Due Islam a confronto in un mondo nel caos

Due Islam a confronto in un mondo nel caos F OSSERVATORIO =1 Due Islam a confronto in un mondo nel caos ORSE la guerra tra Iran e Afghanistan non si farà, forse gli ayatollah di Teheran e gli «studenti di teologia» di Kabul si ritrarranno da uno scontro aperto, ina i toni restano alti e minacciosi, e non è detto che alla fine si sparino solo parole. Addirittura, il portavoce dei taleban ha messo in conto l'uso, nel caso, di anni di distruzione di massa... Speriamo che il caso, appunto, non si presenti. E intanto rileviamo come il conflitto tra ayatollah e taleban sia il primo di una tale gravita all'interno stesso del fondamentalismo islamico. Certo, il fondamentalismo iraniano è di rito sciita, mentre quello afghano è di rito sunnita, e anche queste divisioni contano, ma siamo pur sempre nell'ambito dell'Islam integralista, teocratico, che vuol l'are delle regole religiose un tutt'uno con quelle della società politica e civile. In Iran, questa perniciosa tendenza è in verità contrastata, da qualche tempo, dal presidente Khatami, uomo non ignaro della civiltà liberale dell'Occidente, e più in generale delle esigenze della modernità, ma si sa come e quanto la sua autorità sia condizionata dal potere religioso che fa capo all'ayatollah Khamenei. La guerra con i taleban sarebbe di latto una sconfitta di Khatami. Quanto agli «studenti di teologia», appunto i taleban, il loro integralismo è, se cosi si può dire, integrale. Il loro modello di società (arcaico, offensivo soprattutto per le donne afghane) non conosce, per quanto è noto, apprezzabili correttivi da parte di correnti «riformiste». L'unico correttivo è una certa spregiudicatezza geopolitica, la stessa che li ha portati a sostituire in quasi tutto l'Afghanistan i vecchi mujaheddin antisovietici (incapaci di andar d'accordo tra loro), con l'appoggio nientemeno che degli Stati Uniti d'America, oltre che del Pakistan e dell'Arabia Saudita, del resto vecchi alleati degli Usa. E in questo pragmatismo potrebbe trovarsi la chiave di un allentamento della tensione con l'I, ran, per non fare il gioco degli ayatollah che vogliono la guerra. E qui siamo a un passaggio cruciale della questione afghana e del possibile scon¬ trogioras'id'vale raredespe dicol'Ast«nl'adeQmnosobinistesmrDtdnrtefiea riindl'vdl'climcpdnsrutdt tro col vicino Iran. Un passaggio perverso, in cui l'intolleranza religiosa, pur tra simili, s'intreccia con un contrasto d'interessi economici, a riprova del fatto che molto spesso le dispute sull'aldilà hanno radici molto terrene. Gli interessi economici sono quelli del boom petrolifero del Caspio e dei necessari oleodotti e gasdotti verso l'Oceano Indiano. Secondo gli Usa, il percorso dovrebbe riguardare l'Afghanistan e quindi il Pakistan, e perciò il primo andava «normalizzato», anche con l'aiuto del secondo, a prescindere dai modelli di società. Quanto all'Iran, sarebbe rimasto fuori, come la Russia, e non a caso Teheran e Mosca sono ora alleate contro i taleban. Se poi gli stessi taleban, in nome della guerra santa islamica, davano ospitalità ai terroristi di Osama bin Laden, si poteva lanciare un po' di missili, ma senza per questo rompere i rapporti... Non c'è oggi, a un passo dal Duemila, un esempio altrettanto vistoso del nuovo disordine mondiale. Non manca nessun ingrediente: l'intolleranza religiosa, le complicità terroristiche, i contrasti confinari, i conllitti d'interesse economico, i giochi di potere a livello regionale e planetario. Il tutto in un continente in cui sono appena emerse due nuove potenze nucleari, l'India e il Pakistan (si riferiva a quest'ultimo il portavoce dei taleban, quando ventilava l'impiego di armi micidiali?). Poiché nessuno è esente da colpe, neanche nell'Occidente liberale, ivi compresa la sua massima potenza, è chiaro che un simile marasma non può essere affrontato con giudizi ideologici o moralistici, e neppure rifugiandosi in una scoordinata Realpolitik. Sarebbero necessarie piuttosto un'analisi fredda e una strategia complessiva dell'Occidente, anch'esse tuttavia latitanti, al momento. Aido Rizzo

Persone citate: Aido, Khamenei, Khatami, Osama Bin Laden