La kermesse di Mastella fra mozzarelle e politica di Paolo Guzzanti
La kermesse di Mastella fra mozzarelle e politica TERME «SVIZZERE» NEL SANINO La kermesse di Mastella fra mozzarelle e politica TTELESE ELESE come città è un po' come Cameade tra i filosofi: che posto è mai questo? che nome è mai questo? Si può rispondere che è una Marienbad del Sud, un ibrido fra Chianciano Terme e i «parapluie de Cherbourg», im sogno felliniano di architetture fin de siècle in cui trionfano due palchi: quello dei politici che vengono qui a frotte, a ondate, a legioni. E quello del venditore delle mozzarelle nel parco delle Terme dove si svolge la «convention» dell'Udr. Non cederò alla retorica della mozzarella, ma confesso di aver sentito più di un comizio o dibattito appoggiato al muro di cinta con una forchetta di plastica e mezzo chilo di ovoline di bufala candide, setose, profumate e dal cuore tenero. Sono qui da tre giorni, essendo stato invitato a moderare uno dei dibattiti (a me è toccato quello con Violante sulla centralità del Parlamento) e sono restato. Lo spettacolo è inedito, onirico e concretissimo al tempo stesso. Domani, oggi per chi legge, arriva Cossiga il picconatore, l'ex presidente, externator, il senatore a vita, chiamatelo come vi pare, ma è lui che ora comanda il ritmo della quadriglia ed è lui che ha inventato la nuova quadriglia politica. E' lui che ha sparigliato i giochi come a scopone, lui che ha inquietato prima Berlusconi, poi D'Alema, poi Prodi e Veltroni, lui che ha aperto un varco in cui il segretario del pds ha messo un piede. E', insomma, tutto quel gioco di tattica e di strategia che potete trovare sulle cronache politiche di questi giorni, dominate dal gioco di movimento inventato da Cossiga e che hanno portato a galla la grave crisi di Rifondazione dove l'oggetto inconfessato del desiderio e del sospetto è sempre Cossiga: riuscirà o non riuscirà a togliere potere di guerriglia a Bertinotti? Questa è la partita e staremo a vedere. Intanto Clemente Mastella mi invita a colazione a casa sua a Ceppaloni, la famosa e quasi mitica Ceppaloni, insieme a una comitiva di politici e giornalisti, sicché vedo anch'io questa curiosità del Sannio: la villa, abitazione e villeggiatura, di un autentico uomo del Sud che viene dall'Azione Cattolica e la cui moglie Sandra mette in tavola un buffet di bombe caloriche. E' una villa sulla quale molti inviati si sono già accaniti, ma bisogna dire che si presenta con un'aria tutto sommato molto civile e quasi invisibile, immersa com'è nel verde assoluto. Un verde che costituisce la caratteristica straordinaria di queste terre: siamo in un Sud diverso, un Meridione che non parla napoletano, né siciliano, né calabrese, né pugliese. E' una lingua meridionale montanara, spicciativa e diretta, poco elegante come tutte le lingue di montagna. Intorno, si vedono i campi di grano e poi foreste: alberi verdissimi, ombrosi su una terra benedetta da ogni sorta di acque. A Telese inoltre ho trovato un'ottima e fornitissima libreria, con tutti i migliori libri delle classifiche ben esposti e talvolta esauriti, una città termale pulita e ordinata come la Svizzera, con un grande parco, semplice e regolare con negozi di una certa qualità. Gli ospiti sono una ventina intorno a un tavolo in giardino. Molti i bambini, tra cui figli veri e altri adottivi, come la piccola Sacha che viene dalla Bielorussia e che per un'amarissima storia di burocrazia e di residuami dell'Est deve periodicamente tornare nel Paese natale, per esser chiusa in un miserabile orfanotrofio nel quale Mastella e altri parlamentari italiani sono riusciti a far installare servizi e portare scarpe per tutti. Il segretario dell'Udr indossa la t-shirt che fa parte dei gadget come si conviene in ogni festa che si rispetti: il colore di fondo è blu scuro con le tre lettere in bianco, rosso e verde. Mi dice: «Vieni che ti faccio vedere le Forche Caudine». Mi accompagna sid terrazzo della piscina. La piscina ha la forma della conchiglia e della benzina Shell. L'acqua è limpida e invitante, il sole ha una forza termonucleare e però laggiù sull'orizzonte, la celebre gola dove l'esercito romano fu umiliato e costretto a passare chinando la testa sotto le famose forche, non si vede proprio: «Mannaggia, c'è foschia. Chissà, magari più lardi», dice Mastella. La moglie protesta: «Su questa piscina ormai i giornali hanno scritto di tutto, che è a forma di cuore, e mi dica dove lo vede, e persino che è a forma di cozza, ma le pare?». Eh, signora mia, sono gli inconvenienti della notorietà, tutta invidia vorrei dirle, ma non oso. Ed effettivamente penso che Mastella è sempre stato considerato una succulenta preda per i pezzi di colore, fin dai tempi delle famose «truppe mastellate». Ma devo anche dire, per averlo udito in questa inattesa «convention», che Mastella parla politicamente ormai in modo molto più chiaro e diretto di prima, lontano anni luce dalle originarie sofisticherie della scuola di De Mita. Questa festa dell'Udr è stata finora un innegabile successo di pubblico, come hanno notato tutti: la gente arriva fin dalla mattina a frotte, non solo dalla Campania ma da tutta Italia. I parcheggi non bastano e le macchine sono sistemate ai confini dei boschi. E l'Hotel delle Terme è pieno come un uovo. Si vedono i politici allo stato puro: quel ceto tipico dell'Italia meridionale che è anche il tessuto connettivo di questa società, il suo notabilato. E sono tavolini da caffè, discorsi sottovoce, riunioni frenetiche ma convocate con discrezione, se non con segretezza. Ma posso anche dire che al Nord ho visto le stesse cose, lo stesso clima persino nelle feste leghiste, per quanto cambino gli accenti regionali, i colori e i simboli. Qui l'animale politico è di casa e fa razza. E' un popolo discreto, ma folto e vasto. E aspettano tutti Cossiga, questo Godot che ò dato continuamente in arrivo e che tuttavia svicola, compare e scompare, si diverte, fa tattica, è movimentista, è in eccellente forma. Qui abbiamo assistito più che alla metamorfosi vera, a una autentica investitura: questa Udr ancora non ha affrontato le elezioni generali, ma gli altri partiti hanno di fatto certificato che esiste realmente ed è l'ultimo nato rispettabile e rispettato della politica italiana. Sono tutti curiosi semmai di vedere che cosa intende fare, con chi e contro di chi. In questo senso, l'atto di riconoscimento più significativo è venuto da Massimo D'Alema, il quale era noto per vedere Cossiga come il fumo negli occhi, ma che da bravo «quadro» cresciuto nel vecchio pei sa bene che la realtà è prima di tutto la realtà. Così è accaduto che D'Alema abbia riconosciuto l'Udr non come un semplice aggregato di parlamentari e di ambizioni, ma come l'espressione di un progetto degno di attenzione. Qui si sta definendo anche, fra una mozzarella e l'altra, la figura e l'identikit del futuro Presidente della Repubblica. Si può dunque dire che tra questi alberi e questo delicato scrosciare di acque termali si sta preparando una fase importante della storia della Repubblica. Paolo Guzzanti Il fondatore dell'Udr Cossiga con il segretario generale del partito, Mastella e il presidente dell'esecutivo, Buttiglione
Luoghi citati: Bielorussia, Campania, Ceppaloni, Chianciano Terme, Italia, Sannio, Svizzera
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