«lo avrei già un nome: Emma Bonino»

«lo avrei già un nome: Emma Bonino» «lo avrei già un nome: Emma Bonino» Prestigiacomo (Polo): in Europa ha tanta grinta IL PALAZZO S'INTERROGA ROMA DALLA REDAZIONE Una donna al Quirinale: la provocazione di Giuliano Amato raccoglie consensi senza distinzioni di sesso o colore politico. Da sinistra a destra, uomini e donne si sono detti favorevoli a veder salire una donna al Quirinale. Il presidente del Senato Nicola Mancino non ha voluto nemmeno prestarsi alla provocazione di Giuliano Amato: «Come si fa a escludere in maniera pregiudiziale che una donna possa essere Presidente della Repubblica?», si è chiesto ieri sera alla festa del Ppi. Il ministro per le Pari Opportunità Anna Finocchiaro si è dichiarata «assolutamente favorevole e non solo da un punto di vista simboh- co». Il problema - ha però sottolineato - «è che i tempi sono maturi per le donne, non per la politica. In Italia non è nemmeno necessario fare grandi sforzi per trovare donne in grado di ricoprire la pri-' ma carica dello Stato. Purtroppo manca del tutto la consapevolezza politica di un simile cambiamento culturale: manca sia a destra che a sinistra. Con quest'affermazione Amato rappresenta una voce che si pone fuori dal coro». D'accordo su una donna al Quirinale anche Teodoro Buontempo, di An, che giudica la proposta «l'unico fatto rivoluzionario di questi ultimi quattro anni di spettacolo della politica e impossibilità di raggiungere la Seconda Repubblica. La nomina di una donna acquisterebbe una valenza politica, sociale, morale, di gran lunga superiore al problema dell'alternanza uomo-donna. Avrebbe un signifi¬ cato di speranza nel cambiamento. Potrebbe riawicinare gli italiani alla politica. Come nel caso di di elezione diretta del capo dello Stato, una donna al Quirinale, se ben scelta, potrebbe rappresentare una figura finalmente più vicina agli interessi della comunità civile, non legata agli interessi partitocratici». Largo alle donne, anche secodo Franco Grillini, presidente dell'Arcigay: «Una maggiore presenza femminile andrebbe garantita a tutti i livelli di potere, come accade in Francia o in Islanda. Le donne devono occupare ministeri di maggiore peso, su questo non c'è discussione. Il problema è che gli uomini, invece, non hanno alcuna intenzione di abbandonare i ruoli ad alto contenuto di potere». Ersilia Salvato, di Rifondazione comunista, è convinta che una donna al Quirinale sia «ancora un auspicio più che una vera possibilità per l'Italia». E si tratta di una proposta valida, a patto che «la scelta non sia astratta e cioè slegata da un progetto». Quanto alle donne che potrebbero essere elette Presidente della Repubblica, alcuni nomi ricorrono più di altri: sono quelli di Nilde lotti e Tina Anselmi. Ma non mancano candidature diverse. Stefania Prestigiacomo, deputato di Forza Italia, ha proposto il commissario europeo Emma Bonino. «Sarebbe auspicabile - ha spiegato - che finalmente una donna fosse votata al Quirinale non solo come atto di presenza, come accade per la candidatura di bandiera di Nilde lotti. Ci sono in Italia tante donne che hanno acquisito risultati di cui tutti dovrebbero essere fieri e che forse nel nostro Paese non sono aucguatamentG riconosciuti. Ci sono persone che hanno tanta grinta e possono ancora dare tanto al nostro Paese. Penso, ad esempio, a Emma Bonino, protagonista di grandi battaglie politiche e civili che in Europa ha fatto aumentare il prestigio dell'Italia». Franco Grillini propone il ministro Finocchiaro: «Per le tematiche che ci stanno a cuore sarebbe perfetta», spiega. Teodoro Buontempo chiede di «cercare nella società civile. Preferisco non fare nomi, ma vi sono tante donne nel mondo dell'imprenditoria, della moda, dell'università, in grado di dare un contributo valido al Paese». A sinistra il ministro Anna Finocchiaro Qui accanto Emma Bonino

Luoghi citati: Europa, Francia, Islanda, Italia, Roma