Nasce il caso Carlo Mattioli

Nasce il caso Carlo Mattioli a Lussemburgo e Barcellona Nasce il caso Carlo Mattioli LUSSEMBURGO A sontuosa e opaca, cieca e astrale materia pittorica del I I maestro modenese Carlo *^ 1 Mattioli, inafferrabile impasto, è offerta all'attenzione della critica internazionale dalla Fondazione Sanpaolo (qui a Lussemburgo, poi a Barcellona), riproponendo quello che Ragghianti trent'anni fa, presentandone i Nudi, definì il «caso Mattioli». In essi il Modigliani dell'altro Mattioli, il grande collezionista, è riletto attraverso il filtro di una ricerca sull'elementare pittorico «moderno» che parte dai Nabis e arriva a De Staél. E' davvero un caso (come ribadisce il catalogo a cura di Marco Vallora) quello del professore di disegno cinquantenne che al momento della crisi dell'informale e del diffondersi delle poetiche antipittoriche, proclamò la sua esistenziale voracità di impasti dolci e violenti, di intonaci terrosi, di luttuosi neri caravaggeschi o all'opposto di sognanti impasti graffiti segretamente rubati all'ultimo Morandi. Accanto ai Nudi, le Nature morte sono associate in una delle cinque sezioni della mostra, che, riproponendo fondamentalmente i materiali antologici della mostra di Ferrara del 1986 e di queUa d'ella Fondazione Magnani Rocca del 1991, non tanto seguono il percorso cronologico quanto le affinità e la alterative cromatiche e materiche, nell'ultimo quarantennio del rapporto di volta in volta lirico o drammatico fra l'autore e la natura. Basta confrontare la verde linfa effusa nelle grandi tele della prima rasserenata sezione, fra il Paesaggio a Castrignano del 1977, ultima eco di una grande tradizione locale fra Morandi e il morandiano Licini degli Anni Venti, e il confronto alla pari con Sutherland di Nella Versiliana, 1981, o l'universo notturno rotto da folgorazioni rosse e bianche della quinta sezione, che riassume tutto un paesaggio dell'espressione da Munch a Fautrier a Burri. E' emblematico, al centro di questa sezione, l'Autoritratto al chiaro di luna, non sai se più goyesco o più baconiano. E' l'unica presenza antropomorfa al di fuori dell'apposita saletta riservata ai ritratti. Qui la sfida ad ogni buon costume di tradizione pittorica figurativa giunge al parossismo espressivo di quello che i! grande Ottocento dello Charivari di Daumier e Granville chiamava il «portrait-charge». Solo che qui il gufesco Longhi, l'ectoplasma di Morandi, lo spettro funereo di Rosai sono abbaglianti di preziosa materia, mentre la serie stupenda della nipote Anna ha il solo paragone del folgorante esordio «nabi» di Bonnard, di Vuillard, di Vallotton. [m. r.] Mattioli Lussemburgo. Centro Municipal Fino al 10 settembre Tutti i giorni, con orario 12-20

Luoghi citati: Barcellona, Ferrara, Lussemburgo