla polizia serba. Ieri è entrato in vigore il divieto dell'Unione Europea agli aerei della Jat, la compagnia di bandiera jugoslava, di atterrare negli aeroporti dei Paesi dell'Unione. All'ultimo moento anche la Grecia, che era contraria, si è allineata. Un portavoce del governo serbo ha criticato come «discriminatoria» la decisione dell'Ue, ma ha precisato di essere contrario all'adozione di misure di rappresaglia contro le compagnie aeree dei Paesi dell'Unione che hanno collegamenti con la Jugoslavia. Un dirigente della «Jat» aveva infatti dichiarato che la compagnia avrebbe sollecitato ritorsioni nel caso in cui l'embargo fosse stato varato. Il direttore dell'aeroporto di Belgrado-Surcin, Ljubomir Acirnovic, ha precisato che alcune compagnie straniere, come la Swissair e la Lufthansa hanno già proposto di aumentare il immero dei loro voli da e per Belgrado. Ingrid Badurina In vigore nei Paesi Ue il bando degli aerei jugoslavi Un aereo della Jat: da oggi la linea jugoslava è bandita dagli aeroporti dell'Ue

Persone citate: Bujar Bukoshi, Clinton, Glas, Ibrahim Rugova, John Shattuck, Ljubomir Acirnovic, Milosevic