Orvieto perde un mosaico

Orvieto perde un mosaico Orvieto perde un mosaico i7 vento ha danneggiato la facciata ORVIETO. Pezzi di mosaico si sono staccati ieri in due riprese dalla facciata del duomo di Orvieto. Il primo crollo intorno alle 13, il secondo alle 14,30. Dapprima due pezzi piuttosto grandi di una lastra d'oro e più tardi altre due piccole parti di mosaico. Le figure degli angeli, che si trovano appena al di sotto, sono rimaste intatte. Dal mosaico, quindi, manca ora un pezzo della dimensione di circa un metro quadro, al posto del quale è rimasta una chiazza scura. Sulla probabile causa dei crolli i tecnici dell'Opera del duomo hanno ipotizzato che potrebbe essere stata la forte escursione termica di questi giorni. Questa potrebbe infatti avere provocato delle bolle di aria al di sotto del mosaico, staccatosi poi probabilmente anche a causa dell'azione del forte vento di direzione variabile che tirava ieri ad Orvieto. C'è ora il pericolo che crolli un'altra parte dell'opera. «I danni alla facciata del duomo sono contenuti». Lo ha dichiarato Mario Serio, il direttore generale competente del ministero Beni culturali, sulla base delle informazioni rice¬ vute dal soprintendente di Perugia Costantino Centroni. «Le tessere che si sono staccate ha proseguito Serio - saranno per quanto possibile recuperate, ma ad ogni modo non sono più quelle originali. Erano già state sostituite nell'Ottocento e poi ancora nel restauro di sei anni fa». Piuttosto quello che preoccupa Serio è la difficoltà di far arrivare lo speciale mezzo dei Vigili del Fuoco con un braccio mobile arrivi fino all'altezza dei 50 metri dove si è prodotto il distacco. Un lavoro urgente, necessario per tamponare in emergenza il mosaico che non è più unito e che potrebbe innescare altri crolli con un effetto a domino. Emozionante di giorno, quando se ne possono ammirare le singole tessere, suggestivo al tramonto, quando il sole lo fa risplendere, spettacolare di notte, iUuminato da fasci di luce, con il buio tutto intorno, il mosaico del trecentesco Duomo di Orvieto si estende, fra i bassorilievi e le statue, ad ogni parte della facciata. Nel 1785-'89 alcuni dei pezzi più antichi e più belli furono tolti e spediti a Roma, in omaggio a Pio VI, furono sostituiti da opere di mosaicisti romani che restaurarono anche quelli rimasti. La facciata del duomo è larga 40 metri ed è alta 50. L'opera, cominciata dall'artista senese Lorenzo Maitani, fu continuata da Andrea Pisano (1347) e da Andrea Orcagna (1359) e fu completata soltanto all'inizio del '600. Nel 1795 fu rovinata da alcuni fulmini e fu successivamente restaurata da Giuseppe Valadier. Ha la forma di un grande trittico ogivale. L'ossatura della costruzione è costituita da quattro pilastri «a fascio» che si levano da uno zoccolo di robusti piloni e si completano, in alto, con delle guglie. Fra i piloni di base si aprono i tre ricchi portali. Il duomo di Orvieto è mi capolavoro dell'architettura gotica italiana. All'interno della cattedrale era stato inaugurato nel novembre del '96 il restauro (ritirato 6 anni e costato quasi sette miliardi di lire) della Cappella di San Brizio, che ospita capolavori del Beato Angelico e di Luca Signorelli. Il duomo aveva subito lievi danni in seguito al terremoto del settembre '97. [Ansa]

Persone citate: Andrea Orcagna, Andrea Pisano, Brizio, Giuseppe Valadier, Lorenzo Maitani, Luca Signorelli, Mario Serio, Pio Vi, Serio

Luoghi citati: Orvieto, Perugia, Roma