Patto sociale con i salari fermi? Si può fare di Roberto Ippolito
Patto sociale con i salari fermi? Si può fare Ma in cambio deve essere garantito lo sviluppo. Solo Rifonda2ione e An non sono d'accordo Patto sociale con i salari fermi? Si può fare Readoni positive alla proposta Cofferati ROMA. Alla ricerca di un nuovo patto sociale. Adesso c'è anche la proposta del segretario della Cgil, Sergio Cofferati: salari fermi in cambio delo sviluppo. Qualche apprezzamento, molte perplessità, pochi no secchi, soprattutto tanto interesse: l'idea di Cofferati quindi movimenta il confronto sulle iniziative utili per stimolare l'occupazione. La proposta può essere discussa, dice in particolare il presidente della Fiat Paolo Fresco. , Proposta che si inserisce nel dibattito aperto quindici giorni fa dal ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi che ha immaginato un nuovo patto sociale, chiedendo alle aziende di contenere i profitti per unità di prodotto aumentando gli investimenti in cambio di una maggiore flessibilità delle regole dei rapporti di lavoro che dovrebbe essere concessa dai sindacati. Lunedì scorso Ciampi ha incassato la disponibilità della Confindustria a prendere in considerazione il progetto: il direttore generale Innocenzo Cipolletta ha annunciato l'interesse per lo scambio mvestimenti-flessibililità (in nome della quale vengono chiesti «contratti a termine, rinnovabili senza i vincoli che esistono oggi»). Sono state tre interviste a scandire la discussione sul nuovo patto sociale: il 21 agosto Ciampi al «Sole 24 Ore», il 31 Cipolletta alla «Stampa», ieri Cofferati al «Messaggero». In mezzo, giovedì scorso, l'incontro tra il ministro del Lavoro Tiziano Treu, i sindacati e la Confindustria per la verifica dell'accordo del luglio 1993 sulla politica dei redditi. Incontro svoltosi in un clima costruttivo, tanto da far intravedere la possibilità di un accordo-bis che potrebbe rappresentare la premessa del nuovo patto sociale o esserne lui stesso il cuore. Il punto di partenza è ovviamente l'occupazione che non cresce, il lavoro che nel Sud non si trova. La parola magica che deve trovare contenuti adeguati è flessiblità: ci si chiede come togliere i vincoli che possono frenare le assunzioni. Che «la flessiblità ha mille formule» è stato osservato a Cernobbio al seminario dello studio Ambrosetti dal presidente d'onore della Fiat Gianni Agnelli che si è attirato molte polemiche per aver parlato del possibile scambio fra licenziamenti di anziani e assunzione di giovani. Le caratteristiche del patto sociale in cantiere sono pertanto ancora da chiarire. Ma che si punti con determinazione a un nuovo grande accordo fra il governo di Romano Prodi, i sindacati e la Confindustria sembra un dato di fatto. L'idea di Ciampi piace all'ex presidente della Fiat Cesare Romiti, per il ministro degli Esteri Lamberto Dini «il problema è ben posto» dal suo collega del Tesoro. E lo stesso Ciampi ieri, da Castiglioncello, è tornato alla carica. Le difficoltà internazionali, dalla crisi russa a quella asiatica, e lo sfilacciamenbto interno con le «tendenze dispersive», secondo lui, devono convincere a scommettere tutto sulla coesione e sul dialogo. Da questi presupposti, afferma il rninistro del Tesoro, deve nascere il nuovo patto sociale che deve permettere crescita, sviluppo e aumento dell'occupazione». Adesso si tratta di vedere se l'idea di Cofferati può dare un'ulteriore spinta al confronto. Cipolletta non è del tutto convinto: crede che il segretario Cgil «ripropone semplicemente la continuazione del vecchio accordo» del 1993 «senza alcuna novità». Cipolletta rimprovera a Cofferati di aver concentrato l'attenzione solo sui contratti nazionali, pensando di limitare gli aumenti alla difesa del potere d'acquisto: ma «la spinta del salario viene dalla combinazione dei due livelli, nazionale e aziendale». Anche per 0 segretario della Cisl Sergio D'Antoni «non c'è nessuna novità» nella proposta di Cofferati, mentre «per fare gli investimenti ci vuole di più, ci vuole una politica di concertazione che il governo deve fare propria». Al contrario il segretario confederale Uil Adriano Musi crede che la proposta di Cofferati consenta di rinnovare l'obiettivo : nel 1993 quando si dovevano combattere l'inflazione e il deficit pubblico; ora per lo sviluppo «il sindacato è pronto a mettere in campo una politica contrattuale coerente». E chi sono i critici? Sono venuti allo scoperto le componenti di sinistra della Cgil (Paolo Patta di Alternativa sindacale, il segretario della Fiom Piemonte Giorgio Cremaschi e Augusto Rocchi di Area programmatica dei comunisti), Rifondazione con le bordate di Franco Giordano (responsabile lavoro) e, per l'opposizione al governo, Gianfranco Fini, presidente di An. Fini accusa il sindacato di essere «venuto meno al dovere di difesa dei diritti dei lavoratori» e chiede salari flessibili con la partecipazione agli utili. E ora? Il patto farà discutere ancora. E farà discutere la piattaforma del rinnovo del contratto dei metalmeccanici: per elaborarla domani si riunirà la segreteria unitaria di Fiom, Firn e Uilm. Roberto Ippolito E il primo banco di prova sarà la piattaforma per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici Il segretario generale della Cgil Sergio Cofferati
Luoghi citati: Cernobbio, Fiom Piemonte, Roma
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