«I Comuni non vogliono bastonare il cittadino» di Roberto Ippolito
«I Comuni non vogliono bastonare il cittadino» IL PRESIDENTE DELL'ANCI «I Comuni non vogliono bastonare il cittadino» TROMA ASSE vecchie. Tasse nuove. Agli italiani chiedono soldi da tutte le parti. Quest'anno li chiedono anche le Regioni, l'anno prossimo li chiederanno anche i Comuni. Ma allora, svanita subito l'eccitazione per l'eurotassa, lo Stato che restituisce qualcosa, i sindaci stanno per dare altre bastonate ai contribuenti? «I Comuni - giura Enzo Bianco, sindaco di Catania e presidente dell'Associazione dei Comuni italiani, che non accetta di vedersi descritto come uno sfangatore vogliono evitare una nuova bastonata al contribuente. Non vorremmo mettere la ciliegina sul pastrocchio dell'eurotassa. Non vogliamo essere noi a fare la parte odiosa di riprendere ciò che lo Stato sta per rimborsare». Vuole negare che i Comuni imporranno un'addizionale all'Irpef? «Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco ha preannunciato per mercoledì, nella conferenza Statocittà-autonomie, l'illustrazione del testo del decreto delegato attuativo delle nuove disposizioni...». ... che comportano tasse in più da parte dei Comuni, no? «1 Comuni sono favorevoli a introdurre forme di federalismo fiscale: parte delle imposte si fermano nel territorio dove sono raccolte, nelle città dove il reddito si è formato. Ma in tutte le sedi, con decine di documenti, abbiamo detto che il livello della pressione fiscale è troppo alto». Ciò nonostante avete chiesto più tasse? «No, i Comuni non hanno mai chiesto più tasse. Hanno chiesto che mia quota non aggiuntiva del gettito dell'Irpef venisse trattenuta nelle comunità locali anche per finanziare i nuovi oneri provocati dalle disposizioni sul decentramento della legge Bassanini». Ma Visco, con un comunicato, sostiene che i Comuni hanno chiesto più tasse. «Ribadisco che i Comuni hanno chiesto di trattenere una quota non aggiuntiva dell'Irpef. Nel momento in cui lo Stato svolge meno funzioni, per effetto del decentramento, può ovviamente cedere risorse a favore degli enti locali». Quindi sta sostenendo che Visco non dice la verità? «Ho grande considerazione, rispetto e stima per Vincenzo Visco. Il fatto che ad agosto con un'azione paziente, anche sul fronte delle entrate, i conti dello Stato siano stati positivi è importante. Né dimentichiamo che in materia di decentramento del catasto e federalismo fiscale ci sono grandi impegni. Però su questo punto la posizione dei Comuni è netta e chiara: non ci possono essere dubbi, non è possibile aver capito che i Comuni vogliono un inasprimento fiscale». Ammette però che questo inasprimento ci sarà? «Se questo fosse previsto dal decreto delegato che Visco ci illustrerà, noi ricorderemo di non essere d'accordo sull'aumento delle tasse e faremo il possibile per evitarlo». Al convegno dello Studio Ambrosetti a Cernobbio, Visco ha fatto presente che incassando le tasse, i Comuni diventeranno più oculati. «I Comuni hanno fatto una cura dimagrante notevole. Ciampi, il ministro del Tesoro, ha riconosciuto che è stato decisivo il contributo dei Comuni per il raggiungimento dei parametri del trattato di Maastricht per la moneta unica. L'esame lo abbiamo già superato». Ne è convinto? «Visco sa bene che la mia città ha il 25 per cento di dipendenti in meno del 1993. La Corte dei conti ha riconosciuto che i Comuni sono l'unico comparto della pubblica amministrazione in cui sono cresciute le spese per investimenti e diminuite quelle correnti. Lo ripeto: il nostro esame, professor Visco, l'abbiamo superato. Il ministro concentri l'attenzione sulle molte inefficienze che restano nello Stato centrale. Questo è il consiglio dei Comuni». Roberto Ippolito Enzo Bianco: lo Stato decentra le funzioni e quindi può anche decentrare le risorse ——-
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