Fuoco incrociato tra Polo e Ulivo

Fuoco incrociato tra Polo e Ulivo Caso Sgarella, l'opposizione attacca Napolitano. I Ds: basta con questa rozza aggressione PRO E CONTRO It PM NOBILI Fuoco incrociato tra Polo e Ulivo Molti magistrati contro il patto coi boss ROMA. Prima voci isolate, poi sempre più numerose. Adesso è un tornado di parole a gettare scompiglio sull'ultimo terreno di scontro politico: il caso Sgarella. Il dibattito è un vortice intorno alla liberazione contrattata in carcere. I politici sono divisi. E anche gli uomini di legge sono divisi. E si richiamano in causa ombre dal passato recente e lontano: Lombardini, Moro, Dalla Chiesa. Umberto Giovine (Fi) accusa: «Vent'anni dopo l'assassinio di Aldo Moro, lo Stato ha trattato con i rapitori di Alessandra Sgarella nello stesso modo in cui il generale Dalla Chiesa intendeva procedere, garantendo condizioni carcerarie più umane ai brigatisti». E Margherita Boniver, segretaria del partito socialista, rincara: «Quello che ieri venne chiamato infame, oggi è diventato prassi. Se allora ci fosse stala la stessa sensibilità, oggi Moro sarebbe vivo». I democratici di sinistra accusano «alcuni esponenti del centrodestra» eh cavalcare la tigre, imbastendo - sono parole di Pietro Folena - «la rozza campagna contro il ministro Napolitano». Il responsabile per la Giustizia di Botteghe Oscure fa presente che, «se il ministro avesse condizionato l'attività di un pm, saremmo in presenza di una palese violazione dei principi fondamentali della Costituzione». E ribadisce che il pm Nobili, nel condurre le trattative, ha agito in base alle norme del codice. Accusa, quindi, il Polo di incoerenza: «E' singolare che un giorno si attacchi lo Stato perché non mette al centro la vita del sequestrato, e il giorno dopo perché avrebbe fatto un patto scellerato». Chi non è d'accordo, invece, si esprime a «sassate». Colorita la reazione della vicepresidente dei deputati di An, Alessandra Mussolini: «Penso veramente che stiano diventando tutti matti». Ritiene il negoziato per il rilascio «una vergogna nazionale» e aggiunge: «Invece di mettere la macina al collo dei delinquenti organizzati, il governo tratta con i eliminali». Nello stesso partito Gustavo Selva parla di «abdicazione dello Stato a un potere autonomo e separato». E Maurizio Gasparri attacca duramente Napolitano, dichiarando che sotto la sua gestione «non funziona nulla, neppure la riservatezza di taluni documenti». Pesanti bordate anche da Forza Italia. Gaetano Pecorella «annuncia» il disfacimento dello Stato. Tiziana Maiolo sostiene che, se è lecito quanto è stato fatto per liberare Alessandra Sgarella, allora si rilasci Bruno Contrada, «giacché non ha fatto niente di diverso». E augura al ministro Napolitano e al pm Nobili «di non incontrare sulla loro strada un procuratore come quello di Palermo». Il presidente dei senatori di Forza Italia Enrico La Loggia chiede la revisione immediata della legge sui sequestri. Mentre Antonello Soro (Ppi) interpreta il blocco dei beni come una spinta alle famiglie dei sequestrati «sulla strada delle trattative clandestine», il suo collega Pietro Carotti offre pieno sostegno all'operato di Napolitano. Dai Ds, invece, le critiche del Polo vengono definite inaccettabili. Il senatore Stefano Passigli le considera «disoneste e politicamente strumentali». E ricorda che nel caso del sequestro Melis il Polo si era scagliato contro la procura di Palermo, che tentava di fare chiarezza sull'operato di un magistrato «uso a intervenire al di fuori di ogni competenza». Il coordinatore del comitato sequestri della Commissione Antimafia, Alessandro Pardini (Ds), annuncia intanto che verranno ascoltati i magistrati di Milano, titolari dell'inchiesta Sgarella. Polemiche e spaccature anche nella magistratura. Per il pm ve¬ neziano Carlo Nordio «l'anomalia» italiana sta nel fatto che «ormai anche di diritto la politica è subalterna alla magistratura, ai pubblici ministeri in specie», mentre, secondo il giudice istruttore Rosario Priore, la trattativa è stata «un patto scellerato». Critico anche il procuratore nazionale Antimafia, Piero Luigi Vigna: «La trattativa non può essere avviata con chi non ha concorso nel reato». «Sconcertante», è il commento di Vincenzo Caianiello. Fatta eccezione per la libertà dell'imprenditrice milanese, «il bilancio finale - sostiene il presidente emerito della Corte Costituzionale ed ex ministro della Giustizia - è certamente negativo: sono state discreditate le istituzioni dello Stato». Carlo Lornbardini, fratello del giudice suicida, nel presentare un esposto al ministro della Giustizia Giovanni Ma¬ ria Flick, osserva che, «per molto meno», suo fratello era stato raggiunto da accuse infamanti. Nella bagarre entra anche monsignor Antonio Riboldi, vescovo di Acerra: «La vita umana viene in primo luogo. Non mi sembra ci sia niente di scandaloso». Daniela Daniele FOLENA «Il governo non poteva condizionare l'attività di un pm» PECORELLA «La trattativa dimostra il livello di disfacimento dello Stato» CAIANIELLO «Il bilancio è negativo Sono state screditate le istituzioni» Monsignor Riboldi «La vita umana viene prima di tutto Non c'è nulla di scandaloso» li ministro degli Interni Giorgio Napolitano

Luoghi citati: Acerra, Milano, Roma