Da Casanova a Philby quattro secoli di 007

Da Casanova a Philby quattro secoli di 007 Tra guerre, amori e atomiche, la storia dello spionaggio nel dizionario di due ex agenti francesi Da Casanova a Philby quattro secoli di 007 PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Da Giovanni Battista Porta, autore nel 1563 di De Furtivis Literarum notis, primo trattato sulla decrittazione dei codici segreti, all'affare Hasrùmoto, il premier giapponese incastrato l'anno scorso dalla relazione con una bella spia cinese (e dal marito geloso), attraverso Mata Hari e i coniugi Rosenberg, Casanova, massone a Parigi e delatore a Venezia, e Kim Philby, l'agente di Mosca diventato capo della sezione attività antisovietiche dell'MK britannica. Cinque secoli di storia dello spionaggio diventano ora un dizionario, Guide de l'espionnage et du contre-espionnage. Histoire et techniques: oltre 500 pagine, 1200 personaggi, decine di schede sulle tecniche degli agenti, dalle armi letali allo spionaggio elettronico; un'opera unica, scritta da due intellettuali prestati allo spionaggio, gli ex dirigenti dei servizi francesi Geoffroy D'Aumale e Jean-Pierre Faure, che l'editore «Cherche Midi» manderà in libreria il 23 settembre. Tra i migliori informatori dei servizi occidentali figurano scrittori come Ernest Hemingway e Somerset Maugham, ma soprattutto cantanti e attori: Marlene Dietrich, ingaggiata da Stephenson, capo dell'MI6 negli Usa, per conquistare lo strategico mondo di Hollywood alla causa antitedesca; Josephine Baker, al servizio dei servizi francesi nel 1939 e poi della Resistenza, cui passa attraverso il suo segretario, il capitano Abtey, le informazioni raccolte nelle tournée; Errol Flynn, nato in Tasmania, omosessuale, vicino a Stephenson ma av- versato da un altro gay, lo storico capo dell'Fbi Hoover, che lo considera un agente anti-americano, lo fa perseguire per lo stupro di due ragazzi e costruisce prove di inesistenti legami con il nazismo. Tra le spie omosessuali, considerate ricattabili, i sovietici reclutano i loro agenti doppi, come Martin e Mitchell, che dopo la fuga a Cuba rivelano nel '59 le tecniche dello spionaggio elettronico della Cia contro i Paesi alleati. Gay sono anche i «tovarish di Cambridge», conosciuti a Mosca come l'«Homo-inter», studenti dell'alta borghesia inglese conquistati alla causa sovietica: Donald MacLean, Guy Francis Burgess e Anthony Blunt, nome in codice Yan. Grande esperto di arte, reclutato da Philby, intimo della famiglia reale, di cui di- viene direttore delle collezioni di pittura, Blunt è avvezzo a fare due copie di ogni documento che passa sulla sua scrivania, una per l'MI5, l'altra per Mosca. Denunciato nel 1963 da Michael Straight, un americano che ha tentato di arruolare (e sedurre) trent'anni prima, Blunt confessa, ma Londra rinuncia a punirlo per non trascinare nello scan¬ dalo la Corona. Tra le più grandi spie di tutti i tempi ci sono anche due statisti israeliani: Herzog, figlio di un rabbino irlandese, membro dell'Haganah, l'esercito segreto degli ebrei di Palestina, partecipa allo sbarco in Normandia, e nel '47 comincia dall'ufficio di direttore dello Shin Mem, il servizio d'informazione dell'Agenzia ebraica, la scalata che lo porterà alla presidenza di Israele; Yitzhak Shamir, capo terrorista, poi agente del Mossad, è il padre della rete Damocle, dove ingaggia persino Otto Skorzeny, il capo del comando che ha liberato Mussolini sul Gran Sasso nel '43, e 15 anni dopo accetta invece di attirare in trappola nel suo rifugio spagnolo i suoi ex amici nazisti, in particolare scienziati legati all'Egitto di Nas- ser. Ma la spada di Damocle, dopo aver mietuto decine di vittime tra i nemici di Israele, cadrà sulla testa del Mossad: nel '63 due agenti vengono arrestati in Svizzera per aver minacciato la figlia di un ingegnere; Ben Gurion esige le dimissioni del capo del Mossad, IsserHarel. La vicenda più appassionante del secolo è forse la guerra di spie scatenata attorno al progetto Manhattan, le ricerche sul nucleare condotte da Oppenheimer, sospettato per le sue idee di sinistra da Washington, che gli metto alle calcagna Peer da Silva, futuro capo della Cia in Vietnam. Nella rete sovietica cade Bruno Pontecorvo, ingaggiato da Grigorj Heifetz, ebreo, ex segretario della vedova di Lenin, Nadejda Krupskaia, che riesce prima a infiltrare la scuola di via Panisperna, poi il progetto Manhattan, grazie all'intima amicizia tra la sua agente Elisabeth Zarubin e la moglie di Oppenheimer, Katherine. Il vero padre dell'atomo sovietico è però «Charles», al secolo Klaus Fuchs, figlio di un pastore protestante arrestato dalla Gestapo, il più grande agente doppio di tutti i tempi: l'uomo di Mosca si infiltra nei laboratori di Los Alamos (e ne passa i documenti alla mitica «Orchestra rossa»), rivela i piani della bomba A e poi della bomba H, prima di finire in carcere, e quindi in esilio a Lipsia. Nomi italiani? Un sottotenente dei para, ufficiale di collegamento tra le SS e Salò, poi al servizio della V Annata Usa; tra gli organizzatori di Gladio, fondatore di una loggia segreta, prima dell'esilio in Paraguay, la cattura, la nuova fuga in un luogo sconosciuto... Vedere alla voce Gelli, Licio. Aldo Cazzullo Già un trattato del '500 spiegava astuzie e segreti del doppio gioco Cinquecento pagine, milleduecento personaggi, decine di schede sui marchingegni più letali Sean Connery, nel panni di James Bond, l'agente 007 Mata Hari, la più celebre spia della Prima Guerra mondiale Kim Philby, agente di Mosca diventato capo della sezione attività antisovietiche dell'M15 britannica