«Si rischiano altri sequestri»

«Si rischiano altri sequestri» il procuratoredi locri «Si rischiano altri sequestri» q " ~ " Lombardo: assurdo trattare con Vanti-Stato TREGGIO CALABRIA RATTARE con le cosche per il rilascio di un rapito? Mai. Sarebbe come se lo Stato scendesse a patti con l'anti-Stato e questo è inconcepibile»: Rocco Lombardo, procuratore della Repubblica di Locri, negli anni terra di sequestratori ma anche di sequestrati, non ha tentennamenti. Il suo punto di vista non lascia spazi per interpretazioni diverse, è del tutto incompatibile con qualsiasi forma di compromesso che veda da mia parte organi dello Stato e dall'altra i signori della 'ndrangheta. Nessuna esitazione nel rispondere anche quando gli si fa notare che se lui la pensa così da decenni e se, come pare oramai certo, per liberare alcuni ostaggi dell'Anonima lo Stato è sceso a patti con la 'ndrangheta, allora la distinzione tra sequestrati di serie A e di serie B è tutt'altro che astratta: «Certo, purtroppo è così. Ma noi non abbiamo nulla da rimproverarci, perché abbiamo solo e sempre rispettato la legge. E d'altra parte le trattative rischierebbero di far rivivere la stagione dei sequestri». Procuratore, sulla vicenda della liberazione di Alessandra Sgarella la sua procura ha deciso di vederci più chiaro? «Se a noi arriveranno notizie di reato, procederemo senz'altro, l'azione penale è obbligatoria, per cui, così come abbiamo fatto in passato in occasione di altri sequestri, ci saranno elementi per procedere e procederemo. Allo stato attuale non c'è nulla, perché ancora non abbiamo avuto notizie o atti che possano contenere estremi di reato». Avete sollecitato informative? «Aspettiamo di ricevere qualcosa». Si è molto parlato delle cosche di Piatì, di trattative... «Mi auguro che queste trattative non portino a far rivivere il fenomeno dei sequestri di persona. Sono stato sempre contrario ad ogiù trattativa con le cosche. Come procura di Locri, non abbiamo mai proceduto a richieste di trattative. E non abbiamo autorizzato trattative per la liberazione degli ostaggi». Quindi, la strada delle trattative con le cosche è per lei impercorribile? «Assolutamente impercorribile. Le cosche rappresentano l'anti-Stato. Secondo me lo Stato non può trattare e scendere a patti con l'anti-Stato. Sono per la linea dura. Sono stato tra i principali sostenitori della legge vigente. Ritengo che possa essere migliorata ulteriormente ma non modificata nella sostanza». Eventuali trattative con le cosche possono integrare gli estremi di illecito penale? «Lo potrebbero senz'altro. In passato abbiamo avuto la vicenda di Roberta Ghedini che ha indotto la procura di Locri ad aprire un fascicolo e a chiedere in seguito il rinvio a giudizio di alcuni funzionari di polizia... Il processo poi da Locri è andato a Reggio e da Reggio a Brescia... Secondo l'accusa da noi sostenuta c'era peculato e falso. Peculato perché era stato accertato, per l'accusa, che il ministero dell'Interno aveva pagato 470 milioni per la liberazione, nel '91, della Ghedini. La dazione di denaro era stata giustificata con il pagamento di informatori che avevano portato alla liberazione. L'ipotesi accusatoria in¬ vece era diversa: i soldi erano stati dati, attraverso un intermediario, a chi teneva in ostaggio la ragazza. Noi avevamo avuto la notizia di reato e avevamo ritenuto di fare il nostro dovere, e la stessa cosa faremo sempre e in ogni caso». Ma la semplice trattativa con le cosche, al di là di dazioni di denaro, costituisce reato? «Bisogna conoscere bene gli atti, sapere come sono state condotte, cosa è stato promesso, cosa è stato fatto in concreto. Non conoscendo gli atti posso dire solo come la penso: assolutamente contrario a trattare, non l'abbiamo mai fatto. Abbiamo avuto dei sequestrati che purtroppo ritengo siano morti, poiché non sono mai stati restituiti alle famiglie. E lei capisce le amarezze sul piano personale per il dolore dei parenti di chi non è mai tornato. Ma la legge bisogna rispettarla. Mai scendere a patti. Soprattutto quando si promettono cose a persone non direttamente implicate nel sequestro di persona... E' inconcepibile». Rocco Valenti

Persone citate: Alessandra Sgarella, Ghedini, Roberta Ghedini, Rocco Lombardo, Rocco Valenti

Luoghi citati: Brescia, Calabria, Locri, Reggio