Daghestan
Daghestan Daghestan Decine di morti in un attentato MAKHÀCHKALA'. Almeno 17 morti, due dei quali bambini, 80 feriti, gli edifici di un'intera strada rasi al suolo o sventrati, 100 persone sepolte sotto le macerie e un cratere largo 5 metri e profondo tre. L'attentato che venerdì sera ha sconvolto Makhachkalà, capitale della repubblica russa del Daghestan (Caucaso settentrionale), è uno dei più devastanti mai verificatisi nell'ex Urss. Nessuno ha ancora rivendicate quel che è stato definito «un mostruoso atto di terrorismo». Non si sa ancora quale fosse l'obiettivo, né vi è certezza sul tipo di ordigno. Il ministro degli Interni russo Serghej Stepashin ha accusato «il mondo del crimine»: «Ci ha dichiarato guerra, e noi accettiamo». La polizia ritiene che l'attentato sia opera dei Wàhabitì, una setta integralista islamica cui sono attribuiti il fallito attentato al presidente della vicina Cecenia, Asian Makhadov, e quello riuscito contro il gran Muftì daghestaho Saidmukhamed Abubakarov, che aveva condannato l'estremismo religioso. L'eplosione di venerdì si è verificata davanti alla Tv locale, in una via in cui abitano il premier daghestano Khizri Shikhsaidov e il sindaco di Makhachkalà Said Amirov, scampato quest'anno a 10 attentati. L'auto del premier è passata sul posto pochi minuti prima dello scoppio, ma è più probabile che l'obiettivo fosse il sindaco. Lo scoppio ha portato via mezzo centro tv, ha sbriciolato 15 edifici, in cui vivevano 142 persone, e ha sventrato altri 11 palazzi, tra cui il dormitorio di un istituto agrario i cui studenti sono stati investiti da una mitraglia di schegge. Lo scoppio è stato prima attribuito a un proiettile d'artiglieria. Poi i frammenti di vetro estratti dai corpi delle vittime hanno fatto pensare a un'autobomba, ma non è escluso che si trattasse di un missile. Da Mosca sono arrivate squadre di soccorso, para e truppe speciali del ministero degli Interni, mentre le autorità locali dichiaravano due giorni di lutto. Ma con maligna coincidenza, nell'estremo Nord della Russia, sull'isola di Novaja Zemlja, un gruppo di militari di leva daghestani ha preso in ostaggio 24 persone, in un disperato tentativo di diserzione. [e. st.] ; ù # MAR CASPIO ■WM4p° li & MAKHÀCHKALA' \ CeCENlA \ m <§
Persone citate: Makhadov, Stepashin
Luoghi citati: Cecenia, Daghestan, Makhachkalà Said Amirov, Mosca, Russia, Urss
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