Dini all'Ue di F. Man.

Dini all'Ue Dini all'Ue «Una moratoria sul debito russo» SALISBURGO DAL NOSTRO INVIATO Un mini-G7 straordinario sabato prossimo a Londra per affrontare la crisi russa. E' questa la decisione presa dal presidente di turno del G7 Tony Blair, dopo aver consultato Bill Clinton. Non si tratterà comunque di un incontro tra capi di Stato o tra ministri, ma solo di ima riunione di alti funzionari dei dicasteri economici e finanziari, aperta anche al Fondo monetario, alla Banca mondiale e all'Unione europea. Mentre la comunità internazionale fa il primo passo verso una presa in carico diretta della crisi russa, i ministri degli Esteri dell'Ue, riuniti ieri e oggi a Salisburgo, si muovono con grande prudenza, dividendosi sul sostegno da dare a Eltsin e Cernomyrdin e sull'ipotesi di mandare una missione a Mosca. Oggi i Quindici - anzi i Quattrodici, visto che il britannico Robin Cook ha snobbato la riunione per finire le vacanze in Francia con la nuova moglie scatenando l'ira degli austriaci - faranno una dichiarazione per ribadire i concetti che l'Occidente va ormai ripetendo dall'inizio della crisi: la Russia si aiuti da sola, senza un quadro politico stabile e una nuova sterzata verso la strada delle riforme dall'Europa non arriverà un soldo in più. Ma proprio il rifiuto di versare ancora aiuti nel gorgo russo apre un problema, quello della moratoria internazionale sul debito, come il ministro Lamberto Dini ha sottolineato ai suoi collegni: «Ci vorrà comprensioné'fe pazienza, la Rus'sià sarà a córto di risorse e se non si ritiene possibile fornirle nuovi fondi mi sembra quasi inevitabile una moratoria sul debito estero o almeno una rimodulazione delle scadenze». Prima di passare a questi problemi l'Ue dovrà però capire con chi bisogna trattare a Mosca. E anche qui i 15 sono tutt'altro che uniti. Il ministro degli Esteri tedesco Klaus Kinkel ha ripetuto ieri che l'Ue punta su Eltsin e Cernomyrdin e che «non vogliamo un ritorno del comunismo e dell'economia dirigista in Russia». Ma i toni italiani sono molto differenti. «Bisogna aprire un dialogo a vasto raggio con tutti i politici russi - dice Dini -. Dopo la forte sconfitta di Eltsin e dei giovani riformatori il nuovo assetto non potrà non comprendere le forze conservatrici e ci sarà un rallentamento delle riforme». E di fronte alla Germania che preme per inviare a Mosca una troika di ministri Ue (Austria, Germania e Gran Bretagna) si registrano le perplessità della presidenza austriaca. Alla fine la scelta che dovrebbe prevalere è quella di lasciare i ministri a casa mandando al loro posto degli alti funzionari per una missione che era già prevista il 10 settembre. [f. man.]