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I DADI DEL DESTINO EUROPEO ELEZIONI IN BAVIERA I DADI DEL DESTINO EUROPEO IN un'antica filastrocca tedesca, un chiodo si staccò dallo zoccolo, che fu smarrito dal cavallo, che lasciò a piedi un cavaliere, che non potè unirsi al suo esercito, che così perse la battaglia. Nelle elezioni federali tedesche del 27 settembre, il chiodo e lo zoccolo di Helmut Kohl si trovano in Baviera. Se domenica prossima la Csu, il partito bavarese alleato alla Cdu di Kohl, non otterrà, per la prima volta nel dopoguerra, la maggioranza assoluta al voto regionale, tra gli elettori di Kohl si diffonderà la sfiducia, molti non andranno a votare il 27 settembre, aprendo la strada allo sfidante socialdemocratico, Gerhard Schroeder, modificando profondamente l'intero panorama politico europeo. C'è una sotterranea coerenza nel fatto che proprio in Baviera si tirino i dadi del destino europeo. La regione di Monaco rappresenta un esempio unico, ancor più del Nord-Est italiano, delle contraddizioni europee: al tempo stesso la più avanzata e la più conservatrice delle regioni d'Europa, è infatti prova e al tempo stesso antidoto della strada europea al benessere. Tra il '94 e il '96, il governo del «Libero Stato di Baviera» ha lanciato due programmi chiamati «offensiva per il futuro» che hanno trasformato la Baviera nella regione economicamente più forte e avanzata d'Europa. Nelle sue campagne elettorali, tra gli Stamtntiscb delle birrerie, il premier del Land, Edmund Stoiber, anziché promettere asili o ospizi parlava ai suoi elettori di investimenti in alta tecnologia, reattori al plutonio e venture capital. Oggi la Baviera può vantare una quota di disoccupati del 6,3% (contro una media nazionale dell'11,5%), la quota di investimenti per abitante (17,5%) più alta d'Europa, una crescita dell'economia vicina al 4%, un indebitamento prò capite pari a metà della media nazionale. A ogni cittadino bavarese fa capo una quota di investimenti in ricerca doppia rispetto alla media eu- Carlo Bastasin CONTINUA A PAG. 8 TERZA COLONNA