Le picconate di Cossiga contro Prodi di Fabio Martini

Le picconate di Cossiga contro Prodi «I nostri voti? Quasi gli fanno schifo. La Finanziaria? Se ci sono le 35 ore non la votiamo» Le picconate di Cossiga contro Prodi Appello a Berlusconi: incontriamoci TELESE TERME DAL NOSTRO INVIATO Cosa non farebbero, pur di farsi immortalare a fianco di Cossiga. Ma a forza di spinte e sguardi alle telecamere, gli onorevoli dell'Udr riescono a trasformare il palco di Telese in un palcoscenico da avanspettacolo. Nella ressa finisce anche Carlo Scognamiglio in lino chiaro, ma il più bravo di tutti è il pattista Diego Masi: «Spostiamoci...», sussurra ad un gruppo di «amici». Ma è un trucco: col braccio ne trascina due, Masi non si muove e conquista così il suo posto al sole, a fianco di Cossiga. E lui, il Picconatore? Non delude i suoi affezionati: parla per un'ora e mezza in piedi, sotto il sole, regala battute spumeggianti e soprattutto fa capire che nel suo mirino è finito un nuovo «nemico»: Romano Prodi. Una novità che Cossiga fa capire anzitutto con il ragionamento sulla Finanziaria, che «è una porcheria», «oggi non possiamo ancora dire se voteremo a favore o contro», ma due cose sono certe sin da oggi: «l'Udr non voterà mai sì, se nella Finanziaria ci sono le 35 ore» e in ogni caso, prima di votare a favore «chiederemo a Prodi o anche a Scalfaro che subito dopo il governo si dimetta». E Cossiga fa capire di aver preso di mira il presidente del Consiglio soprattutto perché lo «sfotte» ogni volta che lo cita. Con questa raffica di battute: «I nostri voti? Quasi gli fanno schifo...». La tensione tra Italia e Vaticano? Ricorda storici conflitti, come quello che vide protagonista Cavour: «Ma paragonare Cavour con Prodi e con il procuratore di Lagonegro, mi sembra...». Risate. Il rimborso in contanti per le tasse? «Una furberia di Prodi...». Il progetto prodiano per le elezioni europee? «In rotta di collisione con il Ppe e con D'Alema...». Ed è sintomatica una coincidenza: l'improvvisa «cattiveria» sfoderata nei confronti del suo (ex?) amico Prodi si accompagna ad una dichiarazione di simpatia per Massimo D'Ale- ma: «Il suo è stato il discorso più importante qui a Telese, ma vi devo confessare che io sapevo prima già tutto perché ne avevamo parlato in un lungo colloquio». Cossiga non ha mandato giù il gran rifiuto di Prodi rispetto all'offerta di voti dell'Udr, ma il rapporto tra i due continua, tanto è vero che sabato sera il presidente del Consiglio avrebbe telefonato a casa Mastella e chiesto a Cossiga: «Cosa dirai domani?». Nel suo discorso alla festa dell'Udr, Cossiga non ha risparmiato nessuno, a cominciare da Fini («Non accetto lezioni di trasformismo da chi ha mangiato la crostata di casa Letta e da chi voglia presentare fascisti e comunisti come gli immacolati»); una certa indulgenza per Berlusconi («lo invito ad incontrarci per discutere il voto sulla Finanziaria»), la conferma - ma in tono minore - che presto vedrà Bossi: «Ascoltare non compromette né chi parla, né chi ascolta». Ma le battute più spassose le ha dedicate al presidente degli Stati Uniti: in un crescendo di applausi Cossiga ha spiegato di essere solidale con Clinton e ha scandito quella battuta sulla «compagna di classe porcellona», che ha scatenato uno scroscio di risate incontenibili. Tra i padiglioni di acqua sul- furea delle terme di Telese, a due passi dalle forche caudine, il presidente d'onore dell'Udr ha chiuso la riuscitissima prima festa nazionale del suo partito, anche se Cossiga è parso andare un po' sopra le righe quando ha definito la festa di Telese «l'evento politico dell'anno». A D'Alema l'ex-capo dello Stato ha spiegato che l'Udr si batte per una «democrazia competitiva», che è un partito transitorio perché il vero obiettivo è costruire in Italia «un grande partito di centro», sul modello «della Cdu e del partito popolare di Aznar». Su Berlusconi qualche allusione («c'è chi fa affari privati in case pubbliche e affari pubblici in case private»), ma anche un ragionamento non banale: «Ingiusto dire che lui abbia fatto fallire la Bicamerale. Uno storico, fra 100 anni, potrà trovare normale che uno solo, tra gli imprenditori italiani, guarda caso uno che si è messo in politica, diventando capo del governo e poi dell'opposizione, abbia collezionato 64 procedimenti penali e forse altri anco¬ ra?». E ancora: «Da Tangentopoli si esce soltanto con un'amnistia». E il padrone di casa? Mastella, in blu, è raggiante: a Telese sono sfilati quasi tutti i big della Grande Politica, giornali e tv non hanno riproposto i consueti cliché e lui ha ringraziato pubblicamente «tutta l'informazione, tranne uno...». A fari spenti spiega: «Mediaset si è vista poco...». Fabio Martini Bacchettate anche a Fini: «Da lui non accetto lezioni di trasformismo» Odio-amore con D'Alema: ha fatto un discorso importante Ma gli dico di no Il leader del Polo Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Italia, Lagonegro, Stati Uniti, Telese Terme