« La concertazione ha salvato l'Italia »
« La concertazione ha salvato l'Italia » « La concertazione ha salvato l'Italia » Delors: lo sviluppo è nelle mani dell'eurosinistra CERNOBBIO DAL NOSTRO INVIATO Monsieur Delors, mettiamo che tra poche settimane, dopo le elezioni tedesche, i socialisti siano al governo in tre Paesi chiave dell'Unione, la Germania, la Francia e la Gran Bretagna, cui va aggiunta la coalizione dell'Ulivo in Italia... «Mi auguro, e credo, che in tal caso, a fine settembre, ci sia un vertice. E sono sicuro che, stavolta, non si limiteranno a bere birra e mangiare cassoulet. Sarà un grande confronto tra chi crede nel futuro della socialdemocrazia e chi no. E tra questi ci saranno quelli che alla via socialdemocratica non ci hanno mai creduto, perché restane comunisti...». Jacques Delors, ex presidente della Cee, leader storico del socialismo francese e padre del «Libro Bianco» sul futuro dell'Europa, non ha perso la voglia di credere nelle grandi scommesse: prima la moneta unica e il mercato comune dei Quindici, adesso la via europea all'occupazione e allo sviluppo che, come lui ripete in una pausa dei lavori del seminario Ambrosetti, non può prescindere da un salto di qualità politico della Comunità necessario perché «ci sono momenti in cui occorre essere audaci». E occorre essere audaci per elaborare una ricetta efficace per l'occupazione, presidente... «Vero, quello è il terreno su cui si misura la forza dell'Europa. Che possono fare i socialisti? Allora, esiste una disoccupazione con- giunturale, e quella verrà riassorbita dalla ripresa. Poi ce n'è una strutturale, legata al mercato del lavoro, all'educazione, all'ambiente...». E qui non tutti saranno d'accordo. 0 no? «Le differenze sono comprensibili. Non si tratta di inventare una formula buona per tutti, ma di tenere in evidenza il problema dello sviluppo. Era uno degli obiettivi del mio Libro Bianco del '93 e devo dire che alcuni Paesi, diciamo 5 o 6, hanno seguito il mio consiglio. Quali? Andate a vedere le statistiche sulla disoccupazione...». Allora l'Italia non è tra questi... «Anche l'Italia ha fatto la sua parte. Se non avesse adottato la politica della concertazione ci sarebbe stato un vero disastro. E invece il tessuto sociale ha tenuto... No, non siete tra gli ultimi della classe». Ma adesso... «Non dimentichiamo la disoccupazione del terzo tipo, quella che dipende dalla tecnologia. Io credo che almeno il 30-40% della disoccupazione che si è accumulata in questi anni dipenda dalla crescita delle tecnologie. Ed è qui che occorre recuperare terreno». Queste cose le diceva già nel '93... «Già allora era evidente che per contrastare la crisi economica e le difficoltà del quadro internazionale, la crisi jugoslava soprattutto, occorreva un salto di qualità, una nuova capacità di risposta. E non si poteva non passare dall'alta tecnologia». Ma non si è fatto granché... «Tutti hanno applaudito, poi sono intervenute le autorità monetarie, i ministri delle Finanze... Alla fine tutto è rimasto nel cassetto. Eppure di li si deve passare». E lo faranno i socialisti? «Devono farlo. E sono fiducioso, da quel punto di vista. C'è una generazione di leader che ha una forte attenzione su questi temi e ha l'ambizione giusta per conseguire certi risultati. E' gente consapevole che i posti perduti con la tecnologia li recuperi solo investendo in tecnologia, elaborando nuovo soluzioni che creino nuovi posti di lavoro»Un grande progetto economico, però, presuppone ambi¬ zioni politiche... «E' giusto, questo ò il momento di non essere realisti, ovvero di limitarci a prendere atto dei problemi dell'Europa, delle sue debolezze e dei suoi limiti, ma di far violenza alla realtà. Scusate, ma io non conosco un'analisi migliore della realtà russa di quella che è stata elaborata a Bruxelles. Perché non agire sulla base delle nostre tesi? Perché non chiedere al G7 la delega perché l'Europa possa coordinare gli aiuti alla Russia di tutto il mondo?». Un piano ambizioso, non c'è che dire... «Ma l'Europa ce la può fare, purché si renda conto del suo potere. Ci vuole un salto di qualità politico, per questo insisto perché si arrivi alle prossime elezioni con la designazione, da parte delle grandi forze politiche, del presidente della Commissione. Altrimenti, al momento del voto, l'Europa passerà in seconda fila dietro alle questioni locali...». Ugo Bertone «II Paese ha tenuto Avete fatto la vostra parte, non siete gli ultimi della classe» «Sono fiducioso C'è una generazione di leader che è molto attenta a questi temi» Jacques Delors ex presidente della Cee leader storico del socialismo francese padre del «Libro bianco» sul futuro dell'Europa
Persone citate: Ambrosetti, Delors, Jacques Delors, Ugo Bertone
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