Fazio; troppe tasse frenano la crescita di Stefano Lepri
Fazio; troppe tasse frenano la crescita Il governatore della Banca d'Italia ai sindacati: contratti più flessibili per battere il lavoro nero Fazio; troppe tasse frenano la crescita «Sì alpatto sociale di Ciampi» ROMA. Dice sì al «patto sociale» il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio. Ma mette in chiaro che per arrivarci i sindacati devono fare un esame di coscienza. In breve, la sua domanda è: preferite mantenere le attuali tutele e gli attuali livelli salariali, rischiando così una ancor maggiore diffusione del lavoro nero, o preferito avere un po' meno garanzie per un numero crescente di lavoratori in regola? Naturalmente il governatore non ha dubbi: prima di tutto per i lavoratori stessi sarebbe meglio la seconda soluzione. Per questo occorre «una duratura intesa tra le forze sociali» che dia «una dimensione nuova alla politica dei redditi». E' un discorso che centra in pieno gli argomenti politicoeconomici del giorno, quello di Fazio, ma anche un discorso molto concreto. Il lavoro nero, dice, ha «riilessi etico-sociali di ampia portata»; per i giovani del Mezzogiorno porta «rischi di contaglio da parte di attività illegali e, in casi estremi, della criminalità organizzata». Nei prossimi anni potrebbe estendersi ancora a causa «della concorrenza più elevata anche da parte di paesi con redditi, costo del lavoro, condizioni di vita estremamente bassi». Le «forze del mercato» e «il bisogno dei lavoratori» di trovare una occupazione anche mal pagata e mal tutelata cooperano a realizzare una «flessibilità di fatto». La «flessibilità di fatto» è «rischiosa per le imprese», limitate nella crescita; non è favorevole agli occupati «in nero», per i quali sarebbe meglio «un rapporto di lavoro legale che garantisse remunerazioni anche inferiori». Occorre dunque cambiare strada, e arrivare a una flessibilità «legalmente gestita dai rappresentanti del lavoro e delle imprese». E' facile capire come le parole del governatore siano state accolte con soddisfazione da quella parte degli imprenditori - maggioritaria, sembra - che a un dialogo serrato sul patto sociale ò favorevole. «Fazio fa fare un passo avanti al dibattito» dichiara il vicepresidente della Confindustria Guidalberto Guidi. Ha parlato, il governatore, ancor più del solito da cattolico, a un convegno organizzato dalla diocesi di Brescia sulla figura di Giuseppe Tovini, organizzatore sociale della seconda metà dell'Ottocento. Un suo accenno alla «lungimiranza» del personaggio celebrato, contrapposta alle «incomprensioni in chi vorrebbe risultati immediati» è stato interpretato come un accenno a sé stesso, e alle polemiche contro la sua riluttanza a ridurre il costo del denaro. Ora perfino dalla Bundesbank qualcuno gli rimprovera di aver esagerato. Lui persevera, e si conforta con San Tommaso, lettura preferita delle sue sere: «il costante riferimento a un ideale superiore» è «una lezione profonda per il nostro tempo». Fazio ha anche accennato - è la prima volta - all'argomento che è il segno distintivo dei cattolici in politica, la richiesta di un maggior ruolo della scuola privata. Vi è arrivato partendo da un'indubitabile realtà economica, che gli italiani sono in genere meno istruiti rispetto ai cittadini degli altri paesi industriali. Anche qui, è il Mezzogiorno al centro delle preoccu¬ pazioni di Fazio. Un maggiore sforzo per l'istruzione, con «una più stretta collaborazione fra scuola pubblica e privata», sarebbe utile nelle regioni dove «le distorsioni nella cultura e nei valori interagiscono con la disoccupazione strutturale». A meno di quattro mesi dalla scomparsa della lira come moneta indipendente, è naturalmente a causa dell'Euro che il governatore concentra la sua attenzione sul Sud anche par¬ lando a Brescia. L'incognita che vede nell'unione monetaria europea è soprattutto quella di una marginalizzazione delle aree deboli. Ma con l'occhio al Mezzogiorno - ed è una sorpresa - Fazio raccoglie l'idea di una nuova programmazione nelle scelte di spesa e di intervento dello Stato, lanciata dal ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi. «Non solo e utile - dice - ò necessaria», beninteso se non comporta «atteggiamenti vincolanti per l'attività imprenditoriale». Nella visione del governatore, tuttavia, riprogettare a medio termine che cosa fa lo Stato comporta anche ridimensionarlo: come ormai ripete da mesi, occorre «ridurre il carico fiscale complessivo, che frena la crescita dell'attività produttiva e incide negativamente sull'occupazione». Stefano Lepri «Una più stretta collaborazione tra scuola pubblica e privata eviterebbe distorsioni» Il governatore Fazio A sinistra il presidente del Consiglio Prodi
Persone citate: Antonio Fazio, Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Giuseppe Tovini, Guidalberto Guidi, San Tommaso
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