Cernomyrdin rispedito al mittente

Cernomyrdin rispedito al mittente Ancora un no e Eltsin potrebbe sciogliere le Camere, ma forse si avvia prima l'impeachment Cernomyrdin rispedito al mittente Per la seconda volta la Duma boccia il premier MOSCA NOSTRO SERVIZIO Un'altra sconfitta clamorosa per Viktor Cernomyrdin, bocciato per la seconda volta dalla Duma con un verdetto senza appello: 138 voti favorevoli e 275 contrari. Rispetto alla votazione di una settimana fa il premier designato è riuscito a migliorare il suo risultato di appena 44 voti, esattamente quanti gliene ha regalati Vladimir Zhirinovskij. La maggioranza nazional-comunista, invece è rimasta irremovibile: Cernomyrdin non passerà. Ghennadi Ziuganov nella sua dichiarazione di voto è stato spietato: «Solo il 6 per cento dei russi appoggiano il premier. Lei, Viktor Stepanovic, ci invita a ballare un tango argentino», ha detto, alludendo al nuovo programma governativo che prende ispirazione dall'esperienza del Paese latino-americano, «ma con questa fiducia nessuno vorrà ballarlo con lei». L'unico ad aver appoggiato il premier designato è stato Vladimir Zhirinovskij. Il quale ha anche cercato di costringere la Duma a un voto segreto, una soluzione che avrebbe dato ai franchi tiratori del pc e, soprattutto, dei suoi alleati, di regalare a Cernomyrdin i voti necessari. Ma i ripetuti tentativi di cambiare procedura si sono scontrati con la maggioranza di sinistra che ha votato per un voto palese. Un esito che Eltsin ha cercato di scongiurare, scendendo a «compromessi senza precedei!- ti» con l'opposizione. Ieri mattina, prima della seduta della Duma, il presidente russo ha convocato i leader parlamentari per cercare un accordo. Per dare terreno al negoziato Eltsin ha perfino firmato l'accordo politico, proposto dai deputati una settimana fa. In altre parole, in cambio dell'approvazione delia candidatura di Cernomyrdin, il Cremlino offre alla Duma una notevole fetta del suo potere. Il documento - che porta óra anche la firma di Cernomyrdin e della camera alta del Parlamen- to, il Consiglio Federale - prevede infatti la presentazione entro un mese di emendamenti costituzionali che trasferirebbero parecchi poteri presidenziali alla Duma e all'esecutivo. Il parlamento, in particolare, acquista la possibilità di influire sulla composizione del governo che non sarà più competenza esclusiva di Eltsin. Ma, dopo qualche ora di discussione definita dal portavoce del Cremlino «dura, ma costruttiva», la «tavola rotonda» si è conclusa con un nulla di fatto. Boris Eltsin infatti ha insistito su Cernomyrdin, proponendo ai deputati di cercare un accordo attorno alla sua persona, mentre il Parlamento non vuole nemmeno sentirlo nominare. Ghennadi Ziuganov, in particolare, ha annunciato che il pc è pronto ad esaminare l'accordo politico solo se il presidente presenterà un altro premier. Il nome che, a quanto pare, è stato pronunciato con maggiore frequenza alla «tavola rotonda», è quello del sindaco di Mosca Jury Luzhkov. Ma l'opposizione nazional-comunista è pronta a dicsutere anche altre candidature della sua lista: Jurij Masliukov, deputato del partito comunista, e Egor Stroev, presidente del Senato. La seconda bocciatura di Cernomyrdin - che in questi giorni si mostra sempre più agressivo e insicuro - apre comunque la grande partita per il potere che durerà per tutta la settimana. In caso di terzo voto negativo infatti il presidente è obbligato a sciogliere la camera bassa. All'uscita dalla Duma ieri sera Ghennadi Ziuganov ha dichiarato la sua certezza che Eltsin presenterà un altro premier: «Insistere su Cernomyrdin per la terza volta sarebbe una follia». Sarà una settimana di ricatti, minacce, promesse e, forse, colpi di scena. Ma pochi sperano che il Cremlino rinuncerà a Cernomyrdin. E, nonostante qualche dubbio, la maggioranza della Duma ha intenzione stavolta di andare fino in fondo. Il leader degli agrari, Nikolaj Kharitonov, ha dichiarato ieri che i deputati sono pronti allo scioglimento. Una situazione nella quale Eltsin ha preferito rinviare di un mese la sua visita nel Kazakistan, che doveva cominciare oggi. Il presidente vuole condurre personalmente la partita. Che si giocherà mentre la Russia sta scivolando nell'abisso della crisi economica. Ieri la barca del governo è stata abbandonata dal governatore della Banca Centrale Serghej Dubinin, il quale ha inviato al presidente una lettera di dimissioni che quasi sicuramente verranno accettate. Ma nemmeno la caduta di Dubinin, chiesta a gran voce dagli operatori del mercato, può fermare quella del rublo. I prezzi sono quasi triplicati, in molte regioni, Mosca compresa, i negozi sono stati svuotati da un'onda di panico. E, secondo un sondaggio pubblicato ieri, solo un russo su 10 vorrebbe proseguire le riforme di mercato iniziate nel 1992. Anna Zaf esova Un verdetto senza appello: 275 voti contrari e 138 sì Irremovibile il Pc di Ziuganov «Nessuno vuole ballare il suo tango argentino» La tavola rotonda al Cremlino che doveva scongiurare il nuovo «no» al premier Cernomyrdin

Luoghi citati: Kazakistan, Mosca, Russia