«Noi abbiamo fatto la nostra parte»

«Noi abbiamo fatto la nostra parte» «Noi abbiamo fatto la nostra parte» Cantarella-, e le scelte di sviluppo non cambiano CERNOBBIO. Il patto sociale? «La buona notizia è che il dibattito su questi temi sia finalmente forte, alto, portato ai livelli giusti con grande disponibilità da parte di tutti, a partire dagli imprenditori». La crisi dell'America Latina e della Russia? «Le nostre strategie di fondo non cambiano in relazione alla congiuntura. Certo, le scelte verranno seguite con la nostra tradizionale attenzione: Ma non si cambia». A Paolo Cantarella, amministratore delegato della Fiat, di sicuro non fa difetto né l'ottimismo né la voglia di fare. Eppure da più parti si accusa l'industria italiana di non essere abbastanza coraggiosa o innovativa... «E questa accusa io non la posso accettare. Vuole sapere quanto abbiamo investito in Fiat dal '92 al '97, tra attività fisse e ricerca e sviluppo? Oltre 46 mila miliardi, in media l'I 1% del fatturato. Grazie a questo sforzo siamo riusciti ad essere competitivi su tutti i mercati, senza la protezione di nessuno. Non è un caso che abbiamo vinto per tre volte il titolo di auto dell'anno oppure che riusciamo a vendere il Pendolino in tutto il mondo. Vendiamo fuori Jtalia 9 trattori su 10 che produciamo, 8 camion su 10,6 auto su 10». Questo vale per la Fiat... «Ma dietro a noi si muovono tante imprese medie e piccole che ci seguono in tutto il mondo. E nessuno, mi creda, si tira indietro. Il problema, al di là delle polemiche sterni, è di rendere più efficace lo sforzo complessivo. Dalle imprese dipende il 55% della spesa complessiva in ricerca del nostro Paese. Sono convinto che quei quattrini frutterebbero assai di più se fosse più solido il rapporto con la scuola e l'università». Non è un problema di sola flessibilità, allora... «La flessibilità, che ha molte articolazioni, è uno degli aspetti fondamentali. Ma fondamentale è anche la riduzione dei costi, l'aumento della competitività delle imprese e del Paese. Fondamentale è il problema dell'occupazione, soprattutto quella giovanile, ma anche l'importanza dei lavoratori che sono già all'interno delle imprese». Una bella agenda di lavoro... «E' importante che di tutte queste cose si discuta seriamente al di là, come è giusto che sia, delle diverse interpretazioni o valutazioni. Soprattutto adesso perché il nostro Paese sta attraversando un momento particolarmente delicato, sia per i collegamenti con le economie mondiali sia perché, come ci dicono i numeri, stiamo ad un livello di crescita importante ma inferiore rispetto ad altri Paesi europei». La congiuntura dell'Est o del Sud America vi consigliano di frenare. O no? «No, dal punto di vista delle strategie di fondo non si cambia. Prendiamo la Russia. Io credo che si debbano fare iniziative solide dal punto di vista industriale. E quella russa è solida come di¬ mostra il fatto, non frequente, che la Bers abbia deciso di partecipare alla società tra noi e la Gaz con il 20% del capitale. Certo seguiremo con attenzione, dopo la crisi, le dimensioni del mercato con cui dovremo confrontarci e quindi ci comporteremo di conseguenza. Ma quello russo resta un progetto di lungo periodo e perciò, dal punto di vista strategico, non cambia nulla». E l'America Latina? «Il Sud America ci ha dato molte soddisfazioni. Questo è un momento difficile ma nel futuro avremo momenti altrettanto buoni perché, come si vede dai numeri, i fondamentali dei Paesi del Mercosur sono molto buoni. E i Paesi con i fondamentali a posto saranno i primi a ripartire». I vostri programmi, insomma, non cambiano... «In questo periodo si fanno le previsioni per l'anno successivo. E, com'è nostra tradizione, saremo molto attenti alle varie situazioni economiche. Ma le nostre scelte di sviluppo sono definite: ci sono Paesi in cui il mercato ha tutte le possibilità per svilupparsi; c'è la scelta di allargare le attività ai servizi con quella che chiamiamo l'allungamento della catena del valore. Su questo proseguiremo, perché le nostre strategie di fondo non cambiano in relazione ai momenti congiunturali», [u. b.] «La crisi russa non ci spaventa perché è solida la nostra iniziativa industriale» L'amministratore delegato della Fiat Paolo Cantarella

Persone citate: Bers, Paolo Cantarella

Luoghi citati: America Latina, Cernobbio, Russia, Sud America