Il piano tariffe frena la Telecom

Il piano tariffe frena la Telecom Il direttore Sarmi: difficile fare i conti se il governo non dà la linea sulle bollette Il piano tariffe frena la Telecom Strategie, si decide a fine mese R> .wA. Qualche mese fa, il presidente Gian Mario Rossignolo sottolineava «il paradosso» della Telecom Italia, azienda completamente privatizzata eppure costretta a rispettare molti vincoli tipici delle imprese pubbliche. I fatti sembrano dargli ragione, e il caso viene confermato con lo slittamento delle decisioni sulle tariffe, che dipendono dallo Stato. Non è un problema di aumenti e no, non è questo che preoccupa la holding. Il vincolo sta nella mancata delibera, che rischia di compromettere la redazione del bilancio, come ha denunciato ieri il direttore generale Massimo Sarmi: «Le tariffe hanno una ricaduta immediata sui nostri ricavi. E ci risulta difficile definire un budget senza conoscere i ricavi». Ma con o senza decisioni sulle tariffe, ha commentato Rossignolo, il consiglio di amministrazione del 25 settembre la Telecom Italia «è un appuntamento molto importante perché sul tavolo ci sono due grandi temi: i risultati semestrali e il piano industriale». E su questo secondo punto ha aggiunto: «Ci sono tante pentole sui fornelli, prima o poi verrà fuori la pietanza. La piattaforma digitale? Continuiamo a lavorare e ci auguriamo di chiudere in tempi rapidi». Massimo Sarmi, che insieme agli altri direttori Telecom è responsabile della stesura del bilancio, ha sollecitato il ministero delle Comunicazioni e l'autorità delle tic a «rispettare, per la definizione delle tariffe, la prevista scadenza di fine settembre». Ma a questo punto difficilmente andrà così. L'Authority ha affidato alla società Kpmg l'auditing sui conti pre- sentati da Telecom, che saranno stilati sulla base delle decisioni in materia tariffaria. La società di revisione si è presa 30 giorni dopo aver ricevuto formalmente l'incarico il 24 agosto. Prima del 24 settembre, quindi, non ci sarà la certifica¬ zione dei dati e Giuseppe Gargani, membro dell'autorità, ha parlato di ottobre quale termine della procedura. Di sicuro si sa che mercoledì l'Authority entrerà, per la prima volta, nel merito del problema tariffario in una riunione del suo plenum. Ripercussioni per il ritardo nell'emanazione delle nuove tariffe potrebbero esserci anche per il piano industriale di Telecom. Non è in pericolo la sua emanazione il 25 settembre, nella già prevista riunione del consiglio d'amministrazione. Ma certo alcune strategie che ne faranno parte necessitano di chiarezza sul fronte degli introiti realizzabili. A complicare ulteriormente la situazione di incertezza di Telecom c'è la partita dell'interconnessione. L'autorità deve valutare il listino presentato a luglio dalla società e decidere a quali prezzi ci si potrà interconnettere con la rete Telecom Italia. Anche in questo caso ci sono in discussione gli introiti futuri del gestore di telecomunicazioni, che varieranno in modo significativo a seconda delle decisioni che saranno prese. Il presidente Cheli ha più volte sottolineato che tariffe e interconnessione sono legate, e quindi il riassetto dovrà tenere conto anche di questa variabile. Delle due questioni si parlerà martedì a Bruxelles, dove Maccanico e Cheli si recheranno per incontrare il commissario Van Miert. Il ministro ha annunciato che al commissario Ue saranno spiegate le necessità temporali per arrivare a una definizione dei due problemi. Indicazioni più precise sul «timing» potranno quindi venire dopo questo incontro, anche perché Van Miert chiederà impegni precisi, minacciando di aprire una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia. [r. e. s.] Il direttore generale di Telecom Massimo Sarmi

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