«Metteremo l'Asia a ferro e fuoco»

«Metteremo l'Asia a ferro e fuoco» Minacce degli islamici anche all'Occidente. Gli Usa a Teheran: non invadete l'Afghanistan «Metteremo l'Asia a ferro e fuoco» / taleban: se l'Iran ci attacca useremo armi mai viste TEHERAN. I Taleban hanno messo in guardia oggi l'Iran da un eventuale intervento militare in Afghanistan. «Se ci verrà imposta una guerra avrà un effetto dirompente e l'intera regione verrà messa a ferro e fuoco», ha dichiarato un portavoce del regime fondamentalista afghano, Nurullah Zadran. «Non sarei sorpreso se alcune armi letali venissero usate per la prima volta in questa zona, con pesanti ripercussioni anche in Occidente», ha aggiunto. Altrettanto duro un altro portavoce dei Taleban, Mullah Mohammad Omar, il quale ha affermato che «in caso di attacco iraniano, difenderemo strenuamente il nostro Paese e spargeremo il nostro sangue per salvarlo». Preoccupazione a Washington, dove il dipartimento di Stato ha fatto sapere che gli Usa si oppongono «a qualsiasi ingerenza straniera» in Afghanistan e chiedono ai Paesi confinanti di rispettarne le frontiere. «Abbiamo chiesto a più riprese ai vicini dell'Afghanistan di non impegnarsi in operazioni che potrebbero allargare o intensificare il conflitto. Chiediamo loro di rispettare le frontiere dell'Afghanistan», ha detto il dipartimento di Stato. La radio di Teheran aveva affermato 24 ore prima che l'Iran si riserva il diritto di agire «per legittima difesa, conformemente allo Statuto delle Nazioni Unite», contro i Taleban accusati di aver sequestrato una settantina di iraniani fra cui dieci diplomatici e un giornalista. Undici degli ostaggi, secondo Amnesty International, potrebbero essere stati uccisi. Teheran ha reagito al monito del dipartimento di Stato americano accusando gli Usa di appoggiare i Taleban e ha ribadito che l'Iran «difenderà i propri interessi, nel rispetto delle leggi internazionali». «I Paesi confinanti con l'Afghanistan sentono che la loro sicurezza è in pericolo e gli Usa non trovano di meglio da fare che chiedere il rispetto delle frontiere e l'avvio di negoziati, mentre tacciono sul sequestro dei cittadini iraniani», ha detto la radio di Stato di Teheran. «Tale atteggiamento indica che gli Usa appoggiano i Taleban e che, per aver fornito loro le armi, sono responsabili di quanto sta accadendo in Afghanistan», ha aggiunto l'emittente. Prova a gettare acqua sul fuoco il supremo leader spirituale iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei, che ieri ha affermato - lo riporta il quotidiano in lingua inglese «Teheran Times» - che il suo Paese non intende andare a uno scontro armato con le milizie afghane dei Taleban. Khamenei, parlando al magistero di Teheran giovedì scorso, ha affermato di «seguire personalmente gli sviluppi della situazione tra Iran e Afghanistan». Khamenei è anche il comandante supremo delle forze armate. Un particolare va rilevato: visto che le citate affermazioni distensive sono di giovedì (benché rese note solo ieri), quelle più minacciose circolate nei giorni scorsi sono in realtà più recenti. I Taleban affermano di non sapere nulla della sorte dei diplomatici iraniani, di cui si sono perse le tracce nei giorni della battaglia di Mazar-e-Sharif, lo scorso 8 agosto (quando la milizia islamica assunse il controllo dell'ultima roccaforte dell'opposizione nel Nord del Paese). Giovedì scorso, come «gesto di buona volontà», gli «studenti islamici» afghani hanno rilasciato 5 autisti iraniani di camion che avevano catturato. I cinque uomini sono arrivati ieri a Teheran provenienti dal Pakistan. Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Irna, all'arrivo all'aeroporto Mehrabad hanno dichiarato di essere stati tenuti prigionieri nella città meridionale di Kandahar quartier generale dei Taleban - insieme ad altre decine di iraniani ma di non avere alcu¬ na notizia né dei diplomatici né del giornalista che mancano all'appello. Intanto i Taleban hanno armato i civili nella provincia di frontiera di Nimruz nell'eventualità di un attacco iraniano. L'altroieri i servizi di spionaggio statunitensi (Cia) avevano avvertito di un possibile intervento militare in Afghanistan, indicando uno dei segnali di questa eventualità nel fatto che poco distante dalla frontiera è stato allestito un gigantesco ospedale da campo, una misura che non sarebbe necessaria se l'obiettivo delle trup¬ pe; l'osse semplicemente quello di condurre manovre militari, come invece asserito dagli iraniani per giustificare l'ammassamento di soldati, carri armati e aerei militari. Tuttavia, esperti occidentali a Islamabad sono scettici sull'eventualità che l'esercito iraniano invada l'Afghanistan via terra, e Piuttosto dischiarano plausibili attacchi aerei o missilistici contro il Sud-Ovest o l'Ovest afghano. Per intanto, decine di famiglie afghane stanno abbandonando le zone frontaliere con l'Iran. [Ansa-Afp-Reuter-Agi-Ap-Efe] I Esercitazioni d'artiglieria iraniane al confine afghano e (sopra) l'ayatollah Khamenei [fotoreuter]

Persone citate: Ali Khamenei, Khamenei, Mohammad Omar, Mullah, Zadran