Arriva l'etichetta che cambia il futuro dell'olio

Arriva l'etichetta che cambia il futuro dell'olio OLIVICOLTURA E' diventato legge il provvedimento al centro di forti polemiche tra produttori agricoli e industriali Arriva l'etichetta che cambia il futuro dell'olio Per l'extra vergine devono essere Mode in Italy anche le olive ROMA. L'olio extra vergine d'oliva «made in Italy» è una realtà. Non si potrà più contrabbandare per italiano l'olio extra vergine proveniente dalla Spagna, dalla Tunisia o dal Marocco. Non solo la lavorazione delle olive, ma anche la loro produzione dovrà avvenire esclusivamente in Italia. Quest'importante norma che protegge in egual misura i consumatori e gli olivicoltori è legge dello Stato, essendo stata pubblicata ieri sulla «Gazzetta Ufficiale». 11 provvedimento prevede che con la dicitura «Made in Italy» potrà essere venduto soltanto il prodotto il cui «intero ciclo di raccolta, produzione e lavorazione» si sia svolto sul territorio nazionale. E stabilisce sanzioni per l'uso di etichette infedeli: multa al titolare dell'impianto di raffinazione di 800 mila lire per ogni quintale di prodotto detenuto illegalmente. Nel caso di miscele di oli importati, la legge dispone l'obbligo di indicare le percentuali secondo i vari Paesi d'origine; mentre è possibile scrivere, su una parte distinta dell'etichetta, la denominazione e l'indicazione dell'impianto che ha lavorato l'olio extra vergine d'oliva. Nei mesi scorsi, durante la discussione finale e l'approvazione del provvedimento, c'era stata una lunga e dura polemica tra i produttori e gli industriali dell'olio di oliva. E ancora oggi - a legge pubblicata - la polemica non si è del tutto sopita. L'Assitol (Associazione degli Industriali) sostiene che le norme ora in vigore ostacolano la libera circolazione delle merci. Questa critica viene respinta dail'Unaprol (Associazione dei Produttori), che tuttavia auspica che «dal dialogo in atto con la grande industria scaturisca un contributo concreto per la definizione delle norme attuative della legge». Proprio su queste norme attuative insistono anche le industrie aderenti a Cen- tromarca. Pur apprezzando l'intenzione del governo di tutelare il consumatore e l'olivicoltore, queste industrie sottolineano il rischio che, senza l'adozione di regole chiare e precise attribuzioni di responsabilità a coloro che ne dovranno assicurare il rispetto, si otterrà come risultato una normativa protezionistica, che potrebbe anche risultare lesiva degli interessi dei consumatori. Occorre ricordare che l'Italia importa ogni anno tra i 2 e i 5 milioni di quintali di prodotto, per far fronte al fabbisogno interno che la produzione nazionale (in media 5,5 milioni di quintali) non riesce a soddisfare. Comunque, la legge sull'etichettatura dell'olio d'oliva è destinata a cambiare il futuro del settore. Ne è convinto anche il presidente del Consorzio degli Olivicoltori, Massimo Pacetti. «E' necessario introdurre delle novità e dei cambiamenti che riguardano tutti - dice Pacetti - e non solo i produttori, ma i rapporti di mercato, import ed export, rapporti tra i Paesi produttori comunitari e non, soprattutto dell'Italia mediterranea». Gianni Stornello Massimo Pacetti presidente del Consorzio nazionale olivicoltori

Persone citate: Gianni Stornello, Massimo Pacetti, Pacetti

Luoghi citati: Italia, Marocco, Roma, Spagna, Tunisia