IL TEMPO DELL'INGANNO

IL TEMPO DELL'INGANNO IL TEMPO DELL'INGANNO con la percezione di un tremendo inganno (da parte di coloro che hanno creduto nelle «riforme-) e con lo sconcerto dei più giovani, cresciuti in un contesto di consumi e ora messi di fronte a una penuria sconosciuta e incomprensibile. Il tempo a disposizione per cambiare rotta - a disposizione del Presidente e della Duma - non supera le due settimane. Ci si chiede se e come sia possibile, dall'esterno, influenzare positivamente il corso degli eventi. Sia degli eventi economici, che stanno precipitando a ritmi frenetici, siadi quelli politici, che corrono anch'essi a velocità crescente. In Occidente (anche in Italia) molti commentatori sembrano prevalentemente occupati a difendersi dall'accusa di non aver capito quello che stava accadendo in Russia. Esercizio del tutto improduttivo. L'Europa è troppo vicina alla Russia per potersi permettere un atteggiamento attendista, quando non di estraneità ostile, delusa e offesa contro «questi russi incapaci» di cavare il ragno dal buco. Le analogie con la Cina non reggono. L'Occidente non ha imposto alla Cina il proprio modello per la banale ragione che la Cina era in condizione di non permetterlo. Non la Cina, ma la Russia, ha perduto la guerra fredda. Non la Cina, ma la Russia, è uscita dal comunismo con una classe dirigente del tutto subalterna, culturalmente e politicamente, ai modelli prevalenti in Occidente. E, quindi, la responsabilità dell'Occidente verso la Russia è mille volte superiore. Poiché la sua influenza è stata incomparabilmente più decisiva. Decisiva, certo, anche se la classe dirigente post-comunista russa porta tutta la pro¬ pria responsabilità per l'accaduto, e non può chiedere e ottenere indulgenze, ne invocare a scusante il passato comunista. Ma questo è un altro problema. Quello attuale s'imposta prendendo atto che l'Occidente, e l'Europa, hanno una rilevante possibilità d'intervenire e di modificare il corso degli eventi. C'è, per fortuna, una larga presa d'atto che non si può più dire ai russi di continuare come hanno fatto finora. Si formi un comitato d'emergenza al più alto livello politico europeo, in grado di seguire da vicino, con continuità, la situazione e di prendere - d'accordo con tutte le componenti dell'establishment russo - le necessarie misure con la massima tempestività. Sarà un passo difficile, ma che non verrà respinto. Bisogna tentarlo, con coraggio, prima di essere costretti a organizzare le colonne di soccorsi. Giuliette Chiesa

Persone citate: Giuliette Chiesa