Sabrina e il groppone italiano di Si. Ro.

Sabrina e il groppone italiano Sabrina e il groppone italiano «Ho chiesto ai registi di chiamarmi sempre» PROTAGON ISTI AMICI & FRATELLI VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Gruppone italiano per «Tu ridi», un po' Pirandello e un po' no, fuori concorso. Già i Taviani sono due, Paolo e Vittorio, in più, per il loro film corale, si sono portati dietro tutti i protagonisti: Antonio Albanese, Sabrina Ferilli, Turi Ferro, Lello Arena, il che fa una piccola folla, in una delle giornate più affollate di star grandi e non grandi, nazionali ed estere, dell'intero festival. Dopo «Kaos» è la seconda volta che i Taviani si imbattono in Pirandello. Ma stavolta il più grande drammaturgo italiano c'entra relativamente. Tutto è partito da un fatto di cronaca: la morte del piccolo Santino Di Matteo, sequestrato, imprigionato, ucciso e disciolto nell'acido perché suo padre aveva deciso di collaborare con la magistratura raccontando delitti e crimini della mafia. «Pirandello è arrivato in un secondo momento, l'abbiamo riletto, ci ha dato delle suggestioni, ma poi l'abbiamo ringraziato e messo da parte», spiegano i due registi. C'è grande contentezza nel gruppo, voglia di scambiarsi complimenti, speranza e promesse di nuovi lavori insieme. Sabrina Feril¬ li, che a Roma sta girando «Commesse» per la televisione, appare in lungo con ricami e meravigliosi sandali serpentini attorcigliati alla caviglia sottile, ma è buffo vederla così, la mattina alle 9, appena alzata dal letto. Simbolo della bellezza italica alla vecchia maniera, e quindi anche sponsor della pasta col sugo, racconta di aver tentato invano di farsi giurare dai Taviani che la chiameranno ancora per la prossima opera. «Gliel'ho chiesto in tutte le maniere, ma non si sbilanciano. Figurarsi! Mi hanno detto che, siccome questo ruolo era piccolissimo, non avevano neanche il coraggio di offrimerlo, come se io potessi metter soggezione a loro due», Antonio Albanese, selezionato sull'onda dell'emozione di un suo spettacolo teatrale cui i Taviani erano andati ad assistere, racconta di esser giunto due giorni prima all'appuntamento per paura di perderlo. «Giravo sotto la casa per non farmi riconoscere, attendendo si facesse l'ora giusta. Oliando ci siamo incontrati e mi hanno detto che avevano bisogno di me, la paura è passata perché mi son parsi umani». E sul set com'è andata? «Mi hanno permesso piccole invenzioni, e poter inventare davanti ai Taviani, che sono un pezzo del nostro cinema, è grande. Ti si alza il quoziente intellettivo». A Lello Arena, sorpreso dalla convocazione come fosse stata una chiamata dal cielo, è stato chiesto di creare una danza: «Dal tucatuca al tango le avevo provate tutte, ma a loro non piacevano. Poi m'è venuta in niente una cosa speciale, tra il rock e il karaté, ed è andata». L'unico non sorpreso per esser stato scelto dai Taviani è Turi Ferro, protagonista con loro, più di trent'anni fa, di «Un uomo da bruciare», debutto dei due fratelli nel cinema con Valentino Orsini, nonché uno dei pochi film interpretati da Turi Ferro in sessantanni di teatro a Catania e nel mondo. In autunno, per coerenza, Turi Ferro sarà in palcoscenico di nuovo con Pirandello in «Pensaci Giacomino». Albanese, dopo «Uomo d'acqua dolce», sta scrivendo una sceneggiatura ambientata in Sicilia, terra d'origine della sua famiglia. Sabrina Ferilli, in autunno, torna al Sistina con «Rugantino». Lello Arena parte in tournée con lo spettacolo «Pizzarelli magic orchestra», ensemble di 75 persone capaci di suonare e far ridere, alla maniera delle orchestre americane degli Anni Trenta.[si. ro.]

Luoghi citati: Roma, Sicilia, Venezia