I Grandi cercano una cura per i mercati

I Grandi cercano una cura per i mercati Standard and Poor's avverte: il Sud Africa e l'America Latina sono economie ad alto rischio I Grandi cercano una cura per i mercati Fallito il vertice Usa-Giappone. Blair, subito un GÌ tecnico ROMA, Contro la bufera che continua a travolgere i mercati finanziari di tutto il mondo si intesse una rete di summmit nella speranza di arrivare a decisioni che fermino la caduta libera dei listini. Finora, però, i risultati sono scarsi. Ieri il segretario al Tesoro americano, Rubin, e il ministro delle Finanze giapponese, Miyazawa, si sono incontrati a San Francisco, ma, alla fine dei colloqui, la situazione non era cambiata di molto: Miyazawa ha dichiarato che il Giappone «farà ogni passo possibile» per stimolare la sua economia e riformare il sistema delle banche. Un po' poco per Washington che da Tokyo si aspetta fatti e non dichiarazioni d'intenti. Rubin ha comunque detto, al termine della riunione, di sperare che l'incontro contribuisca a «smuovere le cose in Giappone». Ma solo con buone intenzioni e speranze non si va lontano. Eppure il summit nippoamericano è stato dominato, come ha detto Miyazawa, da un «senso di urgenza», ribadito dalle parole di Rubin alla i conferenza stampa che si è svolta dopo il colloquio: «E' importante che il Giappone si muova. Il mondo ha bisogno che il Giappone torni in rotta». Insomma, il ministro Usa ha riconosciuto che, con il nuovo governo guidato da Keizo Obuchi, Tokyo ha fatto qualche passo avanti, ma ha anche fatto capire che la strada per uscire dalla crisi è ancora lunga. D'altra parte Rubin ha detto che sul fronte della politica dei cambi non ci saranno mutamenti di rotta: «Un dollaro forte - ha sottolineato - serve i nostri interessi». Di tassi, durante l'incontro, non si è parlato, ma il presidente della Federai reserve, Greenspan, ha messo le mani avanti: «E' impensabile - dice - che gli Stati Uniti possano rimanere un'oasi di prosperità in un mondo che subisce uno stress così grande». Sui tassi quindi prudenza: «Per la Fed - aggiunge Greenspan - in questo momento i tassi possono tanto essere tagliati quanto aumentati». Dagli Usa all'Europa. Da Londra, per discutere su possibili aiuti alla Russia, Tony Blair ha convocato un incontro di emergenza del GÌ, la cui presidenza tocca attualmente alla Gran Bretagna, per la fine della prossima settimana. Al- la riunione, che dovrebbe però essere a livello di alti funzionari, cioè di tecnici dei ministeri di Esteri o Tesoro, parteciperanno anche Fmi e Banca mondiale. Le prime reazioni alla chiamata di Blair sono di cautela: piano con gli aiuti, spingiamo perché vengano in fretta attuate riforme. Questo il pensiero comune dei ministri dell'Unione Europea che apparirà nel documento in via di preparazione, dove si esprimerà anche il pieno «appoggio politico» dell'Europa alla Russia, ma evitando comunque scelte di campo politiche in senso stretto. «Russia e Asia hanno bisogno di fiducia - dice il Commissa¬ rio europeo Yves Thibault De Silguy -; in Asia occorre tornare ad invogliare i giapponesi ad investire e spendere i loro soldi, mentre per quanto riguarda la Russia manca un programma economico sicuro che consenta di ridare fiducia ai mercati finanziari. Oggi conclude il Commissario - dire fiducia equivale dire crescita economica». Intanto l'occhio di Standard and Poor's scruta verso altre latitudini: «Il collasso del sistema bancario russo - dice una nota dell'agenzia di rating - colpisce non solo i Paesi confinanti ma si estende, al Sud Africa e all'America latina». In Sud Africa si intensificano le pressioni per una svalutazione del Rand, la cui difesa è costata finora un rialzo dei tassi d'interesse sopra il 20 per cento, tagli all'attività produttiva e ai margini di guadagno delle banche. In America latina, invece, nonostante manchino legami economici diretti con la Russia, le banche di Brasile, Messico e Venezuela soffrono grosse limitazioni sui mercati dei capitali internazionali, forti aumenti dei tassi di interesse, deprezzamento dei loro portafogli. «C'è un chiaro pericolo - avverte Standard and Poor's - che le difficoltà si estendano». E il crollo di venerdì delle Borse brasiliane è un forte segnale d'allarme. Vanni Cornerò ■ MOT lEII^dMIIIII ^LKLVIltM ffljffr'ilW

Persone citate: Greenspan, Keizo Obuchi, Miyazawa, Rand, Tony Blair, Vanni Cornerò, Yves Thibault