«Impossibile esaminare tutto»
«Impossibile esaminare tutto» IL LABORATORIO DEL CONI «Impossibile esaminare tutto» Santilli: «Abbiamo aumentato i test» ROMA El suoi quasi 70 anni di vita, la Federazione medicosportiva italiana non ha mai passato momenti così burrascosi. L'inchiesta sul doping ha sollevato il coperchio sulla conduzione del laboratorio di analisi doll'Acquacetosa. La struttura, accreditata dal Ciò e pertanto ufficialmente ai massimi livelli di affidabilità, un fatturato di oltre 4 miliardi, più di 10 mila analisi annue, è nel mirino. E' stato accortalo che soltanto una parte dei 4 mila controlli annui su calciatori (100 analisi per ogni giornata di campionato, dalla serie A alla C2) prevedono l'accertamento relativo alla presenza di steroidi anabolizzanti. La verità, per tanto tempo sussurrata, viene ora rivelata dallo stesso direttore del laboratorio Rosario Nicoletti e conformata dal presidente del Coni Mario Pescante e dal presidente della Federazione Medici Sportivi Giorgio Santilli. Professor Santilli, che cosa sta succedendo? «Sin da quando, nel luglio del 1996, subentrai come commissario straordinario per la scomparsa del mio predecessore, il professor Gustavo Tuccimoi, constatai che c'erano alcune manchevolezze. Non appena eletto presidente, nel dicembre dello stesso anno, mi adoperai per dotare il gabinetto di analisi di migliori strutture e di personale più qualificato. Fu nominato direttore scientifico del laboratorio il professor Nicoletti e responsabile chimica la dottoressa Barbarino. Proprio Nicoletti mi riferì, al termine del campionato 1996-97, che le analisi sui prelievi eh liquido orgaiùco relative ai calciatori venivano sottoposte solo in bassa percentuale anche all'osarne degli steroidi anabolizzanti. D'accordo con il Consiglio federalo portammo la percentuale all'attualo 30-35%». Perché non tutti i campioni vengono sottoposti a questo accertamento, considerato che proprio l'anormale accrescimento muscolare ha desta- to tanti sospetti? «Per parecchi motivi. Ogni esame sulla presenza degù steroidi anabolizzanti richiede 6 ore. Non ò possibile farlo per tutti. Inoltro i campioni testati, lo scorso anno oltre mille, hanno segnalato tutti assoluta negatività. Questo perché nessuno ò talmente sprovveduto da assiunere steroidi oleosi che lasciano tracce per almeno due-tre settimane». Ma perché non avete segnalato subito questa situazione anormale invece di cercare un aggiustamento interno? «Questo è stato il nostro (irroro. Ma diffondere una notizia del genere avrebbe diminuito il potere deterrente dei controlli». Non sarà stato un senso di malintesa solidarietà nei confronti di chi l'aveva preceduta alla presidenza a suggerirle questo comportamento? Da anni sul laboratorio girano voci inquietanti, come quella della positività fantasma dell'ostacolista Di Terlizzi... «Fu lo stesso laboratorio a comunicare che la controanalisi su quell'atleta era negativa. E aggiungo che da successivi accertamenti sul "campione A" della Di Terlizzi risultò la presenza di saccarosio. Il che ci ha fatto sempre pensare a una manipolazione. E' la stessa convinzione del gip, che ha archiviato l'mchiesta, ritenendo che sia verosimile che qualcosa di anormale si sia verificato nella fase del pre¬ lievo o del trasporto. Pertanto non durante l'analisi». Comunque siamo a un punto di svolta. Lei ha intenzione di dimettersi? «Non ci penso nemmeno. Ritengo di avere lavorato, molto e bene, con i miei collaboratori per aumentare il livello di efficienza del laboratorio. Consegnerò subito una lettera a Pescante, in cui comunicherò tra l'altro che il numero dei prelievi non dovrà essere diminuito. Forse sarà più giusto che qualche autorità esterna al laboratorio sorteggi i 3040 campioni da sottoporre a esame completo. Ma diminuendo il numero dei test, otterremmo il solo risultato deU'immunità per clii fa ricorso a quei prodotti, eccitanti o simili, che attualmente vengono accertati e perseguiti». Vanni Loriga «Il nostro errore è stato quello di tacere che le prove erano a campione: ma temevamo di vedere diminuire l'effetto deterrente Ho lavorato bene: non me ne andrò» A sinistra, il presidente del Coni Mario Pescante; a destra, il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, che conduce l'indagine sul doping A fianco, il ministro dei Beni Culturali con delega per lo Sport Walter Veltroni. A sinistra, il tecnico della Roma Zdenek Zeman
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