«In quella situazione ha fatto la cosa giusta» di Lodovico Poletto

«In quella situazione ha fatto la cosa giusta» «In quella situazione ha fatto la cosa giusta» LA DIFESA DEL COMANDANTE aUELL'AUTO mi stava venendo addosso. Il conducente ha scalato marcia, ma non voleva fermarsi. Allora ho estratto la pistola e fatto qualche passo indietro per non essere travolto. La macchina era vicirùssima. Poi, sono scivolato e mi è partito quel colpo...». Francesco Nostro, il vigile trentacinquenne in servizio a! settore viabilità della polizia municipale, l'altra notte ha risposto per ore alle domande dei suoi colleghi che l'hanno interrogato su quel ferimento. E ha sempre sostenuto la stessa tesi: «La macchina mi stava investendo. Mi ha evitato all'ultimo momento, mentre stavo cadendo...». Quel colpo di pistola 7,65 che ha spedito in ospedale Vincenzo Loi, spiegano adesso al comando di corso XI Febbraio, è partito accidentalmente. Lo dimostrerebbe il fatto che il proiettUe è stato sparato (ma saranno le perizie ad accertarlo) così da vicino che avuto la forza di bucare carrozzeria, bagagli e sedile prima di colpire il giovane. «Nessuno commentano i vigili - riesce a girarsi, sparare, e colpire da due o tre metri di distanza, un'auto che viaggia ai 120 all'ora. E' questione di decimi di secondo; neanche un tiratore scelto ne sarebbe capace...». «Un incidente» che ha turbato il giovane sottufficiale della poli¬ zia municipale. La vista di quel ragazzo, poco più che adolescente, steso su un lettino d'ospedale, ferito e sanguinante, lo ha scosso. Francesco Nostro, appena terminati gli interrogatori è tornato a casa dalla sua compagna e non ha più voluto parlare con nessuno. «Riprenderà servizio oggi stesso. Fino a prova contraria si tratta di un incidente, non c'è ragione per prendere provvedimenti disciplinari contro di lui» commentano al comando. Ma se non parla il protagonista di questa vicenda, parlano i suoi colleghi. Dicono che «Francesco è un tipo tranquillo. Di quelli che non si tirano mai indietro quando c'è da lavorare». Ma anche che non è un Rambo «che spara e mena le mani ogni volta che può. E' in servizio da 12 anni, non ha mai avuto una nota di demerito». Più o meno ciò che racconta anche il comandante del Corpo, Vincenzo Manna, rientrato ieri mattina in tutta fretta dalla Liguria. «Francesco Nostro è un sottufficiale che ha prestato servizio anche nel mio ufficio. Un tipo volenteroso che non ha mai avuto note di servizio negative». Ma la pistola in pugno? Manna: «Noi raccomandiamo a tutti di non sparare: le armi devono es•"re usate solo in casi estremi. Jomunque l'ho tranquillizzato: per quel che ne sappiamo il nostro sottufficiale ha agito come previsto dai regolamenti». E anche per lui il ferimento di Vincenzo Loi, era un caso «lùnite», di quelli dove, occorre agire con prudenza. «Alle due di notte commenta il vice comandante Sergio Zaccaria - quando si ferma un'auto si deve fare sempre molta attenzione: non si sa mai chi c'è alla guida. Possono esserci brave persone, o delinquenti in fuga dopo una rapina. In questo caso il giudizio era difficile: l'auto, stando alle testimonianze che abbiamo raccolto, non si voleva fermare». E anche il vicesindaco Domenico Carpanini, che per tutta la notte di sabto e fino alla tarda mattina di ieri è rimasto negli uffici della polizia municipale, si schiera dalla parte dell'agente. «Ciò che fin d'ora risulta chiaro dice - è che il vigile era ben visibile in mezzo alla strada e che si è visto arrivare addosso un'auto lanciata a forte velocità. Comunque sarà la magistratura a ricostruire la dinamica; prima non vogliamo trarre conclusioni». Già oggi Francesco Nostro potrebbe essere sentito dal pm Cesare Parodi che ha ricevuto gli atti di questa vicenda. Intanto sono riesplose le polemiche sul tipo di attività svolta quotidianamente dai vigili. E i Verdi si sono nuovamente espressi contro la dotazione della pistola agli agenti della polizia municipale. Il loro portavoce torinese, Roberto Tricarico, chiede la smilitarizzazione del corpo. Lodovico Poletto Prognosi riservata ma se la caverà Due versioni diverse dell'accaduto Il comandante dei vigili Vincenzo Manna

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