Niet degli industriali tedeschi di Emanuele Novazio

Niet degli industriali tedeschi Niet degli industriali tedeschi Un rapporto segreto stronca il premier russo BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La candidatura di Viktor Cernomyrdin è «un'assurdità»: come si può, infatti, «affidare di nuovo il Paese all'uomo che è corresponsabile del suo disastro?», «Come si può pensare che sia lui l'unico in grado di riparare i danni fatti finora?». L'allarme del mondo economico tedesco per la situazione in Russia, sempre più critica e confusa secondo le valutazioni di Bonn, è condensato in un rapporto riservato preparato da una delegazione del «Diht», l'associazione degli industriali, della quale riferiva ieri la «Sùddeutsche Zeitung» e dalla quale emergono due punti, soprattutto: il caos economicofinanziario e la continua svalutazione del rublo hanno, per ora, conseguenze molto contenute per le imprese tedesche. Molto più gravi sono l'incertezza politica, la confusione che sembra regnare al Cremli- no, l'ostinazione di Eltsin nel riproporre la candidatura Cernomyrdin: «L'ironia della situazione sta nel fatto che nessuno, tranne il primo ministro designato, sembra disporre dei contatti necessari, fra i gruppi parlamentari, per raggiungere un consenso politico in grado di realizzare il risanamento del Paese», nota il rapporto. Il rischio più serio, insomma, è nel «dilettantismo (politico) collegato alla disinformazione di stampo sovietico», confermati chiaramente dallo «spettacolo inscenato negli ultimi giorni»: i I danni - anche psicologici - che ne conseguono «sono molto gravi». Potrebbe Cernomyrdin far meglio in un secondo mandato? Gli industriali tedeschi hanno «serissimi dubbi» sulle competenze di un uomo politico che ha fatto un pessimo uso degli aiuti inviati a Mosca dal Fondo monetario internazionale: l'ex primo ministro non è riuscito ad approfittarne per rimettere in piedi l'economia del Paese - accusa il rapporto ma ha impiegato quel fiume di denaro soprattutto per stimolare il consumismo dei suoi concittadini. 11 dramma russo, nota il rapporto, è per l'appunto la mancanza di «un'istituzione dotata di autorità morale e materiale» in grado di usare «grosse somme di denaro là dove sono davvero necessarie, in modo efficiente e onesto». La sola speranza di molte imprese tedesche presenti in Russia, in questo momento di grande incertezza, è che «questo fiasco possa finalmente diventare l'occasione per offrire migliori condizioni agli stranieri che investono in Russia». Se finora infatti i danni sono stati ridotti - «il problema principale è la modifica giorna¬ liera dei prezzi» - nulla consente di guardare con ottimismo al futuro. Nonostante tutto però, conclude il rapporto del «Diht», le imprese tedesche non vogliono abbandonare un mercato dalle colossali potenzialità. Un mercato dunque, nel quale l'economia della Repubblica Federale continua a credere: anche se «soprattutto le piccole e medie industrie potrebbero essere costrette ad accettare condizioni di transazione molto simili a quelle dei tempi dell'Urss». Emanuele Novazio «Follia affidare il Paese a chi è corresponsabile del suo disastro» Lo rivela la Sùddeutsche Zeitung: «Preoccupa il dilettantismo politico» I presidente della Bundesbank, Tietmeyer

Persone citate: Cernomyrdin, Eltsin, Tietmeyer, Viktor Cernomyrdin

Luoghi citati: Bonn, Mosca, Russia, Urss