Ma il marito era pronto a pagare di Giovanni Bianconi

Ma il marito era pronto a pagare Ma il marito era pronto a pagare Pensava a un appello, erano disponibili 8 miliardi LA VIGILIA DELLA LIBERTA' LROMA E stavano pensando davvero tutte, i familiari di Alessandra Sgarella, per riallacciare i contatti coi rapitori e offrir»: loro il riscatto. Fino alla ime di agosto, pochi gioì ai fa. Ci sono colloqui telefonici intercettati in cui il marito dell'ostaggio, Pietro Vavassori, ipotizza l'apertura di un conto corrente all'estero con dentro svariati miliardi, per poi lanciare un appello pubblico: chi libera mia moglie avrà a disposizione quel conto coperto, basta che mi faccia sapere il nome fittizio al quale lo devo intestare; in questo modo non saprò mai nemmeno chi è, basta che mi restituisca Alessandra. Con questo metodo Vavassori era pronto a pagare otto miliardi o più, mentre il padre della donna in altre telefonate - meditava di far scrivere sui teloni dei camion della ditta autotrasporti di famiglia scritte che bollavano l'Itaua come il Paese dei sequestri. Iniziative disperate e clamorose, che dùnostrano lo smarrimento di fronte al silenzio dei sequestratori e rafforzano l'ipotesi che davvero non ci sia stato un pagamento occulto tramite canali riservati istituiti dalla famiglia. Altrimenti perché fare quei discorsi al telefono? I colloqui intercettati, inoltre, offrono un'altra spiegazione alla presenza di Pietro Vavassori in Calabria, alla vigilia della liberazione di Alessandra. Gli investigatori, venuti a sapere ciò che avevano in serbo i familiari coi quali fino a quel momento avevano sempre collaboralo, hanno cercato di stopparli rivelando loro l'altra strada che stavano percorrendo, quella che ha portato al rilascio di giovedì sera. E quando a Vavassori è stato detto che la svolta era imminente, i poliziotti se lo sono portati in Calabria. Tutto qui? Tutto qui, stando ai racconti di chi ha seguito la vicen- da minuto per minuto giocando mi ruolo di primissimo piano. E che di fronte alle nuove polemiche sulla trattativa sbotta: «Ma quali accor- di segreti con i capi 'ndrangheta! E' tutto scritto in documenti giudiziari, si tratta di una via d'uscita prevista dalla legge, commi 3 e 4 dell'articolo G30 del codice penalo. So questo è uno scandalo, allora si decida di abrogare quelle norme». Per adesso le norme esistono, e sono state utilizza' i lai pm Alberto Nobili e dagli in> istigatori della polizia criminale por riportare a casa Alesandra Sgarella. Perché quando a fine giugno hanno arrostalo gli uomini del clan Lumbaca, si sono osi conto che erano soltanto pedino, e non era nelle loro possibilità ordinare o far ottenere il rilascio della donna. Francesco «Ciccio» Lumbaca è l'uomo che nella foto dell'appello in tv sta in piedi sulla destra, corpulento, capelli ricci e faccione piegato sulla destra. E' lui, nel gruppetto finito in trappola, quello che sembra più addéntro alle ce^e del sequestro. Dopo l'arresto, di fronte alle domande insistenti dei poliziotti, a un certo punto s'i lasciato andare a uno sfogo in dialetto calabrese stretto che tradotto in italiano suona più o mono così: «Io non so niente, ma se davvero sapessi qualcosa vi pare che potrei dirvelo corno niente fosso? Diventerei immediatamente un uomo morto». Era un modo por dire che qualcuno, più in alto dei Lumbaca, aveva in mano il bandolo del sequestro e il potere di farlo concludere senza riscatto e senza la morte dell'ostaggio. Le indagini hanno portato la polizia a individuare l'aurea» criminale che stava sopra agli arrostati, e poi ad alcuni nomi, a delle «zone di competenza». Viene fuori l'area di Piatì, sul versante jonico dell'Aspromonte, e poi i nomi dei clan Barbaro c Trimboli. Ci sono indizi, ma non prove o elementi tali da consentire nuovi arresti. Scattano cosi i colloqui investigativi, e si mettono in giro le «voci» negli ambienti criminali giusti: «Clio voi siete dentro il sequestro lo sappiamo, per raccogliere le prove e incastrarvi è solo questione di tempo. Ma fatevi i vostri conti, perche la logge dà molti vantaggi a chi fa liberare l'ostaggio senza riscatto». La legge è quell'ultracitato articolo 630 dei xidice penale, e a leggerlo hi maniera un po' estensiva, tra i «concorrenti» che «si adoperano» por far tornare a casa il rapito si possono comprendere anche coloro che lo tengono segregato e lo liberano, prima di essere inchiodati dalle prove. E' questa la trattativa, che il pm Nobili ha dirotto mettendo tutto per iscritto in documenti con l'intestazione della procura della Repubblica di Milano e la sua fuma: una bolla differenza con i patti occulti e le manovre sotterranee di tanti altri sequesti del passato. Il pm si impegna a chiedere i benefici previsti dalla legge, ma poi a concederli dovranno essere i tribunali. Quello che in gergo giuridico si chiama «recesso attivo» dal reato in questo caso viene considerato qualcosa che merita sconti di pena, come per il pentito che fa catturare i complici. E adesso, si augurano gli investigatori, anche «Ciccio» Lumbaca potrebbe dire quello che sa senza troppi timori. Giovanni Bianconi \ Nello stesso tempo, dopo l'interrogatorio di Ciccio Lumbaca, gli investigatori stavano stringendo i tempi con i colloqui in carcere

Luoghi citati: Calabria, Milano